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Albenga, raccolta di studi inediti di Massimo Bartoletti insigne storico dell’arte. La pittura del primo ‘500 nel Ponente. Vallecrosia era sua città natale


Giovedì 23 maggio, alle 17.00 all’Auditorium San Carlo di Albenga, Formae Lucis, in collaborazione con Fondazione De Mari, ha organizzato la presentazione del testo “Officine pittoriche del ‘500  nel Ponente Ligure”. La raccolta di studi inediti di Massimo Bartoletti, curata da Franco Boggero. 

Si tratta del frutto degli studi di Massimo Bartoletti, mai sistematizzati a causa della prematura scomparsa dello storico dell’arte, già funzionario della Soprintendenza. L’opera, finanziata grazie all’intervento di Fondazione De Mari, illustra con importante materiale inedito la pittura del primo Cinquecento nella Liguria di Ponente. Figura stimata in ambito culturale, Bartoletti aveva diretto  diversi restauri, contribuendo in maniera importante al recupero e alla conservazione dell’importante patrimonio artistico ligure.

Oltre a Boggero, presente Luciano Pasquale, presidente di Fondazione De Mari Savona, e Fulvio Cervini, storico dell’arte.

«Si rivela ancora una volta per noi importantissima la collaborazione con Fondazione De Mari, che tanto ha a cuore la  tutela e la promozione del patrimonio artistico diocesano» sono le parole di Castore Sirimarco, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Albenga-Imperia.

Tutto il materiale raccolto nel volume “Officine pittoriche del ‘500  nel Ponente Ligure”, cui si aggiunge la galleria fotografica annessa, sarà a disposizione dei futuri studiosi come prezioso riferimento.

ERA IL 12 GENNAIO 2023 DA ‘LA REPUBBLICA’-

Massimo Bartoletti

Se n’è andato dopo una breve e inesorabile malattia, a 61 anni, Massimo Bartoletti, storico dell’arte e funzionario della Soprintendenza ligure: un grave lutto che colpisce la cultura in Liguria per il suo indefesso, riservato, e profondamente competente lavoro. Bartoletti si è formato all’Università di Genova, e poi a Siena, muovendo i primi passi nell’ateneo genovese con le professoresse Maurizia Migliorini e poi Colette Bozzo Dufour. Tanti studiosi piangono però non solo la scomparsa di un depositario di così profonda conoscenza, ma anche di uomo dalle grandi qualità umane e dalla preziosa disponibilità a collaborare, senza mai rinunciare a incrociare competenze e saperi, con il fine unico di valorizzare, e molto spesso salvare, attraverso interventi di restauro, il patrimonio storico artistico della Liguria.

“Si diventava subito amici”, scrive il professore dell’Accademia Ligustica, Pietro Millefiore, su Facebook, ricordando la collaborazione durante i restauri e l’ordinamento delle collezioni del museo a Vado dedicato allo scultore, novecentesco, Arturo Martini. “Un collega intelligente e appassionato, un amico ironico e gentile”, lo ricorda Clelia Galassi, professoressa di Storia dell’Arte all’Università di Genova, così pure evoca gli anni condivisi in soprintendenza Farida Simonetti, già direttrice di Palazzo Spinola di Pellicceria e storica dell’arte: “Era un punto di riferimento, quante volte, davanti a un dubbio, dicevamo: Sentiamo Massimo“. Sui social è un continuo affastellarsi di ricordi, di colleghi, conservatori di musei, personalità della cultura che rammentano ricordi e soprattutto nel sottolineano il lavoro prezioso: “Genova perde un uomo eccezionale e tutti noi uno stimatissimo collega”, aggiunge lo storico dell’arte Giacomo Montanari.

Massimo Bartoletti è infatti stato funzionario di zona sia nell’imperiese, sia nel savonese, sia nella sua zona di provenienza, l’imperiese, dove era sbocciata la passione per lo studio della storia dell’arte a partire dai capolavori del suo territorio. I suoi professori ricordano: “Era arrivato all’Università e, sul Ponente, sapeva già tutto”. In concomitanza con le campagne di restauro o con gli studi collegati alla sua attività di protezione e valorizzazione del patrimonio ha anche firmato numerose pubblicazioni. I funerali saranno celebrati sabato pomeriggio nella chiesa di San Rocco a Vallecrosia.

IL VESCOVO DI VENTIMIGLIA MONS. ANTONIO SUETTA- La sua scomparsa prematura ha lasciato un enorme vuoto. Stiamo parlando di una delle figure più importanti del panorama culturale e religioso ligure. Il Vescovo di Ventimiglia Mons. Antonio Suetta, il clero e la comunità diocesana tutta si sono immediatamente stretti con affetto e preghiera alla sua famiglia. Il dott. Massimo Bartoletti, era uno storico dell’arte di straordinario acume e finezza, un funzionario di zona della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria attivo nelle province di Savona, Genova e La Spezia. Agli esordi della sua professione era stato per molti anni al servizio della Diocesi di Ventimiglia in qualità di Segretario della Commissione per l’Arte Sacra – allora presieduta da Don Angelo Nanni, – occupandosi attivamente della promozione e vigilanza dei restauri sulle opere d’arte e sulle chiese del nostro territorio. All’attività d’ufficio, svolta con zelo e grande passione, ha sempre affiancato un intenso studio dei documenti d’archivio e delle opere stesse, contribuendo in maniera decisiva alla conoscenza del patrimonio storico artistico dell’area ligure-piemontese, di cui, fino agli anni Ottanta, ben poco era stato indagato e divulgato con il rigore dell’approfondita analisi stilistica comparativa che ha sempre contraddistinto la sua ricerca, spesso rivolta a inediti campi d’indagine storiografica come, ad esempio, ai manufatti in marmo e pietra (non solo sculture ma pure macchine d’altare, tabernacoli, balaustre etc..), riscoperti anche in quanto beni meritevoli di restauro.

Numerosi gli scritti dedicati all’arte ligure confluiti in monografie, cataloghi di mostre, quaderni di studio, etc.. tra i quali piace ricordare la piccola ma esaustiva guida del Convento di San Domenico in Taggia e gli studi sull’arte del Ponente ligure, nel Quattro e Cinquecento, pubblicati nei corposi volumi dedicati all’arte regionale, editi dalla Fondazione Carige.

Il grato ricordo è suscitato in egual modo dal suo lavoro, condotto con serietà e alieno da protagonismi, il cui esito ci consente ancora oggi di godere della presenza di opere davvero significative per le nostre comunità, ma soprattutto dalla speciale maniera con cui lo ha svolto e condiviso generosamente :  col sorriso, suscitato da una piena comprensione della fonte di quella Bellezza che tanto ha contribuito a salvaguardare. Le esequie nella chiesa parrocchiale di San Rocco a Vallecrosia, sua città natale. Per la Soprintendenza fu responsabile per il territorio della Diocesi di Savona-Noli dal 2000 al 2016 ed è per questo che vogliamo unirci alle condoglianze per la sua perdita. Ne ricordiamo il profilo culturale e umano, e la sua sensibilità al mondo delle Confraternite savonesi con il quale ha saputo instaurare positivi e cordiali rapporti.


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