Comunicare sta alla base di ogni manifestazione sociale, il linguaggio e le parole che lo compongono, con i loro significati, sono da considerarsi il costrutto attraverso il quale quel miracoloso binomio fatto dell’umanità e della cultura che essa genera può essere trasmesso, conservato e progredire.
di Natalino Codatozza
Comunicare sta alla base di ogni manifestazione sociale, il linguaggio e le parole che lo compongono, con i loro significati, sono da considerarsi il costrutto attraverso il quale quel miracoloso binomio fatto dell’umanità e della cultura che essa genera può essere trasmesso, conservato e progredire.
Le scienze sociali hanno la pretesa di fornire dei modelli coerenti che rappresentino e diano spiegazioni dell’infinitamente complessa rete di fenomeni in cui si compone il flusso del divenire nell’ambiente umano; ciò non può prescindere dalla precisione del linguaggio.
Va anche considerato che la natura dell’insieme di “sistemi aperti” che compongono la materia in oggetto, ne rendono fluido il complesso in cui i confini delle frazioni che lo costituiscono sono sempre correlati alla maniera espressa nelle geometrie di tipo frattale.
Quanto detto sopra occorre come premessa per riferirsi al caso di chi sparge in proposito opinioni date per assunti scientifici, avvalendosi della fluidità della materia per dichiararsi addirittura fondatore di una “nuova scienza”, la Sociatria.
A proposito voglio notare pochi particolari che mettono sull’avviso: 1) guardando nel vocabolario, inteso come dizionario naturalmente, alla voce sociatria e sociatra non corrisponde alcunché, 2) chi ne tratta produce scritti costellati di ameni neologismi come: “ginecoforia”, “quadrivoluzione”& altri (a loro volta assenti nel dizionario) che paiono messi lì a bella posta per dare al tutto un piglio erudito e tecnico, 3) l’autore non manca di gettare qua e là qualche strale agli accademici del settore tacciandoli di sterile teoreticismo, nel classico stile della volpe di Esopo.
Occorre dire, ad onor del vero, che nello scibile umano il termine sociatria esiste: fu coniato da Jacob Levi Moreno, psichiatra scomparso nel 1974 che dai propri studi sull’interazione sociale nei piccoli gruppi e sugli interventi clinici nei disturbi relazionali, ideò le tecniche terapeutiche dello psicodramma e del sociodramma. Per quanto attiene invece al caso a cui faccio riferimento, non è rintracciabile alcuna pubblicazione scientifica che riguardi quanto viene proposto ma esiste un manuale auto-pubblicato.
Personalmente sono un fermo sostenitore della liceità di qualsiasi opinione in quanto tale, ma credo altrettanto fermamente che non vada oltrepassato questo legittimo confine alterando il peso specifico delle proprie asserzioni con etichette fuorvianti. Evidenziati i contorni del caso è naturale domandarsi se vada ascritto alla pseudoscienza come l’ufologia oppure considerato come un fenomeno individuale. Fa propendere per la seconda ipotesi il fatto che il termine ufologia sia presente nel dizionario ad attestare la reale esistenza di un certo fenomeno sociale che il lemma indica.
Il risultato di questa breve analisi porta a concludere che il Sociatra e la Scienza che deve dispensare sono da considerarsi un oggetto non-volante non identificato, ovvero un U.N.F.O.
Natalino Codatozza