È ora di richiedere la restituzione dei soldi ingiustamente pagati per la depurazione che non è mai stata fatta. Si può andare indietro di 10 anni: fino al 2014. Bisogna avere le bollette e portarle.
GRUPPO CONSILIARE
INDIPENDENTE
Consigliere Mario Carrara
ASSEMBLEA PUBBLICA: Lunedì 5 Febbraio, ore 20,30, bar Giardino viale Repubblica Pietra Ligure.
Le società dei servizi idrici vanno avanti, come se niente fosse, a pretendere nelle bollette i costi della depurazione che danno per “fatta” ma che che non fanno, per il 70% degli utenti di Pietra Ligure ed il 100% della Valmaremola. Nonostante si sia dimostrato in tutti i modi possibili che questo sembri proprio un vero “abuso”. I costi della depurazione non fatta pesano nelle bollette per oltre il 40% del totale delle stesse. Le società sembra che si approfittino della loro posizione “dominante”, perché il cittadino è solo contro di loro; non appoggiato, né sostenuto in alcun modo nemmeno dai Sindaci che pur dovrebbero essere i “primi” a difenderlo; eppure, i Sindaci, consapevoli di questa abnorme, assurda situazione di prevaricazione e vessazione non fanno nulla di ufficiale per farla cessare.
Anzi, mentre la maggior parte di essi stanno zitti ed ignorano il problema come se non esistesse, uno di loro, il Sindaco di Pietra Ligure, Luigi De Vincenzi, se n’è fatto “parte attiva”, ma al contrario, sostenendo a gran voce in Consiglio comunale (30 Luglio 2021) che la depurazione va pagata sempre e comunque, anche se non viene fatta, bastando un semplice progetto per giustificare la richiesta di pagamento. Ma noi sappiamo (e presumiamo che lo sapesse bene anche lui) che la depurazione si deve pagare solo quando viene effettivamente fatta perché è il corrispettivo che si deve pagare per un servizio di cui se ne gode il beneficio.
Ma se il servizio NON C’È, perché si dovrebbe pagare ugualmente? E qui, per la maggior parte del territorio di Pietra Ligure e tutta la Valmaremola, manca la depurazione, manca il collegamento col depuratore di Borghetto, manca il finanziamento necessario per farlo perché i soldi stanziati sono stati impiegati per far altro, né se ne sono trovati altri; manca un progetto esecutivo, e mancando il progetto esecutivo, manca anche il cronoprogramma di lavori che non sono preventivati perché mancano tutti i presupposti per farli. Non c’è niente. E perché si deve pagare e continuare a pagare per “il niente”? Sarebbe la stessa cosa se uno andasse in un negozio e pagasse una cifra che gli chiedessero alla cassa, ma senza che il negozio gli desse alcuna merce: cioè, se ne uscisse con “niente”. Non sarebbe questa considerata una cosa folle..? Questa è la stessa cosa che succede con la depurazione non fatta, ma pretesa nelle bollette dell’acqua.
Il cittadino che NON usufruisce del servizio della depurazione, NON lo deve pagare perché il servizio NON c’è e, quindi, lui non ne beneficia.
Questo principio lo ha stabilito già da 16 anni, cioè dal 2008, la Corte Costituzionale con la sua sentenza n⁰335 e poi la Corte di Cassazione con tutte le sue sentenze in questo campo costantemente omogenee e coerenti nel ribadire questo principio sacrosanto a favore e tutela del cittadino: l’ultima, ancora nello scorso Agosto 2023.
Tuttavia, il cittadino, di fronte a questa situazione, è solo.
Il cittadino/utente ha due sole alternative: o soccombere, piegandosi alle pretese delle società idriche continuando a pagare, oppure: opporsi con i suoi soli mezzi, seguendo i tempi e modi della giustizia ordinaria italiana in cause lunghissime e dispendiose per spese giudiziali e legali, tutte a suo carico, Ma, pur avendo sacrosantamente ragione, si trova di fronte ai “muri di gomma” delle società idriche che, nella maggior parte dei casi, resistono in giudizio pur, presumiamo, sapendo di aver torto, e, approfittando delle lungaggini della giustizia, sperano, forse, di prendere il cittadino, “per stanchezza” o “per scoraggiamento“, così da indurlo ad abbandonare la contesa ed a rinunciare a far valere i propri diritti.
