Breve storia del Cotonificio Ligure. I suoi stabilimenti distrutti o abbandonati sono un museo a cielo aperto dell’industria ligure.
di Ezio Marinoni
Il Cotonificio Ligure è stato il nome ed il marchio di un’azienda tessile per la lavorazione del cotone, attiva dal 1895 al 1986.
La sua storia è complessa, vede una serie di acquisizioni “ante litteram”, in un mondo produttivo e in un sistema di relazioni industriali e finanziarie attivo e dinamico; un fenomeno che nulla aveva da imparare dalla moderna globalizzazione e che, al contrario, ha lasciato interessanti esempi di welfare industriale e avanzate concessioni ai lavoratori, pur in assenza di una precisa regolamentazione normativa o di una contrattazione sindacale.
Dopo la nascita, nel 1869, del primo cotonificio a Campo Ligure, nel 1875 Giovanni Battista Figari (1), a nome della Figari & Bixio, rileva a Rossiglione la Ferriera di Stura e costruisce un altro cotonificio; nel 1879 ne sorgeranno altri due presso Masone, uno di essi è ancora visibile lungo la strada provinciale (2).
Il cotonificio di Rossiglione, già dalla sua apertura, assume oltre 200 persone, impiegate nella lavorazione di tessuti e filati, e la sua crescita non viene interrotta neppure da un grande incendio che distruggerà gran parte del fabbricato, che raggiungeva quasi i 23.000 metri quadrati di superficie.
Alla fine dell’Ottocento la ditta Figari & Bixio cambia nome in Società Anonima; nel 1895 si
chiama Cotonificio Italiano; nel 1906 si fonde con il Cotonificio Ligure di Massa e cambia la sua ragione sociale in Cotonificio Ligure. Ai primi impianti si sono intanto aggiunti altri cotonifici.
Nel 1914, a causa della guerra, si passa dalla produzione civile a quella militare, con la produzione di divise per l’Esercito Italiano.
Nel 1920 i suoi stabilimenti sono così dislocati: Genova – via Cairoli, 2 – Sede. Cornigliano Ligure (GE). Forno di Massa (MS). Masone (GE). Rivarolo Ligure (GE). Rossiglione (GE). Vignole Borbera (AL). Varazze (SV).
Come si nota subito, la forza lavoro e l’attività produttiva si distribuiscono in ben tre regioni italiane: Liguria, Piemonte e Toscana.
Per gli effetti della crisi del 1929, l’anno dopo viene chiuso lo stabilimento di Masone. Dal 1936 la produzione, per rispondere alle esigenze del regime di autarchia imposto dalla Società delle Nazioni dopo la campagna d’Africa voluta dal fascismo, è convertita in una nuova fibra, il lanital (5), sempre per l’Esercito Italiano. Nel 1937 si chiude anche lo stabilimento di Vignole Borbera.
Nel 1942 vengono realizzate centrali idroelettriche per approvvigionare di energia i vari stabilimenti, che subiscono danni gravi dai bombardamenti, soprattutto nel 1944 e nel 1945.
La produzione ricomincia nel 1946; negli Anni Cinquanta si registra una forte espansione dovuta al boom economico, ma già nel 1961 il numero dei dipendenti diminuisce leggermente e inizia una lunga crisi che porterà a ridurre i dipendenti (nel 1977 sono circa 1/10 di quelli degli Anni ’50) e tutti finiranno in Cassa Integrazione.
Alla fine del 1981 il Cotonifico Ligure viene liquidato e nel 1986 venduto all’asta, dopo più di un secolo di attività. La dinamica dell’occupazione complessiva è stata la seguente:
1881 – 650 addetti/1955 – 1.265/1961 – 1.122/1967 – 670/1981 – 164/1986 – 4.
Che cosa rimane oggi di questi fabbricati? Cambiati i tempi, a Campo Ligure troviamo la RSA Francesca Rossi Figari, per l’assistenza agli anziani.
A Rossiglione, nel 2019 alcune attività si sono insediate nell’ex Cotonificio Ligure, con la speranza di far rivivere una struttura produttiva storica per la Valle Stura.
A Varazze, al posto oggi della fabbrica abbattuta sono stati costruiti alcuni condomini e l’ipermercato Coop “Corte di Mare”.
