Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Quiliano, una città da scoprire. Fra Resistenza e memorie napoleoniche, ponti romani e una chiesa medievale


Ringrazio, anzitutto, il Sindaco di Quiliano, Nicola Isetta, e l’Assessore Cinzia Pennestri per avermi ricevuto e dedicato tempo per raccontarmi il loro paese, con l’animo di amministratori impegnati per il bene comune.

di Ezio Marinoni

Il sindaco Nicola Isetta

Quasi due secoli fa, Goffredo Casalis chiamava “Quigliano” il piccolo paese a poca distanza da Savona, descritto nella sua monumentale opera Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna.

«Giace al confluente dei due torrenti Roverossa e Cadibona. Il comune è composto di cinque parrocchie, cioè di quelle del borgo principale, di Vallegia, di Cadibona, di Montagna» e di Roverossa.

(…) Il borgo di Quigliano è mal fabbricato; le contrade ne sono anguste ed incomode; lo circondano colline piantate di olivi.

L’assessore Cinzia Pennestri: Urbanistica, Ambiente, SUAP, Vincolo Idrogeologico, Informatica, Outdoor

La più gran porzione del suo territorio è montuosa. I terreni più fertili giacciono in una ridente pianura, la quale per altro è soggetta ai guasti sovente cagionati dalle inondazioni dei torrenti. I principali prodotti sono i cereali, le civaje, le uve, le castagne, l’olio, e la legna, che in questo paese formano ad un tempo un oggetto d’industria e di commercio.

La quantità d’acqua che irriga il territorio persuase agli abitanti di stabilirvi diciassette molini, una cartiera, un martinetto, e infine alcune biancherie di tele a vele che si fabbricano nei dintorni.

Il modo con cui i terrazzani godevano dei loro boschi, procurava ad essi un facile guadagno: ciascuno abitante aveva il diritto di farvi de’ tagli a suo profitto senza alcuna regola; ma questo abuso fu tolto.

Eravi già una miniera di piombo misto ad una leggera quantità d’argento: ciò apparisce da atti pubblici del 1449, e del 1456.

(…)  Il comune fa 570 fuochi, e novera più di 2600 anime.

(…)  Cenni storici. Anticamente questo borgo formava una delle castellanie della nobile famiglia Del Carretto. L’imperatore Federico con diploma del 1162 lo confermava al marchese di Savona Enrico il Guercio.

Addì 26 maggio 1227 Raimondo, Sismondo (1), Manfredo, ed Anselmo signori di Quigliano giurarono la fedeltà alla repubblica di Genova, e promisero di tenere il loro castello alla devozione di lei.

Fece poi parte del territorio di Savona.

(…) Mentre questo borgo facea parte del territorio di Savona veniva eretto in comune separato; ma fu poi diviso in due parti, di cui una spettante a Savona, e l’altra sotto lo speciale potere di Genova. Un terzo della popolazione veniva governato secondo gli statuti di Genova; e gli altri due terzi secondo quelli della città di Savona. All’epoca della rivoluzione ligure, quelle due porzioni di comune furono riunite, ma il quartiere di Vado venne eretto in comune separato.

Quigliano fu il teatro di due combattimenti durante l’ultima guerra. Nel primo, che si ingaggiò presso di Viola 1200 francesi, sotto il comando del generale La Harpe (2), resistettero, per lo spazio di quattro giorni, a numerose truppe austriache. La seconda zuffa si appiccò nel 1800 a Cadibona (3) (4); i francesi vi furono sconfitti, e dovettero ritirarsi nel forte di Savona. Vi si vedono ancora gli avanzi delle ridotte che si costrussero a quell’epoca dai due eserciti nemici.»

Sono passati quasi due secoli da quella descrizione, come si presenta oggi Quiliano?

Il territorio agricolo del passato, coltivato ad albicocche, pesche e chinotti, ha ceduto in gran parte il posso agli insediamenti industriali.  Anche il suo perimetro si è modificato: ha perso il bosco della Consevola e la zona marittima dei Paltani e ha acquisito i tenimenti delle Tagliate che furono dei Marchesi De Mari, dal Comune di Segno, oggi inglobato in quello di Vado Ligure.

Il paese si divide in cinque entità ben distinte: Quiliano, Valleggia, Montagna, Roviasca e Cadibona.

