Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale, leggenda del basilico e invasioni saracene. Un Crocifisso ferito. I 305 cerialesi presi in ostaggio


Sulla collina di Ceriale, nei tempi oscuri delle invasioni barbariche, dopo il crollo dell’Impero Romano, vengono eretti una chiesa ed un ospizio dedicati a S. Eugenio, dai monaci benedettini.2/ULTIMA ORA – Giovedì 22 febbraio, alle 17,30, verrà presentato nella Sala Polivalente del Comune di Ceriale, il 19° libro del giornalista Pier Paolo Cervone, già sindaco di Finale Ligure. E’ intitolato <Scontro per Fiume. D’Annunzio e Caviglia>.Vedi a fondo pagina.

di Ezio Marinoni

Nel XII secolo i Cavalieri Gerosolimitani costruiscono un altro ospizio con la chiesa di S. Giovanni sulla spiaggia verso Capo d’Anzio: intorno a questo complesso si andrà formando Ceriale, piccolo borgo annesso e facente parte del Comune di Albenga fino al 1797.

Una nuova chiesa, voluta da Cavalieri di Malta, con cimitero adiacente, sorge nel 1464. La visita apostolica compiuta da Mons. Niccolò Mascardi, Vescovo di Mariano, in ottemperanza alle nuove disposizioni del Concilio di Trento, ci regala la prima descrizione della nuova chiesa, con i santi in essa venerati: S. Antonio, S. Chiara, S. Caterina, S. Orsola e S. Biagio. Da questa visita, che interessa tutta la Diocesi nasce il testo Sacro e vago Giardinello, scritto dal Canonico Paneri (1).

Nell’Ottocento, lo storico Goffredo Casalis così descriveva il paese:

« (…) Forma un solo comune col piccolo villaggio detto Peagna o Pedagna, il cui nome indica quel tratto di pianura che quivi aggirasi a piè de’ monti come un semicircolo.

(…) Fra gli abitanti si contano pochi marinari e pochi pescatori. Attendono per lo più all’agricoltura: alcuni lavorano intorno ad una cava di pietre da molino, che si vendono nel Genovesato, in Provenza ed in Corsica.

La chiesa parrocchiale di recente costruzione fu fatta sul disegno dell’architetto Brunenghi. Contiene quadri di pochissimo pregio, tranne uno che rappresenta s. Catterina martire, il quale si crede essere lavoro del Carloni: sonovi tre chiesette campestri non osservabili per alcuna particolarità. In questi ultimi anni vi fu edificato un bell’oratorio sul disegno del signor Belloni architetto albenganese.

Vi sorgono due forti: uno in riva al mare in mezzo del paese, e l’altro sopra un’altura: il primo fu costrutto in modo da poter fare qualche resistenza.

Cenni storici. Il nome di questo villaggio sembra indicare un foro romano, ove dalle vicine valli si venisse a far mercato di cereali.

Nel 1639 un Ciribì, capitano algerino, sbarcò con sette galere in questo comune, diedegli il sacco, spogliò la chiesa parrocchiale, mandolla in fiamme, e fece trecento schiavi, i quali furono poi riscattati parte con donativi del governo genovese, e parte con denari che il comune prese ad impresti. Quel riscatto costò quattrocento mila franchi. (Popol. 1100.»

Per curiosità, segnaliamo che all’interno del Regno di Sardegna della sua epoca, il Casalis cita altre due località omonime, entrambe in Piemonte: Ceriale di Cuneo (Cartignano, all’imbocco della Val Maira) e Ceriale di Torino (l’abbazia di Casanova, nei pressi di Carmagnola).

La leggenda del basilico, tradizionale di Ceriale, si collega ad una delle invasioni dei Saraceni. Ben Kaled, detto “il rinnegato di Algeri”, durante una scorribanda con i suoi pirati, viene colpito dalla bellezza di una ragazza di cui si invaghisce, ma lei lo rifiuta e lui tornato in patria con l’ossessione di lei. Incapace di accettare quel rifiuto, organizza una nuova spedizione verso la Liguria, che costerà la vita a molti abitanti del luogo e, tra gli altri invasori caduti, anche al focoso pretendente, che muore per le conseguenze della caduta di un vaso di basilico lanciatogli addosso contro dalla fanciulla da lui agognata, attraverso una piccola finestra. Per questo motivo, da allora e per molto tempo, la tradizione ha fatto esporre sui davanzali delle finestre di Ceriale una piantina di basilico in segno beneaugurale.

