Non si è letto, almeno sui media del ponente ligure, del fiorente e ricco mercato dei ‘rossetti’ pescati nel Tirreno, tra il Levante Ligure e la provincia di Livorno. I primi ‘rossetti’ si potevano trovare in rare pescherie (parliamo del savonese) a fine novembre a 90 € il kg. Si è proseguito fino ai nostri giorni, con variazioni tra 70 e 65€. Un bel business che ha soppiantato il ‘mercato dei bianchetti’ per decenni assai fiorente anche nel mar Ligure di ponente e con i pescatori locali.
Se dei prelibati ‘rossetti’ per chi non si deve preoccupare di arrivare a fine mese non si parla più nonostante il ricco commercio. Sono finiti nel più assoluto dimenticatoio anche i ‘cicciarelli’ che avevano la loro ‘capitale’ nella storica Noli al punto di diventare ‘presidio dello Slow Food‘.
Se i ‘rossetti’ sul mercato ittico di Savona se ne commerciano, quando più e quando meno, una decina di cassette al giorno (da 8 kg circa) nella stagione invernale, mentre cicciarelli’ si trovavano quasi tutto l’anno (escluso periodo deposizione uova). E rappresentavano una soddisfacente fonte di reddito e consumo per i buongustai. Con prezzi assai più popolari. Ma si aggiunga un particolare sulla prelibatezza dei rossetti nostrani. Non parliamo dei cinesi che arrivano surgelati e certi ristoranti li offrono con impasto di frittelle.
Se il pescato dell’alto Tirreno si paga 65-90 € al kg, quello proveniente dalla Puglia (Manfredonia) costa poco più della metà, una media di 50 € al kg. E c’è più di una ragione e di un motivo di scegliere il primo piuttosto che il secondo dove è facilissimo trovare tracce di alghe e sabbia.
Cosa è successo e perchè è proibita la pesca al cicciarello? Una legge, in osservanza a una norma europea, ha vietato l’uso di rete (da pesca) a maglia fine. Una rete corta che consentiva, ad esempio, anche di pescare i ‘gianchetti’ o in passato bianchetti nome commerciale attribuito al novellame del pesce azzurro, pescato nel Mar Mediterraneo, mentre più rare sono quelle del ‘cicerello’ e di altre specie come il pagello. Gli adulti della specie Aphia minuta, ora venduti in luogo dei gianchetti, hanno il nome commerciale di rossetti.
Ricorda una memoria storica nolese, il comandante Carlo Gambetta: “C’erano due, tre zone, esempio Capo Noli e Capo di Finale, dove si pescavano solo cicciarelli che erano unicamente prede delle ‘limonine’ o ‘lecce’ che si spostano a branchi e possono arrivare fino a 3 kg a esemplare. Si usava la rete che noi chiamiamo ‘bursin’ e che veniva utilizzata anche per la storica pesca alla lampara e capitava di pescare pure totanetti piccoli. Il divieto rapopresenta un vero peccato e un danno che si è determinato per tutta la filiera del pescato. Purtroppo un tema ignorato e che rimane nei ricordi e nostalgie dei veterani”.
2/COMUNICATO STAMPA – PESCA, LA LIGURIA CHIEDERÀ IN CONFERENZA STATO-REGIONI DI RIVEDERE IL DECRETO ANTI-PALAMITI. Il capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio: “Con il collega Vaccarezza e tante associazioni porteremo avanti la battaglia anche a livello nazionale”.
La Giunta regionale della Liguria porterà in Conferenza Stato-Regioni la richiesta di revisione del decreto con il quale il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha ridotto da 200 a 50 il numero di ami utilizzabili per la pesca con il palamito, introducendo anche il divieto di usare verricelli elettrici per salparli. E’ quanto emerso questa mattina in Consiglio Regionale, in esito alla discussione di una Interrogazione presentata sul tema dal capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio e dal vice-capogruppo Angelo Vaccarezza.
3/PESCA DEL TONNO ROSSO, VICE PRESIDENTE ALESSANDRO PIANA: “NECESSARIA REVISIONE DEI CONTINGENTI SU BASE REGIONALE”
COMUNICATO STAMPA GENOVA 12 MARZO 2024. “Chiederemo di inserire tra i punti all’ordine del giorno della prossima Commissione Politiche Agricole il confronto sulle criticità dei contingenti di cattura del tonno rosso stabiliti a livello nazionale, secondo parametri che penalizzano sia la piccola pesca professionale che la pesca sportiva e ricreativa. Non c’è alcuna imbarcazione ligure dedicata alla pesca professionale del tonno rosso che abbia a disposizione quote sui sistemi circuizione, palangaro e tonnara fissa che rappresentano complessivamente il 90% delle catture. Per la piccola pesca e la pesca ricreativa la situazione è altrettanto complicata. Basti pensare che la maggiore disponibilità di tonno rosso nel Mar Ligure si registra in autunno, periodo dell’anno in cui a livello nazionale si è già pressoché esaurita la quota assegnata coi criteri nazionali per la pesca, lasciando i pescatori nell’impossibilità di usufruire dei contingenti previsti. Per questo è necessaria una revisione delle quote su base regionale”. Lo dichiara in Consiglio regionale l’assessore alla Pesca Alessandro Piana rispondendo all’interrogazione sulla pesca del tonno rosso del consigliere Stefano Mai, auspicando una ripartizione di quote a livello regionale che conceda la possibilità a pescatori e pescasportivi liguri di poter effettuare catture.
4/COMUNICATO STAMPA 12 MARZO 2024-PESCA SPORTIVA E RICREATIVA, VICE PRESIDENTE ALESSANDRO PIANA: “CHIEDEREMO DI INSERIRE ALL’ORDINE DEL GIORNO DELLA PROSSIMA COMMISSIONE POLITICHE AGRICOLE LA PESCA COL PALANGARO”
GENOVA. “Ringrazio tutti i consiglieri firmatari delle interrogazioni presentate oggi in Consiglio che mi permettono di fare chiarezza sull’ultimo decreto del Masaf (ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e dele Foreste) del 30 gennaio 2024 sulle misure tecniche della pesca sportiva e ricreativa con il palangaro. Trattandosi di una competenza esclusiva dello Stato che non prevede l’acquisizione di pareri o l’intesa nella Conferenza Stato Regioni va da sé che la Regione non abbia la potestà giuridica su questa materia. Occorre però sottolineare come si siano originate anche erronee valutazioni sul decreto stesso: la pesca con palangaro a fini sportivi e ricreativi non è vietata, ma limitata. Tuttavia questa limitazione incide negativamente sulla pesca dilettantistica che in Liguria è molto nutrita e penalizzarla porterebbe improvvide ricadute sul ciclo economico collegato. Oltretutto nei nostri porti abbiamo imbarcazioni iscritte che provengono in larga parte da Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, con gli indotti che ne conseguono. L’ultima cosa che vogliamo creare poi è l’inasprimento del rapporto tra pescasportivi e professionisti, che negli ultimi anni sono stati sempre più penalizzati per giornate e quantitativo di pesca o dimensioni delle reti. Tra l’altro vorrei ricordare che questa pesca ricreativa è una pesca che si basa su una o due catture, molto limitata come pressione nell’ambito marino. Per tutelare la tradizione chiederò quindi di inserire il punto all’ordine del giorno della Commissione Politiche Agricole, in modo da sensibilizzare i colleghi e proporre una interlocuzione specifica col ministero”. Così il vice presidente della Regione Liguria con delega alla Pesca Alessandro Piana sulle nuove misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro.