Una proposta, ricca di storia, arte, cultura, bellezze naturali, tradizioni, enogastronomia, indirizzata a 80 milioni di oriundi. Ma ora la Regione deve dare soluzione all’annoso problema dei collegamenti autostradali e ferroviari che la relegano ai confini dell’impero e dei disservizi della Sanità.
di Gianfranco Barcella
Finalmente una bella idea: la ricerca delle origini familiari come nuovo volano del turismo ligure, ma offriamo loro una Liguria semiparalizzata. I nostri immigrati, anche nei ricordi dei loro padri, si immaginano una Liguria diversa.
Hanno nel cuore bellezze naturali inimitabili, oasi naturalistiche ed una costa che non era ridotta ad un nastro di cemento. Per di più c’è il rischio che vengano ricoverati in un Pronto Soccorso dove saranno costretti a sostare nei corridoi su una barella militare come giaciglio di fortuna o in coda ad una lista d’attesa per una decina di ore prima di essere presi in carico.
In vista del 2024, proclamato dal ministero degli Esteri <Anno delle Radici Italiane>, la Liguria si è presentata al Roots di Matera, il salone internazionale dedicato proprio al settore del <turismo nostalgico>, o turismo di ritorno nella terra d’origine, offrendo nel proprio stand assaggi di canestrelli, amaretti, e prodotti dell’eccellenza culinaria.
Si è cercato di far venire l’acquolina in bocca agli 80 buyer con i quali si spera di sviluppare collaborazioni per valorizzare il turismo delle radici. “Genova è anche sede del Mei, l’unico Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana con cui stiamo già collaborando per una formazione mirata delle guide turistiche – ha affermato l’assessore regionale al Turismo, Augusto Sartori-. Con le guide turistiche organizzeremo per il prossimo anno una serie di eventi davvero interessanti. Vogliamo attirare in Liguria nel 2024 turisti con origini italiane, provenienti da Paesi Lontani come ad esempio, l’Australia: le premesse sono ottime perché, secondo secondo i dati dei primi 8 mesi del 2023, gli arrivi da questa nazione sono stati ben 110 mila, con un incremento del 182%”.
Si calcola che siano circa 80 milioni gli oriundi italiani nel mondo e la ricerca delle origini familiari è un driver molto forte per questi viaggiatori, con una potenzialità di sviluppo e norme per i territori e per la programmazione degli operatori turistici italiani ed internazionali.
“Il Turismo delle Radici- ha precisato ancora l’assessore- si basa su progetti specifici legati ai fondi del PNNR nel 2024 che puntano alla creazione di un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione che coniugano la proposta di beni e servizi quali alloggi,enogastronomia e visite guidate per riscoprire sul territorio la storia familiare, inserita nella cultura d’origine degli Italiani che sono emigrati all’estero”.
Intanto la Regione Liguria ha dato origine ad un tavolo di lavoro a cui prendono parte, oltre al settore turismo della Regione, tecnici dei prodotti turistici, rappresentanti del MEI (Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana con sede a Genova), Comune di Genova, l’Associazione Liguri nel Mondo e la Fondazione Peter Amedeo Giannini. Scopo del tavolo è monitorare le iniziative private in chiave turismo delle origini che il territorio propone, coordinarle e coadiuvarle, presentarsi come soggetto partner per le iniziative giudicate di valore che saranno presentate al MEACI e porsi come punto di riferimento per le attività promosse dal Ministero nel corso del 2024.
STAGIONE TURISTICA 2023. BENE MA NON BENISSIMO/Il turismo della scorsa
estate è andato bene ma non benissimo. Per fortuna in crescita è stato proprio il turismo straniero che ha fatto da contro altare al calo delle presenze dei nostri concittadini, molti dei quali ormai prendono d’assalto le coste liguri solo nel fine settimana. Si tratta, riferisce la Regione Liguria, di un calo comunque lieve e non certo paragonabile al grido di allarme, lanciato da Emilia Romagna e Puglia, con diminuzione delle presenze maggiormente significative.
Per quanto riguarda i Paesi di provenienza, i dati dipingono il 2023 come l’anno del ritorno dei turisti internazionali. Sono numeri significativi quelli degli Stati Uniti: da gennaio a giugno 2023 si è registrato un aumento degli arrivi del 44% rispetto allo stesso periodo del 2022. Elevati anche gli arrivi europei: Britannici (oltre il 29%) Tedeschi (+18%), e Francesi (+15,32%). Come riportato da Trucioli nel numero 3 del settembre 2023, il governatore Toti ha così commentato: “La stagione turistica, inoltre è sempre più lunga come dimostra il tasso di prenotazioni per settembre che ha giù raggiunto il 70%. Un risultato che arriva grazie ad un lungo lavoro di destagionalizzazione dell’offerta turistica ligure, che ormai da anni risulta competitiva per tutti i mesi dell’anno. Genova, in particolare, mai come quest’anno ha dimostrato di essere una città d’arte e cultura conosciuta a livello internazionale, con tanti turisti stranieri pronti a visitare musei, monumenti e palazzi in ogni mese dell’anno”. “E’ innegabile – ha continuato Toti– che l’inflazione abbia pesato sui consumi delle famiglie italiane, anche nel campo delle vacanze nel tradizionale periodo di ferie di luglio e agosto, ma i bilanci devono essere fatti sull’intera stagione che da gennaio a luglio 2023 segna un più 5% rispetto al 2022”.
Non parliamo della rete viaria con la sua problematica manutenzione. Cito solo un caso che mi riguarda di persona : “Proprio lunedì 20 u.s. dovevo incontrare a Savona, Fabrizio N., un gentile amico. L’appuntamento telefonico era per le 18,30 per accordi più precisi. Sapevo che doveva rientrare da Milano ed essendo un giorno feriale non mi ero preoccupato più di tanto. In tarda serata ricevo questo messaggio: “Scusami per il ritardo: ho vissuto una vera odissea: hanno chiuso la bretella A7-A26 obbligandomi dapprima ad uscire ad Alessandria; poi al ritorno, a Novi. Infine hanno chiuso il tratto discendente della A26 obbligandomi a percorrere il passo del Turchino. Risultato 7 ore e mezza in auto con arrivo la sera alle ore 23,30. Il tutto senza porre adeguati avvisi, nel totale disprezzo della vituperata utenza; poi sperperano soldi in pubblicità per migliorare la percezione della propria immagine e comunicarci che la <loro passione è muovere l’Italia>”.
BINARI A MONTE ANDORA -FINALE LIGURE/Forse ai turisti nostalgici è meglio non raccontare la vicenda del trasferimento a monte della ferrovia del Ponente Ligure. La distanza tra la politica e chi viaggia tutti i giorni in treno emerge proprio sui binari della linea ferroviaria del Ponente. L’iter per completare il progetto del raddoppio tra Finale Ligure ed Andora, ventilato da almeno 60, nella ultima travagliata versione è stato accantonato da nove anni. Il raddoppio servirebbe per incentivare il turismo e alleggerire il flusso automobilistico sull’Autostrada dei Fiori.
LA PIATTAFORMA DI VADO LIGURE/Dalla piattaforma Apm Terminals di Vado Ligure
si potrebbero aprire anche nuove prospettive di trasporto su rotaia delle merci da e per la Francia. Il grande sogno è in una situazione di stallo che dura 50 anni. Per il completamento dell’opera, nel 2021 è stato nominato dal governo Draghi un commissario straordinario: Vincenzo Macello. Resta un’opera considerata fondamentale anche dallo stesso governatore ligure: “E’ un collo di bottiglia all’interno di una struttura modernissima. Bisogna toglierlo!m La linea del Ponente Ligure è un nodo ferroviario straordinariamente potente ed importante”.
IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA/L’ostacolo principale resta quello di trovare i soldi per finanziare l’opera,da parte del governo Meloni. La priorità del ministro Salvini, sbandierata in Tv e non solo, è invece il ‘Ponte sullo stretto’ con un a Sicilia disastrata sia per le Ferrovie (da terzo mondo sic!), sia per autostrade, statali, provinciali e comunali. Il progetto del ‘ponte’ (ultima edizione) risale a 13 anni fa e chi ha assistito all’ultima trasmissione di Report (domenica sera 26 novembre 2023) si sarà fatto un’idea degli annunci, promesse e proclami.
Vale la pena precisare che l’infrastruttura (linea del ponente ligure) non potrebbe essere realizzata con i fondi del Pnrr che per il piano italiano scadranno nel 2026. Tanto per inquadrare la situazione è sufficiente ricordare che sul sito ufficiale di Ferrovie dello Stato, lo stato di avanzamento dei lavori è fermo alla fase <dei permessi>. E per la fine dei cantieri viene indicato un generico <dal 2029>.
“Intanto trionfano le strumentalizzazioni politiche, il pressapochismo progettuale, la mancanza di coinvolgimento di chi sul territorio vive stabilmente o vi soggiorna come turista, lavora o studia e utilizza il treno come pendolare o esercita attività legate all’agricoltura ed al turismo: di tutto ciò non si è tenuto conto finendo in un vicolo cieco che, ad oggi, non vede uno sbocco soddisfacente”.
