L’anno scorso, in aprile e dicembre 2022, avevo preavvertito che l’obiettivo della rimozione di mons. Carlo Sobrero da Vice-economo diocesano aveva come prospettiva finale anche la sua estromissione dalla Prefettura della Cattedrale per metterci «homo quidam», obbediente, sottomesso e fedele.
di Paolo Farinella, prete
Così, almeno, dicevano i rumors che circolavano allora in quel «locum vitandum» che è la Curia, dove vescovo e vicari credono di essere padroni della chiesa locale, ritenendosi impuniti. Impongono l’osservanza della legge, ma sistematicamente non l’osservano: «Guai a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!» (Lc 11,46).
Il delitto si è consumato il 13 dicembre 2023: mons. Sobrero non è più Prefetto del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo. Al suo posto, l’allegra brigata dei buontemponi, tutti esperti di diritto a Oxford, ha eletto mons. Gianluigi Ganabano, a segretario mons. Michele De Santi e a economo del palazzo dei canonici in via Tomaso Reggio mons. Mario Novara.
Per fare buon peso, hanno manipolato tanto le elezioni da fare fuori anche mons. Luca Giuliano da segretario verbalista ed economo del palazzo dei canonici: non era più digeribile perché agiva in coscienza e con grande lealtà verso il Capitolo, fedele al giuramento fatto il giorno dell’insediamento.
Ganabano non ha alcuna competenza nell’amministrazione gestionale (da questo punto di vista la Cattedrale è una ‘azienda’, sui generis, certo, ma con tutti gli adempimenti del caso: personale, volontari, turni, orari, contratti, gestione del monumento, accordi con ditte specializzate, programmazione rapporti con enti terzi che comportano anche una conoscenza personale, ecc.).
Al posto di mons. Giuliano come segretario del Capitolo, è stato eletto mons. De Santi, col ruolo di «uomo per tutte le stagioni-non voglio problemi-tengo moglie». Staremo a vedere come andrà a finire perché se manca la rettitudine, non finisce mai bene. La ciliegina sulla torta, che è anche prova delle manovre messe in atto dal vicario generale, «esperto di morale» (la insegna anche! [sic!], è l’elezione di mons. Novara a economo del Capitolo. Egli non abita nel palazzo dei canonici, non conosce nulla, non sa dove sia il quadro elettrico, ma cosa importa? La priorità era una sola: sostituire mons. Sobrero e mons. Giuliano per soddisfare la sete di «vendetta, tremenda vendetta» come canta Rigoletto/Tasca/Doldi & C.
Oggi profetizzo di nuovo: da adesso inizia il tempo del degrado della Cattedrale, la dissipazione dell’economia del Capitolo, l’inglobamento delle Torri nella famigerata Fondazione San Lorenzo Impresa Sociale che è un aborto giuridico, foriero di gravi danni per la Curia, per il Capitolo e per il Magistrato di Misericordia, che ha messo il capitale iniziale. Potrebbe essere coinvolto anche il Sindaco, che, nella sua superficialità, non ha studiato con il suo staff legale tutte le implicanze e le conseguenze.
A mons. Carlo Sobrero e a mons. Luca Giuliano la stima di moltissimi preti che condannano le scelte avventate del vescovo Brancaleone e le manfrine del suo vicario (suo, non mio). Il fatto che siano stati estromessi da traffici immorali, per loro deve essere motivo di orgoglio perché dimostra che non li hanno potuto assoggettare ai loro disegni, illegali e immorali.
Mi auguro che siano orgogliosi di essere sottomessi alla maestà della Coscienza e della Legge, ma prima ancora alla Legge del Vangelo, la sola che determina la ragion d’essere di loro come preti e non trafficanti di malaffare.
Paolo Farinella, prete
NOTA DI TRUCIOLI.IT – Domenica scorsa alcuni organi di informazione, dopo la condanna del focolarino cardinale Angelo Becciu, potente sostituto ai tempi di Tarcisio Bertone, si è scritto della prova di forza di papa Bergoglio che “espelle i mercanti del tempio anche se ci sono voluti 10 anni”. Si è pure dato conto che qualcuno ricorda persino il conservatore Benedetto XVI che al termine del pontificato allontanò monsignori ritenuti partecipi ad una lobby gay combattuta dal papa tedesco già ai tempi della Congregazione per la dottrina della Fede. C’è chi ha fatto cenno a un caso sorto nella Liguria di ponente che si concluse con il forzato ‘pensionamento’ di ‘Sua eccellenza’ e l’allontanamento, ad opera del successore, di diversi sacerdoti pendolari (e gay) da altre diocesi.