Cara Italia Nostra, questa è una lettera pubblica (ovvero “aperta”), da ex iscritto (con abbandono solo per ragioni economiche), e da conservazionista di vecchia stirpe.
di Franco Zunino*
Mi ha colpito l’impegno di Italia Nostra in sostegno dell’ampliamento del Parco Nazionale (ex Regionale, ex Area protetta regionale, ed ex Ente Autonomo) del Monte di Portofino. Un’area che conosco, se non altro per essere stata la mia prima meta di escursione di un’area protetta, quando ancora pochi ne conoscevano l’esistenza. Ecco, può dirsi che di quell’area ormai storica, fin da allora ben pochi metri quadrati meritavano di essergli aggiunti, mentre meritava, e merita tutt’ora, una tutela paesaggistica (di cui, peraltro, credo che goda ancora).
Allora, perché tanto impegno affinché venga ampliata di migliaia di inutili ettari che di vero ambiente naturale di valore possiedono ben poco. Perché, allora, bisognerebbe riconoscere che tale valore è esteso lungo tutta la riviera ligure! Che è certamente bellissima da un punto di vista paesaggistico (sebbene martoriata da un urbanizzazione incalzante che da Spezia giunge a Ventimiglia!), ma forse un poco meno da quello naturalistico e ambientale (che poi è ciò che di solito si richiede per un’area protetta, e specie per un Parco Nazionale).
Ecco perché il “retro” di Portofino non è proprio il caso di trasformarlo nel solito inutile Parco! A meno che dietro a questa richiesta non si nascondano interessi per così dire, pelosi: allargare il divieto di caccia per gli animalisti, giustificare finanziamenti per gli amministratori comunali. Ma non è che per questo si deve avanzare richiesta di un Parco Nazionale, altrimenti la dovremmo avanzare per tutto il territorio nazionale!
Ecco, da conservazionista convinto, quasi integralista per certi luoghi veramente meritevoli, desta meraviglia l’impegno di Italia Nostra in questa battaglia inutile, a fronte di altri impegni che ben più meriterebbero l’intervento della prestigiosa Italia Nostra: esempio, in Liguria, lo svilimento che si sta facendo della Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia (integralmente protetta per circa 30 anni da una società privata, ed ora a rischio dopo il suo passaggio al bene pubblico!), o in Toscana. Il rischio che ciò che resta di integro e selvaggio nel promontorio di Punta Ala venga stravolto con la realizzazione di una ciclopista (una vera e propria “autostrada per biciclette”!); entrambe località di ALTISSIMO VALORE AMBIENTALE ma per la difesa delle quali la voce di Italia Nostra non mi pare che si sia sentita, almeno finora.
Infine, un commento sul fatto che si ritenga che un Parco Nazionale non debba essere così piccolo: un Parco, quale che sia la sua classifica, deve tutelare ciò che merita di essere tutelato, e non già valutato in base all’estensione del suo territorio!
In America, patria dei primi Parchi, ne esistono di ENORMI, ma anche di piccolissimi, addirittura non più grandi dell’attuale nostro di Portofino! E la ragione è che un Parco, essendo un vincolo – il che implica delle rinunce –, dovrebbe tutelare SOLO ciò che merita di essere tutelato, e non già utilizzato per ottenere difese che possono benissimo ottenersi con vincoli di diversa e più saggia natura: es., in questo caso, paesaggistico, che è l’unico VERO valore degno di essere difeso di quell’area che si vorrebbe accorpare a Portofino!
Franco Zunino (segretario generale AIW)