Ci troviamo in un’area di storico passaggio fra Piemonte e Liguria, fra terra e mare, come dimostrano due straordinari reperti storici: i ponti romani ancora visibili fra Quiliano e Cadibona, e la chiesa di S. Pietro in Carpignano.

Il rio Quazzola, affluente del torrente Quiliano, dà il nome alla omonima valle che, già in epoca romana, collega il porto di Vada Sabatia all’entroterra, attraverso il Colle di Cadibona. La strada prende il nome di Aemilia Scauri dal console romano che la fa costruire, ma questo percorso era battuto fin dall’antichità come via di transito attraverso sentieri e mulattiere. Il complesso dei ponti viene edificato fra il I e il II secolo d. C., per migliorarne la percorribilità. Il ponte che sorgeva in località Treponti è oggi del tutto interrato, mentre è pressoché intatto, quello che si trova in località Ricchini; in località Le Volte vediamo un ponte assai rimaneggiato, con resti di un quarto ponte poco a monte; poco al di sotto dell’abitato di Cadibona, fra vegetazione e rovi, non è facile rintracciare il ponte romano.

L’importanza di Quiliano fa costruire una grande mansio, su cui verrà edificata la chiesa di S. Pietro in Carpignano. Da poco riscoperta, sulla sua storia sono in corso una serie di studi. Il suo nome compare nel 1180, citato come confine tra i territori di Quiliano e Savona, chiamato «Sanctus Petrus de Carpignana». L’attuale chiesa si innesta su un complesso rustico-produttivo di epoca romana, che faceva parte di una grande proprietà nel suburbio di “Vada Sabatia”, in prossimità della Via Aemilia Scauri proveniente da Cadibona; frammenti di mosaici pavimentali e affreschi parietali ci riportano al I-II secolo d. C. Il luogo di culto prospera nel Medioevo, posto allo sbocco di una importante via di transito, e mantiene la sua funzione di area cimiteriale, nella quale si sono ritrovate epigrafi romane, sarcofagi in pietra del Finale, sepolture di pellegrini romei e compostellani.

Ogni abitato ha la sua chiesa. Il titolo di parrocchiale spetta a S. Lorenzo martire, attestata dal 1210, probabilmente non sul luogo dell’attuale. In essa avviene il giuramento di fedeltà dei quilianesi a Savona, nel 1405. Lo si ipotizza grazie a un documento di tal Giacomo Bencio, datato 5 gennaio 1451, in cui si dichiara «creditore di molte persone di Quiliano per la fabbrica fatta della nuova chiesa di San Lorenzo».

Nel 1585 la visita apostolica, per verificare l’osservanza al Concilio di Trento, di Mons. Mascardi decreta «la demolizione di parte della chiesa», ma l’ordine non viene eseguito. La chiesa di S. Anna a Cadibona è l’ampliamento di un oratorio campestre dedicato a S. Antonio e S. Anna. La chiesa intitolata a S. Michele Arcangelo, a Montagna, è citata per la prima volta nel 1141. Roviasca ha due edifici sacri: la chiesa di S. Rocco e l’oratorio dei Disciplinanti, edificato nel 1761 in luogo di una chiesa trecentesca dedicata ai santi Sebastiano e Rocco.

Un particolare edificio con torretta sopraelevata dal corpo, nell’abitato di Cadibona, richiama l’attenzione del viandante non frettoloso. Era la torre di Cadibona, risalente al XVI secolo da Savona per la difesa dei mercanti e della strada. Sotto il dominio genovese, diventa sede di pagamento di dazi e gabelle, presidiato dalle Guardie Corse. Fino alla fine del Settecento, si presenta come una vera e propria struttura difensiva, con quattro cannoni e una cisterna per l’acqua e magazzini per le derrate. All’esterno vengono scavate trincee capaci di accogliere un migliaio di soldati. A fine Ottocento, divenuta proprietà privata, è stata riadatta a villa.