A Masone, sulla strada provinciale n. 456 (coordinate 44°30’35.28″N 8°42’14.64″E) svetta l’alta mole di una ex casa operaia. L’impianto di Masone ha avuto una storia particolare. Il cotonificio di Masone, detto “filanda grande”, viene costruito nella seconda metà dell’Ottocento dalla nobile famiglia genovese Durazzo – Pallavicini, che 1879 lo concede in locazione alla Società Figari & Bixio, il futuro Cotonificio Ligure.
Nel 1884 un grande incendio, dovuto all’autocombustione di cotone grezzo, distrugge la filanda grande, subito ricostruita a spese dei Marchesi Durazzo -Pallavicini. Dopo una temporanea chiusura, nel 1946 il Cotonificio Ligure, in accordo con il Comune di Masone, riapre lo stabilimento, ma alla fine degli anni Quaranta trasferisce la produzione a Rossiglione. La filanda è acquistata dalla società Calcagno di Voltri, che la converte in cartiera; dismessa da tempo, il complesso è in stato di abbandono. Il Cotonificio Ligure costruisce qui un villaggio operaio, distinguendo i fabbricati per i dirigenti e per gli operai.
La breve ricognizione sulla storia e su quel che rimane del glorioso Cotonificio Ligure si ferma qui, per ovvi motivi di spazio, limitandosi ad alcuni spunti: ai curiosi e ai lettori la possibilità di ricercare ed esplorare queste dismesse sedi industriali. Tante volte ci accade di passare in fretta, in auto o in treno, accanto a un vecchio edificio aziendale malandato; quasi sempre si tratta di una fabbrica che ha dato lavoro e benessere ad un territorio, con gli impatti ambientali della sua epoca, che ci potrebbe aiutare a leggere più a fondo la storia di un luogo, di un Comune, di un comprensorio, prima che tutto diventi un rudere.
Ezio Marinoni
Note
- Giovanni Battista Figari (Genova 15 febbraio 1840 – 8 novembre 1914). Primogenito dei tre figli di Francesco, fabbricante e mercante di tessuti di cotone, e di Luigia Ferro. Nel 1872 risulta interessato, insieme con G. De Ferrari, in un opificio di filatura a San Quirico, in Val Polcevera. In società con A. Bixio, pone le basi di quello che sarebbe diventato il più vasto e moderno complesso aziendale dell’industria cotoniera ligure. Acquistati alcuni appezzamenti di terreno a Rivarolo Ligure in Val Polcevera, l’impresa in accomandita Figari & Bixio costruisce uno dei primi stabilimenti per la tessitura meccanica del cotone. Nel 1882 dispone già di altre due tessiture, a Teglia e Masone: nei tre impianti sono in attività 1.650 telai. Nel 1883 viene aperta un’altra tessitura a Varazze. Un passo decisivo è l’acquisizione, agli inizi del 1889, della filatura di Massa, con 25.000 fusi. Nel settembre dello stesso anno la Figari e Bixio si scioglie e i due titolari fondano, con la ditta Fratelli Poma di Torino, imprenditori tessili del Biellese fin dagli anni preunitari, il Cotonificio Italiano, con capitale sociale di 16 milioni sottoscritto al 50% tra i due gruppi. Nel 1895 il Cotonificio Italiano riduce il capitale da 20 a 10 milioni e scorpora le attività che erano state apportate da Figari & Bixio. I due imprenditori danno vita, nello stesso anno, a una nuova società in accomandita, il Cotonificio Ligure, con un capitale di 4 milioni. Figari muore poco dopo un incidente automobilistico che era costato la vita al figlio Cesare, con un patrimonio personale valutato nella rilevantissima cifra di 80 milioni, ma già nel 1915 il capitale sociale del Cotonificio Ligure è svalutato da 12 a 3 milioni.
- Il 20 aprile 1994 Tele Masone ha realizzato un video, con la voce dell’ex operaio Pino Repetto, all’interno dello stabilimento abbandonato, ancora visibile al link: https://www.telemasone.com/il-cotonificio-di-rossiglione/
- Il Lanital è una fibra tessile artificiale che si ottiene per filatura di una soluzione di caseinato di sodio in un bagno acido coagulante, contenente acido solforico e solfato acido di sodio; il prodotto ottenuto viene trattato in autoclave con aldeide formica e lavato con fosfato sodico. Il lanital presenta proprietà meccaniche più scadenti della lana, per questo non si è affermato come suo surrogato, nonostante l’interesse destato negli anni 1936 – 1943.