La Golar -Tundra non sarebbe idonea a sostenere, in assoluta sicurezza, le perturbazioni meteo-marine così frequenti sulle coste liguri e potrebbe essere fonte di deterioramento dell’ambiente.
di Gianfranco Barcella
Continua il <conflitto energetico> tra Vado Ligure con Savona e l’autorità politico-amministrativa. Dopo il problema del carbone, i gruppi locali sostenuti da Greenpeace e Wwf e non solo, continuano ad organizzare l’opposizione al collocamento della nave rigassificatrice Golar-Tundra nel mare savonese. Sostengono che questo progetto sia inutile e dannoso per l’ambiente e la salute.
Il “Coordinamento no rigassificatore”non molla. I rappresentanti di ben 50 associazioni, movimenti e partiti si sono dati appuntamento, di recente, in Piazza Mameli, a Savona per condividere un pomeriggio di lotta e di resistenza a difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Il sindaco Marco Russo e Franco Zunino del Coordinamento hanno partecipato tra gli altri, all’evento di protesta popolare per denunciare una scelta imposta dall’alto, senza un confronto con il territorio, già martoriato da insediamenti industriali inquinanti. C’è da sottolineare in merito che un recente report dell’Institute for Energy Economics and Finalcial Analysis ci dice che l’Europa sta andando verso un eccesso di capacità di rigassificazione, rispetto alla domanda di metano e di gas naturale liquefatto (Gnl) anche in una prospettiva di medio periodo.
Già lo scorso aprile, Re Common metteva in guardia dall’opportunità di investire in nuovi impianti per l’estrazione ed il trasporto di gas, con particolare riferimento al Gnl distribuito via nave, in ragioni di diverse incognite come riduzione della domanda, la diffusione accelerata delle tecnologie pulite, le politiche per il raggiungimento di traguardi climatici net-zero per l’azzeramento delle emissioni e la volatilità dei prezzi.
Anche il WWF è intervenuto sulla assoluta inutilità dei rigassificatori galleggianti ai fini della sicurezza energetica nazionale, sottolineando come le nuove infrastrutture per il gas “sembrano funzionali al solo sostentamento dell’uso di quelle fonti fossili che dovrebbero essere abbandonate in ottica di contrasto alla crisi climatica”. I rappresentanti di Medicina Democratica così si esprimono in proposito: “A causa della supposta emergenza nazionale– dice Gianni Gatti di Attac Savona- vengono meno tutte le regole autorizzative rispetto alla valutazione di impatto ambientale e delle alternative possibili. Inoltre come spesso accade nelle autorizzazioni ambientali vengono considerati separatamente i singoli impatti senza tenere in considerazione l’effetto cumulativo ed il contesto in cui questi impatti sui verificano”.
Ricordiamo che Vado Ligure è stata protagonista di un rilevante inquinamento ambientale provocato dall’esercizio della centrale a carbone di Tirreno Power con gravi impatti sulla salute della popolazione e oggetto di un annoso procedimento penale recentemente risoltosi con l’assoluzione dei 26 imputati coinvolti e in attesa della motivazione della sentenza.
L’impianto si inserisce in un contesto portuale di Vado Ligure e Savona sono già presenti ed in fase di progettazione diverse infrastrutture ed attività con cui potrebbe interferire. Spiega ancora Gatti: “Gli esempi sono il deposito di Gnl in costruzione e le condotte di Snam che dovrebbero poi portare il gas a terra per immetterlo nella rete di distribuzione nazionale, Queste nuove condotte passerebbero a 30 metri dalle tubazioni esistenti della Sarprom, collegate a loro volta al sito di decine di serbatoi di stoccaggio, evidentemente andando ad aumentare i rischi connessi con simili infrastrutture”. E’ come se avessimo in mar una centrale elettrica, alimentata con genera che dovranno produrre energia per il funzionamento della nave stessa e per tutti gli impianti di rigassificazione e trasporto del gas, le cui emissioni in atmosfera si riverseranno anche sulla costa. Poiché è necessario provvedere a mantenere pulite le tubature, utilizzate per rigassificare il Gnl, precedentemente portato a -161° C. attraverso uno scambio termico che avverrà per mezzo del contatto con tubazioni contenenti acqua di mare, a circa 13 gradi di temperatura, il rilascio in mare dell’acqua avverrà ad una temperatura significativamente inferiore a quella prelevata. E per evitare il formarsi di incrostazioni nelle tubazioni questa operazione di pulizia preventiva prevede l’utilizzo di ipoclorito di sodio che sarà successivamente riversato in mare con le acque residue. La quantità di ipoclorito di sodio utilizzata è stimabile intorno alle 34 tonnellate all’anno che ovviamente causeranno un grave impatto sull’ambiente marino.
