Borgio Verezzi. Direttore del Festival Teatrale ‘incapace di genuflettersi’. Dopo 22 anni il benservito al giornalista Delfino. Il sindaco: ‘Non polemizzo’
Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2024: colpo di scena. Dopo 22 anni alla direzione artistica silurato il giornalista Stefano Delfino e sostituito con Maximilian Nisi 53 anni, attore e regista teatrale. Alla base della decisione ufficiale ci sarebbero «insuperabili divergenze» con l’amministrazione comunale del sindaco Renato Dacquino.
Molto secco, ironico, esplicito il commento del giornalista Stefano Delfino (29 marzo 1947, nato a New York, inscritto all’albo dei professionisti dal 7 luglio 1976), già a capo delle redazione de La Stampa di Imperia e esordio da corrispondete del Secolo XIX da Finale Ligure.
Stefano Delfino, dunque, dimissionato. Aria nuova ? Rinnovamento? Il Festival Teatrale di Borgio Verezzi che la scorsa estate ha registrato il record di pubblico tra sold out e pienoni con il 93% di biglietti venduti. L’iconico ed ermetico sindaco Renato Dacquino gli ha revocato l’incarico a seguito di “insuperabili divergenze” con l’Amministrazione comunale.
“Sono stato esonerato come Mourinho”, nonostante tutto riesce ancora a sorridere Delfino, che dal 1973 ha collaborato all’organizzazione della manifestazione con compiti diversi. Prima nell’ufficio stampa e poi come consulente. E ora allontanato e per quali reali motivi ? “Pesanti
ingerenze sulle mie scelte artistiche. Fatto mai accaduto nei precedenti rapporti con quattro diverse Amministrazioni”.
E prosegue l’ormai ex direttore, che ha sempre svolto questa mansione per pura passione, a titolo gratuito: “Prima ci sono state incomprensioni sul budget assegnato e sul numero delle serate, con motivazioni pretestuose, quindi – dopo la presentazione del programma – mi è stato contestato il mancato inserimento in cartellone di uno spettacolo, particolarmente caldeggiato dal Comune”.
E non solo, tra dimissioni accettate fulmineamente prima ancora che fossero rassegnate ed elogi palesemente farlocchi, perché le parole contraddicevano i fatti, “l’impressione, a giudicare da alcuni segnali, letti con il senno di poi, è che si sia colta la palla al balzo, di fronte a resistenze di carattere etico, per sbarazzarsi di un collaboratore scomodo perché coerente e incapace di genuflettersi”.
Quello di Delfino era un cartellone ricco e immaginato come un libro, la cui copertina erano gli spettacoli itineranti nelle grotte con argomenti letterari: apertura ai primi di luglio, con Davide Diamanti e uno sguardo dal palcoscenico di Cairo Montenotte, e chiusura a Ferragosto con Cloris Brosca e il Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare.
In mezzo, come tanti capitoli, gli appuntamenti in piazza Sant’Agostino: da Toc Toc con Laura Curino, Max Pisu e Antonio Cornacchione, a Il cappotto di Janis con Roçio Munoz Morales; dall’Anfitrione di Plauto con Emilio Solfrizzi, a una curiosa Locandiera lirica; da Elena la matta, con Paola Minaccioni ai figli d’arte Marianna e Marco Morandi in A letto senza cena e Rosita Celentano ne L’illusione sentimentale; da Fabio Canino in Ma che cosa hai in testa? a Calcoli con Blas Roca Rey, Giancarlo Ratti, Salvatore Marino e Monica Rogledi, dagli acrobati circensi The Black Blues Brothers a Age Pride, con Alessandra Faiella.
Il sindaco di Borgio Verezzi, Renato Dacquino, ai giornalisti che l’hanno interpellato dice che al momento vuole tenersi lontano dalle polemiche. Ma quali ? E ad opera di chi ? Il sindaco: «Il Festival teatrale è un valore di tutta la comunità, merita alta attenzione. Quello che conta, sempre, è saper gestire il presente ed essere in grado di progettare il futuro. Questa la base dei nostri ragionamenti e delle nostre scelte. Per quanto riguarda Delfino: il festival, grazie a lui, ha vissuto anni di importanti successi, lo ringraziamo per le sue competenze, la coerenza nelle scelte, l’entusiasmo e la passione. Rispettiamo il suo punto di vista e andiamo, in team, avanti per la prossima edizione».
IL SECOLO XIX E LA STAMPA- SAVONA DEL 31 GENNAIO 2024 a firma di Valeria Pretari