“Sempre gentile, garbata, sorriso coinvolgente, premurosa, di gran cuore e umanità”. Ma anche combattiva, determinata. Sono decine i post che si leggono nei commenti web per l’ultimo addio terreno a Adriana Lodo. Negli ultimi anni di vita ha sofferto sorretta dai familiari, dalla fede e dalla speranza. Il suo intrepido cuore ha cessato di battere alle 9,40 di domenica al Santa Corona dove era ricoverata e si sottoponeva a terapie periodiche.
Ai funerali non sono voluti mancare oltre cento partecipanti tra parenti, amici e conoscenti. In chiesa, con ormai rari paramenti a lutto, non c’era posto per tutti in una delle prime giornate invernali col freddo pungente ed il vento. Il feretro coperto di gerbere e rose gialle che ai giorni nostri sono simbolo di vivacità, affetto fraterno e per esprimere orgoglio nei confronti di una persona.
I quotidiani Il Secolo XIX e La Stampa, Savona News e Ivg.it le hanno riservato lo spazio ed il ricordo che meritava il personaggio pur da donna qualunque. Non aveva ricoperto cariche pubbliche, si era distinta giovanissima in un ‘Comitato per la tutela ambientale’. Ma il destino e la sua passione erano riservati dapprima alla Trattoria, poi ristorante-pizzeria-farinateria Capalla. Un premiato locale storico dell’entroterra che ha ‘praticato’ e conserva in buona parte la vera cucina ligure delle nonne, delle mamme, delle zie. Adriana è cresciuta, ha vissuto, imparato, i virtuosi e professionali insegnamenti, una simbiosi con chi l’aveva preceduta.
“Nella vita – ha ricordato il celebrante durante la Messa funebre – non si è risparmiata e quanta dedizione al lavoro e alla famiglia. E fino all’ultimo ha combattuto, sembrava non volesse lasciarci. Non voleva abbandonare gli amori che l’hanno circondata. E’ stata forte nelle gioie e nei dolori, sapeva dare e donare. Adriana continua a vivere…”.
Moglie, mamma, nonna che ha sempre avuto al suo fianco Lino, marito esemplare, gran lavoratore, mani d’oro. Insuperabili le sue pizze e farinata, la sua autentica specialità. Un piccolo ‘gigante’, appartenente alla più numerosa famiglia emigrata dal Sud nella nostra Riviera e titolari dagli anni ’60 del mitico K609. Lino ha consumato la sua esistenza e resistenza davanti al gran caldo del forno, delle fiamme alimentate a legna. Adriana che con orgoglio parlava dei figli Felix (giornalista, direttore editoriale di Savonanews e animatore di numerose testate locali, precursore dell’online) e Simone che con apprezzata passione, impegno, entusiasmo, ha preso le redini, con la moglie ai fornelli, del ristorante nel rispetto della tradizione senza trascurare l’innovazione.
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DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT. ARTICOLO ANNI ’80 DI LUCIANO CORRADO