Anche la Sociologia ha oggi compiuto il suo passo verso condizioni più scientifiche.
di Sergio Bevilacqua
Come a suo tempo nella Psicologia, oltre cento anni fa, con la grande esperienza clinica della psicoanalisi e poi di tutte le psicoterapie e, oltre 40 anni fa, con le neuroscienze, esiste oggi nella Sociologia un’esperienza clinica conclamata che ci orienta in modo più scientifico-sperimentale nello studio del funzionamento delle società umane e per la loro salute: il suo nome è Sociatria Organalitica. Sociatria, cioè medicina delle società umane; Organalitica, dalla metodologia utilizzata, la organalisi, di derivazione tecnica dalla psicoanalisi, che realizza gli effetti di cura e di studio delle società umane.
Sono stati trattati con l’approccio sociatrico-organalitico circa 1000 casi di società umane, a confermare alcune ipotesi scientifiche sul loro funzionamento specifico e sul funzionamento generale delle società umane di ogni tipo. Ciò ha costituito un grande contributo allo statuto epistemologico della disciplina sociologica, estraendola dal campo della filosofia e di alcuni rudimentali strumenti statistici e metodologici, insufficienti al salto su dimensioni scientifiche più affidabili.
Qual è allora il contributo attuale, dopo questa evoluzione, che la sociologia in forma sociatrico-organalitica è in grado di dare alla medicina?
Nella medicina, è evidente la prima dipendenza delle patologie individuali da deficit di funzioni e organi dell’organismo umano individuale e la seconda dipendenza, da fattori sistemici individuali di tipo organico (soprattutto) e di tipo cosiddetto psicosomatico. Se però riflettiamo, quanto disagio e quante patologie sono in interazione o dipendono addirittura dalla vita societaria di ciascuno? Il caso eclatante della recente pandemia ha evidenziato come il fattore social-societario sia parecchio incisivo e tutta la epidemiologia ha da tempo aperto una finestra su questo campo estesissimo e affascinante sul piano scientifico e rilevante sul piano medico. Poi, la medicina del lavoro, la psichiatria delle società schizogene o genericamente patogene, la comunanza di stili di vita e comportamenti rischiosi che incidono sulla salute, il burn-out, i costumi condivisi in generale, a puro titolo di esempio quelli alimentari, dimostrano con evidenza quanto la nascita e diffusione delle patologie umane sia legata alla vita societaria degli individui. Questo definisce il terzo livello della incidenza nosologica, dopo organo/funzione e sistema individuo.
La sociatria organalitica ha come oggetto di cura e studio, rigorosamente congiunti, il funzionamento delle società umane, dal livello minimo di complessità, l’unione di due individui come, ad esempio, in un rapporto amoroso, al livello massimo di complessità, l’intera specie. Essa tratta i funzionamenti interni dell’unione societaria e i suoi rapporti con l’ambiente esterno. Elemento molto importante sono le implicazioni del funzionamento dell’organismo societario (la società del caso, che sia azienda, famiglia, società occasionale di scopo, gruppo di opinione, ecc.) rispetto all’organismo individuale umano. Sono stati svolti numerosi interventi di sociatria organalitica a supporto e integrazione della medicina individuale, ad esempio nei campi psichiatrico, nutrizionale, delle iposensorialità, della medicina del lavoro.
Non solo queste, bensì ogni patologia individuale è interessata dal rapporto con la vita societaria, e la miglior vita societaria può fare molto per la cura e la prevenzione delle patologie individuali. Il messaggio conseguente è molto chiaro: occorre allargare sul piano tecnico e istituzionale l’orizzonte della medicina individuale alla dimensione societaria: occorrono sociatri che operino in collaborazione con i medici di quella base che è l’individuo. E questi ultimi, oggi ridotti quasi a burocrati in Italia soprattutto, devono raccogliere il piano clinico della visione e interazione sistemica individuale, ormai molto scarsa oggi, mentre era ben più sviluppata fino a 50-60 anni fa, quando la scienza biologica, farmacologica e la chirurgia, la clinica organico-funzionale insomma, non erano così sviluppate.
Se la nosologia arriva, come nei casi succitati è avvenuto, a includere la clinica societaria, anche il caso di malattie epidemiche ed endemiche in alcuni ambienti, come la malaria, acquisiscono ben altra prospettiva di contrasto. Il lavoro sull’ambiente, sulle attenzioni domestiche, sull’organizzazione di primo soccorso e di cura ospedaliera, sulla prevenzione si struttura in modo ordinato e programmato, e così gli investimenti necessari e i loro parametri di risultato e di efficacia tecnico-umanitaria.
Tutto ciò appare con estrema chiarezza proprio oggi, all’alba del Terzo Millennio, perché il mondo non è mai stato come ora uno e tutt’intero (olos). La società di Grande Massa (non solo otto miliardi d’individui umani che facevano la società di Massa, ma anche l’aggiunta di almeno 40 miliardi di società umane) richiede estrema serietà e attenzione sui funzionamenti di questi soggetti non individuali, ma soggetti comunque, che sono le Società Umane, dotati di volontà e di organizzazione, di specificità di output e capaci di forte condizionamento della vita dei singoli esseri umani. Le competenze sociatriche sono cruciali: la salute degli aspetti logico-operativi di qualunque forma societaria umana (dalle piccole famiglie ai colossi organizzativi mondiali come Stati e loro federazioni, imprese globali, istituzioni globali), degli aspetti psicologici rilevanti nella gestione e degli aspetti socioculturali propri della singola “società” diventano importanti quanto o più della salute individuale.
Anche per questo la Sociatria Organalitica contribuisce al cambiamento di leadership e vision, condizioni umane persistenti e ineludibili anche nell’era neo-diluviana che stiamo vivendo, caratterizzata dalla compresenza di ben 5 rivoluzioni contemporanee: 1. la Globalizzazione; 2. l’Antropocene; 3. la Ipermediatizzazione; 4. la Ginecoforia; 5. il Transumanesimo. Il societarismo e la sua fisiologia e clinica, la Sociatria, viene al servizio del cambiamento e della guida dell’arca nella tempesta perfetta, e aiuta a capire cosa fare con le 5 rivoluzioni, tra cui le diverse forme del transumanesimo (dalle protesi che possono sostituire pezzi di organismo umano fino a quasi ricostruirlo fisicamente, all’AI che lo può attrezzare e che attrezza pure “noi”, agli studi sulla coscienza).
La clinica sociatrica apre un nuovo ciclo conoscitivo, che è precisazione del metodo sperimentale applicato ai sistemi aperti: la sua architettura di ciclo è l’EGEE (Euristica, Gnoseologia, Epistemologia, Ermeneutica) e funziona in modalità di continuo aggiornamento e reinterpretazione, stante la natura sempre un poco aleatoria dei sistemi di riferimento.
È intuitivo su questa base quale potrà essere l’impatto sull’innovazione tecnologica e sul futuro della scienza. Purtroppo, il tema ci porterebbe troppo lontano e non è questa di oggi la sede per un ulteriore viaggio interstellare nell’Universo Uomo. Riprenderò presto il discorso su questo interessante argomento.
Sergio Bevilacqua