Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona. Tutti in riga i lor signori!


Scrive Sergio Ravera sulla sua pagina Facebook: “A quanti può essere sfuggito o soltanto balenato… ma Savona continua a tacere e… neppure abbozza, tanto meno rivivifica”.

La spartizione, o raggruppamento-concentrazione che dir si voglia, a livello medio-alto di mansioni pubbliche, private o similari, cui abbiamo assistito negli ultimi decenni ha penalizzato in Liguria le tre province piccole. L’indelebile ricordo corre per Savona alla Carisa incorporata in Carige (e male gliene colse), poi all’Ente Portuale confluito uomini, mezzi e banchine nel Consorzio Autonomo dell’emporio marittimo di Genova-Voltri; quindi, cadendo assieme a Imperia e La Spezia in un raggruppamento unico di Camere di Commercio tra lo sconcerto di operatori e di personale dipendente.

Tutti in riga – Roma complice – lor signori! Come sempre l’avvedutezza dei nostri governanti, laddove il numero dei residenti, in politica, diventa rifugio determinante le alternative. Assistiamo tutt’oggi a nostre spese alle manovre (che al momento tanto assomigliano a mere esercitazioni) che hanno per oggetto il lembo di mare antistante Savona-Vado e il suolo attiguo.
Presto anche il comando dell’attenti al vicino per una Liguria che conta poco più di 1.500.000 abitanti per la massima parte concentrati lungo l’arco costiero. Ma osservando meglio emerge: se Genova con il suo retroterra registra 800mila residenti, il restante territorio – con Savona, La Spezia e Imperia – si avvicina ai 700mila. E stante la dinamica in atto: con la possibilità delle tre province di equilibrarsi entro il 2050 con il capoluogo regionale, fors’anche di concludere con un sorpasso.
Oggi, i satelliti rimangono in ansiosa attesa; di qualche briciola. Quisquilie, bazzecole. Senza voler sottovalutare le attività primarie e turistiche di tutto il Ponente che, di concerto a presenze nella media industria e nell’artigianato di produzione, non mancano nell’estremo Levante ligure.
Genova è metropoli magari un po’ scaduta come primattrice rispetto a trascorsi storici, ancorchè capace nel contempo di dettare condizionamenti con il suo corpo politico nel salvaguardare il primariato del porto in Italia e nel promuovere una sua valenza nel campo turistico, avvicinandosi alle strategie di quella Savona che per decenni combattè con la Regione per far assurgere in tutta la sua valenza il settore del tempo libero. Per risultarne in seguito mal pagata, assoggettata ai traffici marittimi, mentre rimane in ansiosa attesa degli effetti che produrranno nei prossimi anni dighe foranee e navi passeggere. Di riflesso, un piccolo colpo di coda: lo scalo contenitori di Vado Ligure, pulce assai fastidiosa.
Quadro desolante che acuisce su tutto il fronte socio-politico il distacco tra potere e popolo, tra centro e periferia.
Sergio Ravera
COMMENTI –  Anna Cagnassi: C’è bisogno di tanti Ravera…

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