SUCCEDE DOVE IL TRASFERIMENTO DEI BINARI E’ REALTA’/Chi si è espresso così è Gian Luigi Taboga presidente onorario di Assoutenti- Savona . “Succederà– ha sostenuto ancora Taboga– quello che è successo nella Riviera di Ponente, dove lo spostamento è già avvenuto: diminuirà in modo consistente il numero dei passeggeri al punto che ogni eventuale palliativo sarà irrealizzabile e dimostrerà la vera natura di un progetto illogico sotto tutti gli aspetti”. Il progetto pare non essere gradito dal territorio del Ponente Ligure: “La revisione dovrà cancellare le criticità e non essere semplicemente un modo per aggiornare le carte, lasciando tutto com’è”.
ALBENGA 50 AZIENDE AGRICOLE IN PERICOLO/Così il Comitato Territoriale ha
espresso il suo dissenso ed il suo vicepresidente Franco Stalla lo ha ribadito in questi termini: “ Recentemente sono stati pubblicati dati secondo cui Albenga ha 800 aziende agricole, quando negli Anni Novanta erano il doppio: con il progetto attuale, cioè quello di nove anni fa che prevede lo spostamento a monte dei binari e la nuova stazione a Bastia, se ne cancellerebbero altre 50 e sarebbe una mazzata letale per l’agricoltura di qualità ingauna”. Secondo Stalla lo spostamento risulterebbe costosissimo e poco funzionale: “La Gronda di Genova costerà 140 milioni al chilometro, in quanto prevede ampi tratti in galleria. Lo spostamento tra Finale ed Andora sarà lungo 32 chilometri, di cui 25 in galleria. Tutto questo significa che solo questi costeranno circa 3,5 miliardi, ossia più del doppio di quanto previsto, a cui bisogna aggiungere il tratto in superficie e la stazione di Albenga”.
Ma così si potranno togliere i binari e passaggi a livello dal cuore della città, come Loano, e avere una ferrovia più funzionale? “In realtà lo sarà meno– ribatte Stalla– proprio perché allontaneremo i binari dal centro. Avremo stazioni difficilmente raggiungibili, molte città non avranno neppure la fermata, compresa Pietra, dove ne è prevista solo una tecnica. La ferrovia risulterà meno utilizzata, esattamente come accade ora nelle tratte in cui è già stata spostata. Il Comitato sostiene la necessità del raddoppio in sede, che consentirebbe di utilizzare il treno anche per gli spostamenti brevi, insomma un tram treno, sgravando l’Aurelia dal traffico. E se da qualche parte fosse necessario realizzare dei sottopassi per evitare lunghe attese ai passaggi a livello, certamente risulterebbero meno costosi dello spostamento a monte, e meno impattanti”.
SAVONA SEMPRE IN ATTESA DEL FINE LAVORI AURELIA BIS/Anche il mancato completamento dell’Aurelia bis fra Savona e Albisola lascia interdetti! Prima o poi collegherà la località Grana di Albissola Superiore al Corso Ricci di Savona ed oltre, ma l’idea affonda nella notte dei decenni ed è costellata da una delle <migliori testimonianze della burocrazia italiana>. Lo stop dei lavori nel dicembre 2019, fu provocato dal fallimento della ditta Cmc. Fallita anche l’azienda seconda classificata nell’aggiudicazione dell’appalto, la Astaldi di Roma! No, proprio l’Aurelia bis non porta bene non solo ai pendolari ed ai turisti che percorrono quel tratto di strada, ormai inadatto a sostenere il flusso dei TIR, soprattutto in epoca vacanziera! E sorvoliamo sui disastri ambientali e sul Mar Ligure martoriato dalle catastrofi ambientali. Comunque siano i benvenuti i nostri fratelli lontani ed i loro discendenti! Speriamo che ci possano indicarci come attuare una politica nuova della mobilità; e non solo.
“Non è nella natura dell’uomo avanzare sempre; essa ha i suoi andare e venire”.(Pascal: “i pensieri”).
Gianfranco Barcella
Riceviamo dall’ing. Stefano Sibilla– Tramvia costiera Finalmarina-Loano-Albenga-Andora (Cervo-Diano), allorquando verrà davvero completato il raddoppio ferroviario di Ponente.
P.S. Sibilla è presidente del Comitato per la Valorizzazione delle Ferrotramvie in Val Tanaro e Ponente Ligure – Comitato TAL.