E’ nato a Savona nel 1935 (si avvicina agli 88 anni), ma è alassino purosangue. Una vita da idraulico, da un alloggio all’altro. Conosce ogni angolo della città come pochi altri, ma con i tempi moderni non si trova più a suo agio. “La mia Alassio è cambiata, irriconoscibile, c’è solo la spiaggia che è rimasta la stessa e se la fanno strapagare”.
di Luciano Corrado
Giovanni Scherma: “Sono nato a Savona perché era un parto di 5 kg e qui non erano attrezzati. Il resto della mia vita è in questa città e dove ho conseguito solo la quinta elementare. Ho imparato il mestiere da Nicola Mastroianni e dopo cinque anni da apprendista ho ricevuto il certificato del mestiere. Per 12 anni ho fatto il garzone e ricevevo 300 lire a settimana. Poi sono venuto a sapere che quella paghetta gliela dava mia mamma per incoraggiarmi. Sono sposato e vedevo, mia moglie Elvira era sarta e di origine pugliese. Ho due figlie Susanna di 64 anni, vedova e Claudia di 59 anni, due nipoti. Abito in centro città, non lontano dalla caserma dei carabinieri”.
Eppure Giovanni non è un alassino qualunque. L’abbiamo potuto scoprire ed ammirare sul lungomare, in una improvvisata area di sosta. Attorniato da un cappanello di persone. E’ arrivato con un Ape Piaggio da collezione che ha assemblato in 56 anni ed è diventata un’unica opera d’arte e di ingegno manuale. Sul pianale del ‘motomezzo’ ha caricato due spettacolari esemplari’cinquantini’ sempre della Piaggio. Veri e proprio capolavori si direbbe ai quali ha dedicato rispettivamente 30 e 40 anni del suo tempo, del suo hobby. E tutti e tre sono perfettamente funzionanti.
Giovanni non si sbilancia quando gli si chiede se sono in vendita. “Per ora mi godo la soddisfazione di esibirli ai turisti che possono ammirare, nella nostra città, qualcosa di diverso, di particolare e devo dire che sono molto interessati. A casa ho realizzato anche una collezione di 44 modellini di ‘Ape’, ai quali ho dedicato 20 anni. Tutti differenti uno dall’altro, con i pedalini realizzati in legno d’olivo e esclusivamente da mostra. Purtroppo non ho fama di artista, né quella del Muretto di Alassio. Sono una persona semplice e ai miei tempi avevo un caro amico che è stato forse il più amato sindaco della città, il dott. Grollero, un grande uomo, non aveva nemici e si faceva in quattro quando gli si chiedeva aiuto per una pratica comunale”. Dino Grollero sindaco degli anni difficili. Prima la Resistenza e poi l’impegno, dal 1975, alla guida della prima giunta di sinistra. La sua vita da medico e le battaglie contro la corruzione dilagante. Detestava i faccendieri, non risparmiava il suo Partito, il Pci. La sua vera bandiera era l’onestà messa in pratica ogni giorno.
Come è cambiata Alassio ? “Non mi faccia dire, io appartengo alla generazione che ha vissuto nei periodi in cui gli orti erano più numerosi dei palazzi, gli alberi più diffusi erano aranci e mandarini, come dimenticare quei profumi durante la fioritura. Ho vissuto il periodo dei miei concittadini dediti alla pesca. Ora quelle poche volte che cammino per strada quasi non mi oriento e salutare un conoscente è da mosca bianca. Sa quanti bagni ho realizzato e quante rubinetterie ho messo. Allora per un bagno in casa ci voleva 15 giorni di lavoro, da mattino a sera, oggi si fa in meno di due giorni. Per il resto posso dire che la gente mi pare molto più riservata, si pensa soprattutto a se stessi, c’è poca o niente socialità. Hanno tutti il ‘telefonino’ tra le mani e se lo portano pure al gabinetto”.
C’è qualcosa che l’ha particolarmente contrariata ? Giovanni sbotta: “Ma lo sa che due o tre domeniche fa ero fermo in Piazza Airaldi e Durante, come sono qui ora, e sono stato avvicinato da due vigilesse. Hanno chiesto i documenti, patente e libretto di circolazione. Educate e gentili, però sono stato multato. 44 euro per aver sosta in luogo vietato. Inutile far presente che non avevo mai abbandonato il mezzo neppure per andare al bar ed ero là per mettere in mostra quelli che considerò i miei gioielli frutto di tanta dedizione. Non hanno voluto saper ragioni. Ci spiace, dobbiamo fare il nostro dovere. Ecco spero di non ricordare male, ma è la prima volta che vengo multato e ho pagato contribuendo nel mio piccolo e con una modesta pensione, al bilancio comunale”.
Luciano Corrado
DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT
2/Si è spento Giovanni Cappa, storico titolare e pasticcere della pasticceria Cappa di Alassio. Aveva 83 anni.
I cittadini di Alassio ricordano il genio della pasticceria come una persona molto riservata, ma straordinario in laboratorio, capace di preparazioni squisite, come la sua torta Sacher, degna delle migliori pasticcerie di Vienna.Lascia la moglie Linda, che ha sempre lavorato al suo fianco, la figlia Roberta, che porta avanti l’attività di famiglia, e il figlio Mario.