Ricevo una telefonata, mi chiedono se conosco qualcuno che venda casa, a Noli. Cercano un appartamento nei vicoli, a pianterreno, due camere, l’essenziale.
di Massimo Germano
Chi parla mi confida che si tratta di una offerta ”fuori mercato”, da prendere assolutamente in considerazione. Gli dico che proprio non ho
idea, e ci mettiamo a parlare. Gli chiedo come sta muovendosi il mercato, e mi ragguaglia al riguardo.
Conosco le case di Noli meglio di un operatore immobiliare. Ho abitato sulla Marina, nei vicoli, su per il Castello, nelle nuove case verso Voze, nella Casa dei Pescatori, lungo la fiumara. Eravamo poveri, ma per nulla al mondo avremmo rinunciato alle vacanze al mare, con i nonni. Ad esse i miei sacrificarono per lungo tempo l’auto, la lavatrice, il televisore e il frigorifero.
Amici più poveri di me si permettavano il lusso del montgomery, un cappotto allora di moda, ma ad ogni mia richiesta si opponeva lo stesso rifiuto e la stessa motivazione: dobbiamo risparmiare per le vacanze.
Le spese erano notevoli, l’affitto di un appartamento e dell’ombrellone, sdraio e cabina. Anche le fatiche erano notevoli, il viaggio in treno, il baule mandato per corriere, il fare e il disfare alle prese con mobili, armadi e letti sconosciuti. Per mia madre e mio padre il divertimento era poco. Si andava al mare ”per fare salute”, e a questa regola bisognava attenersi in tutto e per tutto. Mio padre veniva per tre giorni a Ferragosto, lo ricordo seduto in spiaggia vestito di tutto punto, si allentava un poco la cravatta e si slacciava le scarpe. Alle cinque del pomeriggio lo riaccompagnavamo alla stazione, ci faceva le raccomandazioni di rito, soprattutto a me, di comportarmi bene, di fare i compiti, di obbedire a mia madre e a Giglio e Maria, i due mitici bagnini dei favolosi Bagni Anita, già ricordati più volte su Trucioli.it
Ero fortunato, e i miei non mancavano mai di ricordarmelo. Anche i miei amici andavano al mare, ma in colonia, Noli ne ospitava alcune. Altri risparmiavano andando alla spiaggia libera dei Pescatori, anch’essa gi`a ricordata su Trucioli. Ci accontentavamo di poco: se confrontiamo la vita di quei tempi con la vita odierna, anche i più ricchi oggi farebbero pietà.
Acquistare a Noli la casa fu per mio padre un grosso sacrificio. Fu mio nonno che lo convinse: ”Dammi retta, è il momento giusto, qui a Noli più di tanto non si potrà costruire”. Possedere una seconda casa a Noli senza avere la prima a Torino gli sembrava un’enormità. La cosa era abbastanza strana anche per le tasse: ”Ha un appartamento a Noli, ma non ha l’auto e il televisore, ma a chi la dà a bere?”
Stavo così bene a Noli con i nonni che a volte i miei mi dimenticavano lì. Belle le estati ma incantevoli gli inverni: al mattino accendevo la stufa, era un compito che mi riempiva di orgoglio. Osservavo curioso le pigne secche accendersi e scricchiolare allegre nella fiamma. Fatto questo, con prudenza inserivo dei pezzi di legna da ardere, finchè un fuoco caldo e moderato annunciava la riuscita accensione.
Il nonno controllava, ma da lontano, la cartella per la scuola già pronta dalla sera precedente. Allora qualche volta nevicava. Non molto, neve gentile, allegra, che invitava a uscire. A scuola si faceva vacanza, si saliva trafelati e contenti alla nuova sede per poi uscirne subito,
con la maestra, a godersi la giornata all’aperto.
Massimo Germano