All’interno della chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Eugenio si incontrano alcune opere d’interesse.

Il ciborio all’altare maggiore proviene dalla chiesa dei Padri Minimi che si trovava sul Capo d’Anzio di Borghetto Santo Spirito, distrutta in epoca napoleonica per l’apertura della strada litoranea.

Nella cappella a destra del presbiterio, dietro una grata in ferro battuto del Cinquecento, è esposto il cosiddetto “Cristo dei Turchi”, crocifisso ligneo policromo, di autore ignoto, del XVI secolo. Su una coscia e in mezzo al petto si notano i segni lasciati da due colpi d’archibugio sparati dagli assalitori venuti dal mare.

Nella navata centrale, a sinistra, sul pulpito in ardesia è scolpito Cristo, su una altura con inciso il simbolo della morte (un segno negativo rispetto alla speranza della Resurrezione).

L’altare di S. Giuseppe, all’altare della cappella omonima, è dovuto alla famiglia Noberasco, come risulta dalla relazione della visita pastorale del 1662: per tale motivo, il Vescovo del tempo, invoca sulla famiglia la ricompensa divina.

Nella Cappella della Vergine del Carmelo campeggia un dipinto di Paolo Gerolamo Piola (2), figlio del più famoso Domenico e allievo nella sua bottega (Vergine con Bambino, S. Francesco da Paola e S. Antonio), proveniente dal distrutto convento situato al Capo d’Anzio.

In sacrestia sono conservati due reliquiari, di santi assai poco conosciuti: S. Bono (3) e S. Olimpio (4); il supporto di questo secondo reliquiario reca incise le lettere “S” e “I”. A chi si riferiscono, forse a un benefattore?

Lo storico bastione di Ceriale, proprietà privata, utilizzato come agenzia daffari

Sempre in chiesa, si trova un fascicoletto intitolato Lo sbarco dei turchi barbareschi a Ceriale – 2 luglio 1637, elaborato grazie alle ricerche del prof. Francesco Gallea. La data indicata dal Casalis nel suo monumentale testo (1639) risulta, dunque, inesatta. Si tratta della terza scorreria, ad opera di “barbareschi” provenienti dalla Berberia, in Nord Africa. Otto imbarcazioni, agli ordini di Celebes Alì (detto Ciribì), Bey di Tunisi, attaccano la costa savonese, evitando le fortificazioni di Albenga e Loano. Depredano, come detto, il convento della Congregazione di S. Spirito e, trovandovi poco a causa della sua decadenza, si dirigono verso Ceriale. Nonostante il torrione di piazza, oggi agenzia d’affari, sia dotato di una colubrina, l’attacco dura l’intera notte del 2 luglio 1637; al termine, 305 cerialesi vengono presi in ostaggio e portati in Berberia. Per questo fatto, a distanza di secoli, a Loano, Borghetto Santo Spirito e Albenga, il 2 luglio si svolge ancora una processione in ringraziamento, con le locali Confraternite.

Il viaggio verso l’Africa è lungo, le famiglie rimangono senza notizie dei congiunti rapiti; a Genova è insediato il Magistrato per il riscatto degli schiavi (5), per analoghe situazioni che si verificano nella regione ligure. Per pagare il riscatto ci si avvale di mediatori, spesso ex prigionieri. I cerialesi, depredati durante la stessa incursione, sono sprovvisti di mezzi per pagare e in questa vicenda giocano un ruolo importante gli Ordini religiosi del Trinitari (6) e dei Mercedari (7), che hanno oratori nella Diocesi, insieme alle Confraternite dei Disciplinanti.

La cattività nordafricana durerà dai tre ai dieci anni per i cerialesi rapiti, e ha ispirato tre ottave di versi a Pasquale Lamberti, all’interno del poemetto “Patria dell’autore”.

Il sopra citato prof. Gallea si può fregiare di molti meriti nello sviluppo della rassegna culturale che si svolge ancora oggi nella frazione cerialese di Peagna, un vivace capitolo da raccontare per la storia della cultura e dell’editoria ligure.

