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Spotorno, la scomparsa di Carlo Centi, onestà e onore di un sindaco socialista. Il ricordo di Bruno Marengo


La scomparsa di Carlo Centi, già Sindaco di Spotorno.

di Bruno Marengo

Tre Sindaci di Spotorno: Piero Bertolotti, Carlo Centi, Bruno Marengo qualche anno fa… tra le palme del “Palace” ma “oltre i confini del Rio Torbora e dell’Acqua Nella”

Tanti i ricordi che mi vengono in mente pensando agli anni trascorsi con Carlo, “Carlin”, Centi, un amico, un fratello ed un compagno carissimo. Le lunghe, giovanili, passeggiate notturne sul lungomare di Spotorno a parlare di politica, di cultura e dell’Eterno femminino regale caro al grande Carducci ma anche a Carlin.

I picchetti, durante gli scioperi del ’69, all’ACNA di Cengio, in Ferrania (io con il mio vecchio montgomery, lui con l’eskimo d’ordinanza sopra la giacca e la cravatta da ragioniere-bancario), le grandi manifestazioni contro la guerra nel Vietnam. Ma c’erano anche gli scherzi goliardici a colpi di gavettoni, il bar, gli amici, le sfide “scapoli-ammogliati“, le partite a tresette e a pinnacolo. Il “Gruppo Spontaneo” degli anni sessanta (“Analisi di un paese” -elaborazione collettiva di critica e di proposta) con amiche, amici, compagne e compagni spotornesi.

Le lotte, negli anni settanta, per le riforme, per il lavoro, per i diritti civili, contro lo stragismo nero, contro il terrorismo di ogni colore. Quando gli dicevo che andavo a fare qualche riunione politica con rientro a casa nella notte mi diceva sempre: ‘stai attento, hai moglie e bambini piccoli‘.

Quando arrivò la notizia dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle BR infiltrate da oscuri mandanti (ma non troppo a ben valutare gli indizi) mi telefonò e poi venne a casa mia. Avevamo ben presente i pericoli che stava correndo la nostra democrazia e che quell’assassinio era stato compiuto contro una prospettiva di impegno comune per il rinnovamento del nostro Paese intrapreso da Enrico Berlinguer e Aldo Moro.

Io comunista, lui socialista, l’impegno in Comune dove abbiamo cominciato a considerare che il vecchio detto “chi è a terra giudica, chi è in mare naviga” poteva avere qualche fondamento. Le serate a discutere con Piero Bertolotti (Sindaco PSI, io il suo vice), Matteo Ravera, Antonio Murialdo (poi anche loro Sindaci). L’acquedotto che perdeva, le fognature mancanti, il piano regolatore, la scuola, i convegni, i servizi, la stagione estiva da organizzare, il quadro politico locale, gli impianti sportivi, la biblioteca, il giornalino del Comune, i finanziamenti da trovare, la vigilanza da organizzare durante i giorni delle “bombe di Savona“, il Comitato unitario antifascista, il parco del Monticello in costruzione, la Casa di riposo da realizzare a Villa Berlingieri e via discutendo. E poi a perderci oltre i “confini del Rio Torbora e dell’Acqua Nella” (storica indicazione di Carlin quando sentiva troppa aria di “localismo”).

Tante parole tra amici e tanto lavoro. Nel 1975 rivincemmo le elezioni comunali con una coalizione inedita su scala nazionale: PCI, PSI, PRI, Indipendenti. E poi, dopo Bertolotti, il suo impegno da Sindaco e io a dargli una mano con i compagni e gli amici. Momenti fecondi, momenti duri e difficili che lui ha saputo affrontare con coraggio, tenendo sempre la schiena dritta, con dignità, onestà ed onore. Era un antifascista iscritto all’ANPI di Spotorno, sempre pronto a lottare per difendere ed attuare la Costituzione Repubblicana.

Le sue telefonate, quando ero Sindaco di Savona, per manifestarmi vicinanza, solidarietà in momenti difficili.

Poi, ancora impegni amministrativi e politici sulla nostra strada. Candidati nel 1990, io in Regione e lui in Provincia, nelle liste del PCI. Nel 1999, ancora insieme, candidati in Provincia nelle liste di Rifondazione Comunista. E nel 2004 lui a darmi una mano a diventare Sindaco del mio paese e poi ad aiutarmi ad affrontare i tanti problemi. In un mio vecchio romanzo, l’ho inserito come personaggio con il nome del “bancario che non aveva fatto carriera”, perché Carlin tutto ha pensato meno che a fare carriera.

I nostri viaggi per l’Italia, a volte rocamboleschi, a scoprire novità, paesaggi, “luoghi dell’anima“. La condivisione di momenti sereni, di soddisfazioni, a volte di amarezze, di delusioni. Tempo fa mi è capitato in mano, riordinando delle carte, un suo scritto in cui raccontava la storia dei Premi di giornalismo ai tempi in cui era stato Sindaco. Uno scritto che presentò all’inaugurazione del Premio Internazionale Spotorno Nuovo Giornalismo organizzato dal Comune nel 2013.

C’era tutto il suo stile: asciutto, preciso, con puntuali riferimenti al contesto storico. Ne ho parlato con l’amico Pinuccio Bausone, Presidente del Circolo Socio Culturale “Pontorno“, che dal suo “covo” dei Bagni Rosita sforna pagine di storia, di cultura, di tradizioni della nostra Comunità. Abbiamo deciso di realizzare una piccola pubblicazione, da dedicargli. Un segno di amicizia che gli abbiamo consegnato “ufficialmente” nel gennaio del 2021, con noi c’era anche Piero Bertolotti, nel dehors del Bar ‘Na Què. Eravamo tutti “bardati” con delle mascherine anti-covid. Si commosse e noi a prenderlo in giro. Gli ultimi momenti sereni, poi la malattia che lo aveva colpito avanzò implacabilmente.

Finite le discussioni, gli impegni politici, le passeggiate, i viaggi insieme. È difficile, quasi impossibile, spiegare cosa si prova quando un amico così caro riesce più solo a dirti “ciau nin…”. Quanto volte ho pensato, durante l’ultima fase della sua malattia, a cosa avrebbe detto di questo governo di estrema destra, delle divisioni nel campo dell’opposizione, di questo mondo in guerra, delle vittime innocenti, delle ingiustizie e delle diseguaglianze sempre più grandi. Di certo, non si sarebbe tirato indietro e avrebbe continuato a portare il “suo mattone“, come diceva lui. Unica consolazione il saperlo accudito amorevolmente, negli ultimi anni, dalla sorella Maria Rosa, anche lei un’amica cara, e da tutta la sua splendida famiglia. Spotorno ha perso una grande figlio. Ciao Carlin, buon viaggio oltre i “confini del Rio Torbora e dell’Acqua Nella”.

Bruno Marenco

Spotorno 12 giugno 2024

NOTA DI TRUCIOLI – Dall’archivio degli atti del ‘processo Teardo‘ (ex presidente socialista della Regione Liguria). Teardo nell’interrogatorio: “…..era Leo Capello che gestiva il denaro della campagna elettorale…Nego con fermezza le accuse e le pressioni che sostiene di aver ricevuto Carlo Centi sindaco di Spotorno per l’ex colonia Bresciana ed un terreno dell’Opera Pia Siccardi. E’ vero che ho incontrato Centi  qualche volta, ma ero con Capello e non so se sia stato lui, in mia assenza, a fare certe pressioni, a mia insaputa…>.


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