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Alassio, i benefici della Posidonia Oceanica. Bisogna ripiantarla. Pubblico dibattito. 2/La denuncia. ‘Nel Santuario dei Cetacei del Golfo Ligure l’unica attività vietata: corse in motoscafo’


Giovedi 25 gennaio, ore 21, ad Alassio, presso la Biblioteca civica Auditorium Baldassarre, di piazza Airaldi e Durante, il Comitato Posidonia Oceanica, organizza un pubblico dibattito. Tema: Il mare, la nostra vita. I benefici della Posidonia Oceanica. Relatori il prof. Carlo Cerrano e al dr.ssa Monica Previati.

“Come Comitato cerchiamo di sensibilizzare i politici, gli operatori balneari e non solo per ripiantare la Posidonia nel Golfo di Alassio. La stanno già ripiantando a Portofino e Bordighera per proteggere la costa dall’erosione marina con i primi risultati”

COMMENTI social/ Alessandro Salati: Franco , ma non si rischia poi come in Sardegna di averla poi a marcire sulla battigia?

Franco Stalla: Si arriva sulla battigia in primavera, è sufficiente raccoglierla e farne un ottimo compost. La Posidonia è la protezione degli abitanti del mare che gli permette di crescere. La definizione tecnica è rimboschimento marino perchè genera tantissimo ossigeno.
Alessandro Salati (a Franco Stalla): Mi ricordo che in Sardegna non gliela facevano raccogliere e c’era una puzza di marcio incredibile!
Franco Stalla: Quando ero ragazzo 50 anni fa, all’inizio della stagione balneare ripulivano le spiagge e un amico di mio padre ce la dava. Ci seminavamo i rapanelli che crescevano velocemente, venivano più belli e buoni.
Trucioli.it: A Loano, da anni, uno stabilimento balneare di ponente fa raccogliere la posidonia che si deposita sul suo arenile in conseguenza di mareggiate. Quindi la trasporta su un terreno che è coltivato, ne fa un bel mucchio e lascia macerare per almeno un anno (si elimina anhe il salino) e poi viene utilizzata come ottimo concime.
Montefalcone studia i fondali marini da anni e ha unito le sue forze  a quelle di Greepeace per andare a vedere con ‘Mare caldo’ cosa sta succedendo  anche nelle aeree marine protette. Sono stati collocati dei sensori a diverse profondità per misurare la ‘febbre’ del mare e sono stati effettuati dei monitoraggi biologici sulla fauna e sulla flora marina. Un check -up comèpleto che mostra il mutamento nelle strutture bdelle nostre comunalità, con specie cosidette termofile- che si adattano ad una temperatura più calda- sempre più abbondanti e dominanti rispetto a quelle più vulnerabili proprie del Mediterraneo.
Gli ecosistemi marini producono la metà dell’ossigeno che respiriamo e rappresentano il 95% della biosfera del Pianeta. Oltre ad essere il più grande serbatoio di carbonio al mondo. Il mare è come un termosifone: incamera caldo, che poi rilascia, alimentando eventi meteorologici estremi che vanno a incrementare proprio quella crisi climatica che è alla base del suo malessere.
Si aggiunga che gli impatti dei cambiamenti climatici sono molto ridotti nelle aree marine protette da alcune attività umane  come la pesca, gli ancoraggi selvaggi e la protezione della posidonia.
C’è un dato di fatto forse ai più sconosciuto e la rivela Giuseppe Ungherese, responsabile inquinamento di Greenpeace: ‘Il Santuario dei cetacei dove le uniche attività tuttora non permesse sono le corse in motoscafo”. Il Santuario dei Cetacei – Liguria è un’area protetta del Mar Ligure ricca di balene e di altri cetacei nata nel 1999 con un patto tra Francia (Costa Azzurra e Corsica), Principato di Monaco e Italia (Liguria, Toscana e nord della Sardegna).

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