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Quiliano, viaggio nei “Percorsi che resistono” (prima parte). La storia della Resistenza diventa memoria per il presente e il futuro


Con il D.P.R.24 marzo 2021, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso al Comune di Quiliano il titolo di “Città”.

di Ezio Marinoni

Nella relazione motivazionale, presentata dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, si legge: «Un ruolo significativo della comunità di Quiliano nella Resistenza è testimoniato dal Percorso delle Memorie Partigiane. In particolare, il Teccio del Tersé a Roviasca è ricordato quale prima base della Resistenza savonese, tipica costruzione contadina fatta di muri a secco, dove si rifugiarono dall’8 settembre 1943, otto partigiani».

Alla luce di queste parole, e nell’approssimarsi del 2 Giugno, Festa della Repubblica, “i Percorsi che resistono” di Quiliano assumono un significato innovativo: non un semplice museo a cielo aperto, ma un progetto innovativo che si fa concreto programma della memoria, rinnovato e presentato ai giovani di oggi perché non si dimentichino quei giovani di ieri che hanno lottato per cambiare il mondo.

Nomi e vie si trasformano così, grazie all’iniziativa di un Sindaco, Nicola Isetta, e di una Giunta Comunale, in una narrazione, estesa e fruibile su tutto il territorio comunale, in cui molte persone si sono impegnate e hanno combattuto per la libertà, verso una nuova Italia.

La ricerca ha ricostruito luoghi e avvenimenti lontani, risalenti al periodo 1943 – 1945 e li ha attualizzati per un duplice tipo di lettura: attraverso un sito o con le installazioni multimediali nei luoghi dedicati, dove la storia si potrà rileggere con un “QR Code”.

In tutto il savonese, in totale, 4.026 persone hanno ricevuto la qualifica di “partigiano”, 1.356 quella di “patriota”. Fra essi, si contano 9 Medaglie d’Oro al Valor Militare, 25 d’Argento e 8 di Bronzo.

Non va dimenticato, in questo quadro, il ruolo svolto dalle donne: casalinghe e contadine si impegnano nella lotta, da subito, non solo negli aspetti logistici e di sostegno. La memoria tarderà a prenderle in considerazione, quasi sempre non venivano nemmeno inquadrate nelle formazioni partigiane, alla quale hanno partecipato con la stessa passione e immedesimazione degli uomini, pur non avendo una adeguata preparazione politica o ideologica.

Per rendere loro giustizia e memoria, vogliamo ricordare prima di tutto le partigiane quilianesi, che non furono poche: Maria Porcile, di Valleggia; Assuntina Marabotto, dal Bricco delle Brughe a Le Tagliate; Caterina Rossi, sarta di Valleggia; Teresa Pace, operaia alla SAMR; Clelia Corradini, medaglia d’argento, che ha resistito a torture e sevizie prima di essere fucilata.

Percorsi che resistono” ci riporta a quel tempo e a quelle storie: umani, sociali e politiche. Si tratta di un percorso complesso e articolato, che si compone di 23 luoghi a Quiliano, 22 a Valleggia, 6 a Roviasca, 7 a Cadibona.

Piazza XXV Aprile, a Quiliano, ha un duplice significato, perché qui, all’alba del 25 aprile 1945, uomini della Brigata C. Corradini si scontrano duramente con una colonna fascista “San Marco”, nell’antefatto della liberazione di Savona e del Savonese dal giogo nazifascista.

Ripercorriamo, dunque, le vie e i luoghi dedicati agli eroi della Resistenza, per rivivere alcune di queste esperienze, per le vie della località “capoluogo” del Comune.

Quiliano.

Il quilianese Giuseppe Dodino cade a Bardineto il 29 novembre 1944, dopo uno scontro con i tedeschi, per soccorrere un compagno ferito.

Don Nicolò Peluffo, di Segno, viceparroco di Vado, viene ucciso con l’inganno la sera del 8 marzo 1945; uno dei colpi sparatigli perfora il breviario.

Davide Canonero, il bambino torturato. Nel 1944, a soli dieci anni, è prelevato da militi nazifascisti e sottoposto a un duro interrogatorio per estorcergli informazioni. Ne rimane piagato nel fisico e nelle articolazioni, morirà nel 1950, dopo sei anni di calvario.

Emilio Parodi, “Bill”, nativo di Vezzi Portio, è colpito in uno scontro a Quiliano il 25 aprile 1945, nei pressi della cappella della Madonna della Neve; morirà in ospedale un mese dopo.

Antonio Porcile, nasce a Quiliano nel 1921, nome di battaglia“Tappeto”. Il 22 febbraio 1945, a Castelnuovo di Ceva, mentre recupera un lancio degli Alleati, è arrestato dai nazifascisti e condannato a morte, fucilato dalla Guardia Nazionale Repubblicana, senza testimoni.

Giobatta Brandini era di Quiliano, classe 1898, “Galinottino”; arrestato il 1° marzo 1944 mentre lavora alla Brown Boveri di Vado Ligure, viene deportato nel campo di concentramento tedesco di Watenstedt. Sopravvissuto e rimpatriato, sarà eletto all’unanimità Sindaco di Quiliano, dal 1946 al 1951.

Giobatta Bertolotto, ultimo Sindaco di Quiliano prima del fascismo, è costretto ad espatriare dopo il Primo Maggio 1922 quando, in uno scontro alla Società dei Cacciatori, rimane ucciso il fascista Andrea Prefumo. Si costruisce una casa a Cagnes sur Mer, non tornerà più in Italia, pur mantenendo la cittadinanza quilianese.

Silvio Torcello, “Janot”, nasce in Francia da famiglia quilianese. Il 22 settembre 1944, a San Giacomo delle Tagliate, viene individuato da militi San Marco e delle Brigate Nere, fugge ed è colpito alla nuca, muore sul sentiero verso Monte Alto. Gli verrà intitolato un distaccamento della Terza Brigata Garibaldi “Libero Briganti”.

La Biblioteca Civica Andrea Aonzo ricorda il calzolaio di Valleggia che fu secondo Sindaco di Quiliano dopo la Liberazione. Coinvolto nello scontro del Primo Maggio 1922, due anni dopo è riconosciuto innocente in Corte d’Assise, ma continua a essere perseguitato da squadristi e deve emigrare in Francia.

Vincenzo Pes, infine, il partigiano “Pippo” che non conobbe suo figlio. Partigiano del Distaccamento Calcagno, il 26 novembre 1944 riceve l’incarico di comprare una partita di castagne, per il sostentamento dei compagni. L’incontro fortuito con militi della “San Marco” scatena una sparatoria, durante la quale “Pippo” è colpito ripetutamente. Inutili le cure, alla Cascina Donea e poi all’ospedale di Savona. Non potrà conoscere il figlio nascituro e, dopo la guerra, sarà decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Comprendere il valore della Resistenza, di questa pagina eroica della quale si è scritta una parte anche a Quiliano, vuol dire festeggiare il 25 Aprile tutto l’anno, nei valori della democrazia e dell’antifascismo. Mentre l’Europa conosce di nuovo la guerra, e mai l’avremmo immaginato, è giusto ritornare sui luoghi della ultima guerra mondiale, che ha insanguinato l’Italia, sotto il giogo fascista e l’occupazione tedesca. Camminare sui “Percorsi che resistono” permette di conoscere tanti eroi, noti e meno noti, famosi ed oscuri, che hanno speso la loro vita per la libertà del nostro Paese, per consegnarci un futuro di democrazia che dobbiamo conservare sempre, con il loro esempio nel cuore e nella memoria.

Ezio Marinoni

(segue seconda e ultima parte)


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