Leggiamo dai media: “Oltre al candidato sindaco Podio, hanno preso parte alla presentazione della lista tutti e 80 i candidati, ma anche alcuni big dei partiti di centrodestra: il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, il senatore Gianni Berrino e l’on. Roberto Bagnasco”. Non avevamo dubbi. Il trasferimento (a 7 km dal centro abitato) della stazione ferroviaria a Bastia? Espropri? Silenzio d’oro. Gli uni e gli altri. E un bis del disastro imperiese della ferrovia monte.
di Luciano Corrado
Gianni Berrino (Fratelli d’Italia): “Sono felice di essere qua ad Albenga. Qui ci sono 80 persone serie, candidati forti per una città come Albenga che ha peculiarità e ricchezze enormi. Ho fatto l’assessore al Turismo in Regione e in tutti questi anni non ho mai ricevuto una proposta da questo Comune, da questa amministrazione. Sembra impossibile che nessuno abbia mai fatto nulla per trasformare Albenga in una capitale turistica come merita, ma è proprio così. Al di là dei grandi progetti sulla città, sono convinto che Nicola Podio e la sua squadra di persone competenti invertiranno questo trend, facendo diventare Albenga un unicum a livello regionale: questa città ha ricchezze architettoniche, un centro storico magnifico, un entroterra stupendo da valorizzare. Albenga ha davvero tutto per riuscirci. Quindi, forza Nicola, forza Fratelli d’Italia e viva Albenga!”.
Podio candidato: …”Provo grande ammirazione e rispetto per chi fa informazione sul nostro territorio”.
Eraldo Ciangherotti (Forza Italia) a commento del faccia a faccia promosso da Savonanews non ha dubbi, tranciante: “…Il faccia a faccia tra il sindaco uscente del Partito Democratico e il candidato Nicola Podio si è rivelato un vero e proprio ring di boxe retorico in cui Podio ha dominato con una presenza scenica tanto ferma quanto decisa. Durante il dibattito, centrato sul futuro amministrativo di Albenga, Podio ha brillato, delineando le sue visioni con una chiarezza che ha messo in ombra le performance altrui. È stato un confronto in cui la figura di Podio si è elevata, emergendo non solo per il vigore delle sue idee, ma anche per la solidità con cui ha respinto gli attacchi avversari…..”.
Ci vorrebbe un libro per mettere insieme tutte le dichiarazioni (e scritti social) elettorali che si sono lette, da entrambe le fazioni, tra promesse, accuse, persino quelle di ‘sciacallaggio’ (vedi Ciangherotti al sindaco-medico), controaccuse, una selva di sterili polemiche, proposte su proposte di rilancio di Albenga (speriamo soprattutto nel mondo agricolo un tempo principale risorsa economica), tante buone intenzioni.
Una grande confusione all’ombra delle torri in cui, come abbiamo già scritto, non contribuisce al concetto di ‘poche idee, ma che rimangono impresse’. Semmai accade l’esatto contrario. E’ lo scenario di questa campagna elettorale. Tutti pronti a meritare la promozione, anche quelli che non hanno mai e poi mai letto ‘accesso agli atti’ del Municipio (delibere di consiglio comunale, di giunta, determine dirigenziali, decreti, bandi di gara e contratti ecc. oppure il Puc, il piano del Commercio, i regolamenti comunali) e meritare anche la fiducia degli elettori. Moltissimi cittadini disorientati dalla valanga di prese di posizione, molte in politichese, comprensibili solo agli autori. Insomma di tutto e di più.
E chi porterà a casa solo una manciata di preferenze potrà sempre dire che ‘si attendeva molto di più’. Per la sua competenza di sedere nel parlamentino ingauno e animato da disinteresse personale. Il cosiddetto bene comune, il superiore interesse della città. E non imitatori di una politica di voltagabbana che in tanti anni ha portato il paese Italia allo sfascio, penultima dopo la Grecia in tutte le classifiche europee. E ora si affaccia il tam tam dell’estrema destra e ciò che rappresenta già in Europa. Un Italia che si trascina la triste storia di servizi segreti deviati e dal ‘vangelo’ della P2 mai andato in soffitta. Trame mai chiarite fino ai nostri giorni.
