A cento anni dalla sua nascita, il ricordo di quando l’ineguagliabile uomo di spettacolo era solito trascorrere parte delle vacanze a Varazze, tra gli anni 1955 e 1965.
di Tiziano Franzi
La vita e la carriera- Walter Chiari, pseudonimo di Walter Michele Armando Annicchiarico (Verona, 8 marzo
1924 – Milano, 20 dicembre 1991), è stato attore teatrale, cinematografico e televisivo e uno dei più noti comici dello spettacolo italiano. Esponente di spicco della commedia all’italiana, grande mattatore sul piccolo schermo, è stato uno dei protagonisti del varietà televisivo dagli albori fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento.
Nel 1946 ottenne la sua prima parte di rilievo e contemporaneamente esordì nel cinema. In televisione ripropose numerosi sketch tratti dalle sue riviste, il più celebre dei quali rimane quello del “Sarchiapone“, trasmesso per la prima volta nel 1958 durante il programma televisivo “La via del successo” insieme a Carlo Campanini, sua fedele “spalla”; partecipò come ospite fisso a numerose trasmissioni: su tutte”Studio Uno”, con la regia di Antonello Falqui.
Oltre che come attore, divenne noto – finendo sulle prime pagine dei rotocalchi – per storie d’amore con donne famose come Elsa Martinelli, Lucia Bosè (con la quale ebbe un lungo fidanzamento), con la principessa Maria Gabriella di Savoia, con la cantante Mina, venendo descritto dalla stampa come un infaticabile dongiovanni.
Nel 1957 fu scritturato per “La capannina”, una produzione statunitense girata a Cinecittà; qui conobbe Ava Gardner, con la quale intrecciò un chiacchierato flirt, finendo nella cronaca mondana di riviste straniere e, grazie a questa pubblicità ottenne anche un ingaggio a Broadway, dove nel 1961 interpretò oltre un centinaio di repliche della commedia musicale “The Gay Life”, tratta da Schnitzler. A seguito però della parodia di suo marito che Walter improvvisò al termine di una cena, la Gardner si alzò sdegnata dal tavolo piantandolo in asso e andandosene direttamente all’aeroporto, da dove prese un aereo per gli Stati Uniti. Nel 1966 venne scelto come attore protagonista per il film australiano”Sono strana gente”. Durante le riprese del film conobbe Alida Chelli e iniziò con lei una lunga e travagliata relazione che fu protagonista delle copertine dei settimanali. I due si sposarono nel 1969 e divorziarono nel 1972, dopo aver avuto un figlio, Simone. Nel 1968 fu il conduttore della celebre trasmissione televisiva “Canzonissima”
Gli anni Settanta furono per lui molto burrascosi, segnati anche dall’accusa di consumo e spaccio di cocaina, in conseguenza della quale scontò alcuni mesi di carcere. Nel 1978 fu protagonista nella prima parte dello spettacolo che segnò l’attesissimo ritorno sulle scene di Mina al teatro-tenda “Bussoladomani“, in Versilia. Nello stesso anno tornò al teatro leggero con la commedia di Paolo Mosca “Hai mai provato nell’acqua calda?” in cui aveva come partner Ivana Monti.
Nel 1982, sempre con la Monti, riportò in scena “l gufo e la gattina“, curandone anche la regia teatrale. Soltanto nel 1986 venne riabilitato dal mondo dello spettacolo grazie al teatro di prosa, al quale ritornò in un adattamento de “Gli amici”di Arnold Wesker, e al programma televisivo della RAI in sette puntate “Storia di un altro italiano“, biografia diretta da Tatti Sanguineti. L’ultima trasmissione televisiva a cui partecipò fu “Domenica Italiana“, condotta da Paolo Bonolis, il 10 novembre 1991; in quell’occasione si rese protagonista di una gag con il conduttore dove, mentre la trasmissione volgeva al termine, con i consueti titoli di coda, Chiari non accennava a smettere di parlare, e a nulla valsero i tentativi di Bonolis di interrompere il suo discorso. Morì per infarto al miocardio il 20 dicembre 1991, all’età di 57 anni. Sulla tomba fu inciso un epitaffio che, si dice, egli stesso avesse scritto: “Non preoccupatevi amici, è solo sonno arretrato“.
Dopo la morte, l’attore fu relativamente dimenticato dai media. Nel 2001 fu ricordato in un breve passaggio sulla Rai. La sua memoria fu portata avanti dal figlio Simone, quando, nel 2011 fu istituito il Premio “Walter Chiari – Il Sarchiapone”, dedicato a giovani comici emergenti, e nel 2012 fu prodotto il film TV “Walter Chiari – Fino all’ultima risata“, che ripropone le tappe di vita dell’artista.
Walter Chiari a Varazze- Varazze era negli anni dal ’50 ai ’70 del Novecento uno dei luoghi di villeggiatura più rinomati della Liguria di ponente, contendendosi il primato soltanto con Alassio. Furono quegli gli anni della prima speculazione edilizia (la cosiddetta “Rapallizzazione“) come quasi dovunque in Liguria, ma Varazze si distingueva soprattutto per una scelta clientela della medio-alta borghesia principalmente lombarda e piemontese e per la frequentazione di molti turisti del centro e nord Europa.
In quegli anni i locali da ballo di Varazze erano noti a tutti: il Kursaal Margherita (con l’organizzazione di importanti serate di gala a opera del proprietario Ernesto Botta) , il Boschetto, il Nautilus, solo per ricordare i più importanti.
Fu proprio in quegli anni che Walter Chiari venne per la prima volta a Varazze, inizialmente come show man di molti spettacoli di intrattenimento, ma in seguito anche perché aveva apprezzato non soltanto il clima, ma soprattutto la cordialità e la cortesia dei suoi abitanti. Peraltro Varazze è, geograficamente, un luogo strategico per raggiungere in poche ore Milano, Torino e, con qualche ora di viaggio in più, Roma.
L’attore fu ospite a Varazze per lunghi soggiorni presso amici, imprenditori del mondo dello spettacolo, industriali e mecenati. In quelle occasioni mise gli occhi su una piccola ma confortevole villa proprio di fronte al mare, in via Genova. La affittò per un certo periodo dopo essere stato ospite di Sylva Koscina che era abitava nella stessa villetta, al piano di sotto.
Era solito fare il bagno tra gli scogli di fronte alla sua casa, oppure frequentare – sempre in dolce compagnia- gli stabilimenti balneari dell’arco varazzino. Gli piaceva il contatto con la gente e non si sottraeva mai alla richiesta di un autografo (allora non c’erano ancora i selfie) e non disdegnava di sedersi nei dehor di qualche bar in centro.
Le immagini che lo ritraggono, e che furono rilanciate su tutti i rotocalchi, lo mostrano sempre sorridente e a proprio agio nel piccolo “rifugio” di Varazze, pronto a raggiungere i più rinomati palcoscenici dove si esibiva come intrattenitore e one-man-show nelle sue celebri serate, per poi , alle prime luci dell’alba, fare ritorno nella sua villa sul mare.
Il periodo di tempo della sua maggiore frequentazione di Varazze occupa un decennio: dal 1956 al 1966, cui seguirono altre non regolari occasioni di permanenza, fino a quando, negli anni ’70 decise di vendere la sua villa.
Tiziano Franzi