Del castello di Pomo, nascosto tra la vegetazione, rimangono pochi ruderi, eppure ha una storia assai nobile. Secondo alcuni storici, risale ai Bizantini, che lo costruiscono a difesa dai Longobardi che avanzano. A parere di altri, lo si deve al Marchese Aleramo, avamposto contro i Saraceni dopo la concessione, dall’imperatore Ottone I, di una grande Marca fra i fiumi Po e Orba, la Provenza e il Mar Ligure. Nel 1339, durante una sommossa popolare, il castello viene distrutto; in parte ricostruito, subirà il colpo di grazia nel 1491, durante le incursioni delle truppe mercenarie di Francesco Bussone, detto il Carmagnola (5).

A Quiliano si rifugia Filippo Turati, che ripara con Sandro Pertini in casa di Italo Oxilia (6). Turati fuggirà, a Calvi, in Corsica il 12 dicembre 1926, a bordo di un motoscafo che salpa da Savona, guidato da Oxilia.

Il Comune di Quiliano ha deciso di creare il Percorso delle Memorie Partigiane, con un innovativo sistema di lettura con codici “QR Code”. Il Percorso di Quiliano è stato inaugurato nell’aprile del 2021, in occasione delle manifestazioni del 25 aprile, con altri due momenti: il 24 aprile inaugurazione a Cadibona e il 25 aprile a Montagna e Roviasca.

Questo è un esempio virtuoso di memoria storica, portato avanti e valorizzato dal Sindaco in carica, Nicola Isetta, e dalla sua Giunta, che sarebbe da imitare e replicare, perché il valore della memoria e di quel che è accaduto rimanga maestro di storia per il futuro.

Da ultimo, è disponibile il sito “Quiliano on line” (https://www.quilianonline.it/) al cui interno si può leggere il passato e il presente di questa comunità come un tutt’uno, come un filo di appartenenza a un territorio prezioso da tutelare.

Ezio Marinoni

Bibliografia

Goffredo Casalis – Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna – Editore G. Maspero librajo – Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.

Note

  • Fra i gastaldi di Quiliano spicca il nome di Sismondo, il primo che si distacca dai vincoli aleramici e diventa “dominus” autonomo del feudo di Quiliano.
  • Amédée Emmanuel François La Harpe nasce in Svizzera nel 1754, si arruola nelle truppe napoleoniche. Muore nella battaglia di Codogno, nella notte fra 8 e 9 maggio 1796. Napoleone gli dedica questo epitaffio: «La République perd un homme qui lui était très-attaché; l’armée un de ses meilleurs généraux, et tous les soldats un camarade aussi intrépide que sévère pour la discipline.»
  • Nei giorni antecedenti la battaglia di Montenotte (11 e 12 aprile 1796), Napoleone Bonaparte ha soggiornato e dormito in una casa a Cadibona, ribattezzata “la casa del diavolo”.
  • La battaglia di Cadibona avviene nel corso dell’assedio di Genova. Il 5 aprile 1799 il generale Melas attacca i francesi, che respingono gli austriaci, ma il secondo attacco rivela che il primo era stato un diversivo, poiché questa volta attaccarono 60 000 uomini divisi in quattro colonne verso Savona per frammentare fronte francese: l’ala sinistra austriaca occupa Recco e respinge il settore destro fino a Nervi; a nord Federico di Hohenzollern conquista il Passo di Cadibona, spezzando in due l’Armata d’Italia.
  • Francesco Bussone (Carmagnola, 1380 – Venezia, 5 maggio 1432), condottiero e capitano di ventura, al servizio del Ducato di Milano e della Serenissima Repubblica di Venezia. Accusato di tradimento, viene decapitato la sera del 5 maggio 1432. Diventa il Conte di Carmagnola manzoniano, che si ispira a lui, convinto della sua innocenza.
  • Italo Oxilia (Bergeggi, 3 agosto 1887 – Savona, 16 giugno 1971). Condannato al confino in contumacia per la fuga di Turati, trascorre un periodo in Francia, durante il quale lavora come operaio e si vede confiscare la casa e il terreno lasciatigli in eredità dal padre a Quiliano, e un altro in Belgio; torna in Italia e compie una seconda impresa memorabile: nel luglio 1929, alla guida di un piccolo yacht, fa fuggire da Lipari i confinati politici Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti. La sentenza di condanna del 14 settembre 1927 è reperibile sul sito dell’ISREC di Savona:

http://www.isrecsavona.it/pubblicazioni/quaderni/n%203/la%20sentenza.pdf

Cartolina storica: Cadibona Strada Nazionale del Piemonte

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Ezio Marinoni

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