La maggioranza degli albenganesi premierà davvero i più meritevoli? Escludendo i condannati? Siano ‘bocciati’ i massoni (che ne pensa l’arch. Podio?) che in loggia entrano (cooptati) soprattutto per i loro materiali interessi o dei complici. Che hanno giurato a vita ‘segretezza’ e ‘reciproco aiuto‘ sino alla morte.
E nessuno ammetterà la sua appartenenza massonica anche quando sarà in ‘sonno’ memore di: “Prometto e giuro di conservarmi sempre onesto, solerte e benemerito cittadino ossequiente alle leggi dello Stato, amico membro della mia famiglia e massone per abbattere sempre il vizio e propugnare la virtú. Prometto e giuro di non attentare all’onore delle famiglie dei miei fratelli…”.
Non ci interessano ovviamente i ‘massoni formaggiari’ o quelli che si tramandano per ‘sangue’ e sono entrati in loggia da giovani. Mentre sono scese a picco le vocazioni sacerdotali (con seminari vuoti), si sono moltiplicate, sono esplose le ‘vocazioni’ (donne incluse) al ‘grembiule e spada sguainata’. Con presenze importanti in cariche pubbliche: onorevoli, consiglieri regionali, sindaci, assessori, presidenti di enti e società partecipate. Senza dimenticare le Asl, autentico ‘covo’ non certo di infermieri e impiegati. Del resto, ormai è tradizione dei media e social di casa nostra, ignorare le buie ramificazioni massoniche liguri e non solo. Il loro peso nei gangli della politica e del Dio denaro.
Che dire quanto si ignora che un candidato sindaco sostiene che il suo ‘avversario’ sindaco in carica non ha fatto quasi nulla per il bene e la ‘crescita’ sociale ed economica della città e, a sua volta, chi si ricandida per il secondo mandato non ammette colpe ed errori della sua amministrazione. E il popolare e populista Ivg.it non azzarda un approfondimento all’insegna di ‘pagateci la pubblicità’ elettorale, siate generosi e saremo come Ponzio e Pilato.
Luciano Corrado
IVG.IT DEL 12 PARILE 2024- Liguria. In queste ore si è scatenata una vera e propria rivolta per il tentativo di Fratelli d’Italia di reintrodurre il carcere fino a 4 anni e mezzo per i giornalisti, con sanzioni pecuniarie fino a 120mila euro: un proposta che ha provocato una spaccatura all’interno della stessa maggioranza e scatenato la dura reazione delle opposizioni.
L’iniziativa, presentata sotto forma di 15 emendamenti al testo sulla diffamazione dal senatore ligure di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, avvocato sanremese e consigliere comunale di quella città, ha trovato l’immediata opposizione della presidente della Commissione Giustizia, avv. Giulia Bongiorno (Lega), che ha annunciato una “riunione di maggioranza sul punto”. Secondo quanto riportano le agenzie nazionali, Berrino, relatore del testo, ha giustificato le sue proposte come necessarie per contrastare le “fake news” e tutelare la reputazione delle persone.
L’emendamento prevede L’aumento della pena detentiva per diffamazione fino a 4 anni e mezzo, con interdizione dalla professione da 2 mesi a 2 anni, l’introduzione di un nuovo articolo nel codice penale (595-bis) per punire chi, con condotte reiterate e coordinate, diffonde “fatti che sa essere anche in parte falsi”….”. Lo stesso Berrino alla fine si è rassegnato e ha dovuto fare marcia indietro nel tombale silenzio di tanti iscritti e militanti non solo del suo partito. Un silenzio onorevole?