Ezio Marinoni

Note

    • Il Sacro e vago giardinello è un manoscritto seicentesco realizzato tra il 1624 e il 1625 da Gio Ambrogio Paneri, prima segretario di Pier Francesco Costa juniore (1594-1653) Vescovo di Albenga, poi rettore del seminario e canonico della cattedrale di San Michele di Albenga.
    • Paolo Gerolamo Piola (Genova, 30 settembre 1666 – Genova, dicembre 1724). Secondo quanto affermato dal Ratti, il Piola, affabile e generoso, era amante della propria libertà, per questo non si sposa, né vorrà avere allievi. Viene sepolto nella scomparsa chiesa di Sant’Andrea, a Genova.
    • Incontriamo un san Bono a Cagliari, martire, vissuto nel III secolo d.C. È il patrono principale della città di Cagliari, e la sua memoria viene celebrata il 1° marzo (e il 10 marzo in alcuni luoghi). Non si conosce molto della sua vita; le notizie che ci sono pervenute provengono da fonti agiografiche, che lo descrivono come uomo di grande fede e carità.
    • Ancora più incerte le notizie su questo santo. L’onomastico è tradizionalmente festeggiato il 12 giugno in ricordo di Sant’Olimpio vescovo e confessore in Tracia. La Chiesa ricorda anche un martire, ucciso a Roma, con la moglie Esuperia e i figli Sinfronio e Teòdolo, il 26 luglio, che in qualche località è venerato l’8 dicembre.
    • Il Magistrato per il riscatto degli schiavi viene istituito a Genova nel 1597 per il pagamento del riscatto dei cittadini caduti in mano agli “infedeli” e ridotti in schiavitù.
    • Ordine della SS.ma Trinità e degli schiavi. L’Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) è una famiglia religiosa fondata dal francese Giovanni di Matha (1154-1213) con una Regola propria, approvata da Innocenzo III il 17 dicembre 1198 con la bolla “Operante divine dispositionis”. Nella Chiesa questa è la prima istituzione ufficiale inerme, che si dedica al servizio della redenzione, armata solo della misericordia e con l’unica intenzione di riportare la speranza ai fratelli che soffrono sotto il giogo della schiavitù. Giovanni di Matha fonda un nuovo e originale progetto di vita religiosa, che collega la Trinità e la redenzione degli schiavi.
    • L’Ordine di Santa Maria della Mercede viene fondato a Barcellona il 10 agosto 1218 da Pietro Nolasco, allo scopo di liberare i prigionieri cristiani fatti schiavi dai musulmani o dai pagani (a tal fine, i Mercedari aggiungono ai tre voti consueti un quarto voto, detto “di redenzione”, mediante il quale si impegnano a sostituire con la loro persona i prigionieri in pericolo di rinnegare la fede) e viene approvato il 17 gennaio 1235 da papa Gregorio IX.

2/CERIALE, IL LIBRO DEL GIORNALISTA SCRITTORE PIER PAOLO CERVONE

Giovedì 22 febbraio, alle 17,30, verrà presentato nella Sala Polivalente del Comune di Ceriale, il nuovo libro del giornalista Pier Paolo Cervone, già sindaco di Finale Ligure. E’ intitolato <Scontro per Fiume. D’Annunzio e Caviglia>. Si tratta del 19° volume volume scritto dal giornalista per la casa editrice Mursia di Milano. Quasi tutti dedicati alla storia della Prima e Seconda Guerra mondiale. Già consegnato il 20°, dedicato al genovese Antonio Ramognino, impegnato a combattere gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale con i barchini di sua invenzione e adottati dalla Regia Marina. A Fiume i protagonisti sono il Maresciallo d’Italia Enrico Caviglia, nato e morto a Finale Ligurre, già protagonista di molte pagine della storia della Prima Guerra Mondiale, e il Vate, ovvero Gabriele D’Annunzio, scrittore, poeta, parlamentare, trascinatore, scrittore, commediografo e quant’altro. Una guerra tutta italiana, insomma. Vince Caviglia, perchè Caviglia comanda l’esercito italiano e non gruppi di rivoltosi. Vince perchè c’era da rispettare i voleri di Casa Savoia e degli accordi internazionali.


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Ezio Marinoni

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