Non è il caso di quel cittadino di Albenga, coraggioso e determinato, che, non disposto a vedersi “calpestare” i propri diritti senza farli valere, ha combattuto, e continua a combattere, la propria battaglia “in solitaria”, con tutti gli oneri che essa comporta, ma vincendola in tutti i gradi di giudizio.
Egli, stanco di vedersi addebitati in bolletta i costi di una depurazione che non veniva fatta, dal 2013 cominciò ad autoridursi le bollette degli importi corrispondenti e, quindi, iniziò una lunga causa giudiziaria con la società gerente i servizi idrici, che lo vide vincitore in primo grado al Tribunale di Savona. Qui, nel 2018, i giudici stabilirono il principio che …”la depurazione si paga solo se è effettivamente fatta e non, invece, per finanziare i lavori di realizzazione di un depuratore o opere di collegamento“. La Corte di Cassazione in una recentissima pronuncia dell’Agosto 2023, rigettando i ricorsi delle società idriche, ha dato pienamente ragione al cittadino, che ha vinto definitivamente. Tuttavia, egli, che ha dovuto sostenere una battaglia legale durata otto anni con le sole proprie forze finanziarie, ora sembra che debba di nuovo subire una nuova angaria perché le società idriche, se è vero che dal 2017 avevano sospeso di inserire la quota dell’inesistente depurazione nelle bollette, dal 2022 hanno ripreso a richiederla, e qui si rischia veramente di ricominciare una storia vergognosa dall’inizio, come se nulla fosse accaduto.
Stupisce constatare come, nonostante si sia formata una giurisprudenza tutta costante, coerente ed omogenea nel ribadire il concetto che, se la depurazione non c’è, non se ne può richiederne il pagamento e, qualora si fosse pagato ugualmente, sussista il diritto al rimborso, le società idriche gerenti i servizi vadano avanti imperterrite ad ignorare, come se non esistessero, tutti i pronunciamenti giudiziari a loro contrari e si ostinino a perseverare in quello che sembra a tutti gli effetti un abuso. Quasi come se, a carico dei loro dirigenti, nella gran parte dei casi, di società “pubbliche“, formate da “politici” o da “nominati” dalla politica, non sussistessero responsabilità; quasi che godessero di una sorta di “impunità” che consenta loro di far quel che vogliono, “tanto non gli succede niente“. Anche se, per ipotesi, vanno contro l’applicazione della legge.
Forse questo succede perché in questo campo, che è un campo, tutto sommato, relativamente “nuovo”, “il diritto“, che è tutto ancora in formazione, finora si è limitato all’applicazione di regole “civilistiche” che regolano i rapporti contrattuali, senza andar oltre a valutare i comportamenti posti in essere da chi ha incarichi dirigenziali e che si assume responsabilità di decisioni che apparentemente ledono i diritti dei cittadini e ben potrebbero configurare reati penali. Infatti, ostinarsi a continuare a chiedere soldi per la depurazione, quando si è ben consapevoli che non viene fatta, cosa potrebbe essere…? Truffa..? O Estorsione…? …se il cittadino “paga” sentendosi sotto “minaccia” del “taglio” di un servizio essenziale come l’acqua?
Per adesso (ma solo per adesso), l’unica soluzione “efficace”, da subito, che può ridare un po’ di giustizia e tutelare i diritti dei cittadini, specie quello della restituzione dei tanti soldi pagati per niente in questi anni, è quello di richiederli tramite la collaborazione dei comitati civici e l’assistenza di avvocati specializzati nel settore dei consumi dell’acqua, delle bollette e della depurazione.
Per questo è convocata un’ASSEMBLEA PUBBLICA
Lunedì 5 Febbraio 2024, alle 20,30, presso il bar Giardino di viale della Repubblica a Pietra Ligure. Saranno presenti i legali di un’associazione di tutela dei consumatori, specializzati nel settore. Per avviare l’azione di “recupero” di questi soldi dei cittadini NON sono previste spese legali di alcun tipo, se non quella dell’iscrizione all’associazione.
Ricordate questo concetto: i cittadini hanno diritto ad avere il rimborso dei loro soldi pagati negli anni indebitamente, ma, se non lo richiedono, non lo avranno MAI.
Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione
1⁰ Febbraio 2024
2/LA REDAZIONE DI TRUCIOLI.IT PARTECIPA AL DOLORE DI DON GIANCARLO CUNEO PER LA MORTE DELLA ADORATA MAMMA. AL SACERDOTE, ESEMPIO DI VIRTU’ E DEDIZIONE ALL’APPOSTOLATO, SINCERE CONDOGLIANZE