Ricordiamo poi che la zona si trova a circa 2 chilometri dal Santuario dei cetacei. C’è da soggiungere ancora che nei giorni, appena trascorsi, in cui la costa ligure è stata flagellata da mareggiate impetuose, e molti si sono chiesti se ancorare una nave di tal fatta a 4 chilometri dalla costa di Vado Ligure ed a 2,9 chilometri da Savona fosse opportuno e soprattutto sicuro.
Allora mi sono documentato. Fonti ufficiali della SNAM affermano, per bocca del suo ingegnere progettista Andrea Fioravanti: “ Qualora, una volta avvenuto il ricollocamento della nave rigassificatrice di Snam Golar Tundra a largo delle coste di Vado Ligure, si dovessero verificare condizioni meteo – marine, particolarmente avverse, la sicurezza sarebbe garantita da una serie di accorgimenti previsti dall’azienda. La Golar Tundra stazionerebbe nella cosiddetta Area Charlie che ha un raggio di 800 metri e che presenta già delle limitazioni alla movimentazione, proprio perché punto di ormeggio delle petroliere, senza che questo abbia mai pregiudicato il traffico delle altre navi o imbarcazioni in rada e soprattutto non creando alcuna interferenza con e navi da crociera, alle quali l’Area Charlie, risulta interdetta”. Si precisa inoltre: “La nave è in grado di operare in condizioni meteorologiche marine estreme come quelle dei mari del Nord. Il sistema di ormeggio a torretta viene adottato in mari che presentano condizioni ben più estreme di quelle dell’Alto Tirreno ed in caso di necessità, consentirebbe alla Golar Tundra di sganciarsi e allontanarsi nell’arco di alcune ore. In aggiunta, come è accaduto a Piombino già in questi giorni in cui il maltempo ha interessato la Toscana, l’impianto ha continuato ad operare anche con condizioni di vento particolarmente avverse. In casi eccezionali di maltempo, gli arrivi ed i conseguenti affiancamenti delle navi metaniere possono essere posticipati in condizioni meteorologiche, migliori”.
Ancora si afferma: “Non ci sono problematiche per il sistema di ancoraggio: la torretta con le sei catene e le ancore, è stata progettata come si fa sempre, per questo tipo di applicazione, per resistere alle condizioni meteo – marine più gravose che si possono verificare in un periodo di 100 anni. “Nel caso di Vado– precisa l’ing Fioravanti– implica che un’onda superiore a cinque metri, che vuol dire picchi d’onda di altezze superiori ai 9 metri non presenti problemi per l’ancoraggio che si fa con coefficienti di sicurezza molto elevati, simulando quindi valori più elevati rispetto a quelli che potrebbero realmente verificarsi. Si fanno anche simulazioni considerando la rottura di una delle catene delle sei posizionate in trazione. La nave resterebbe comunque ancorata. Non vediamo nessun tipo di problematica ad avere un ormeggio sicuro nelle condizioni di Vado Ligure anche in presenza di eventi estremi di questo tipo perché questa tecnologia ultra collaudata è nata ed è stata sviluppata nel mare del nord dove condizioni di questo tipo sono normalissime”. “Anche se questi eventi– continua l’Ing Fioravanti– avessero una frequenza più alta, il sistema è progettato per resistere comunque, indipendentemente dalla frequenza di accadimento. Come ulteriore garanzia di sicurezza, nell’eventualità di dover comunque decidere di scollegarsi perché arriva un’indicazione della Capitaneria di Porto che invita a togliere gli ormeggi, la tecnologia della torretta di ormeggio prevede la possibilità di disconnettere la boa e quindi avere la nave libera di muoversi. Dall’analisi dei report dei dati meteo marini che abbiamo utilizzato per il progetto, abbiamo valutato anche un evento estremo, determinato da raffiche intorno ai 90Km/h. Non abbiamo preso in considerazione solo un anno specifico ma la statistica dei dati disponibili, in svariati anni”.
C’è da precisare ancora che Snam lo scorso fine ottobre ha risposto a tutte le osservazioni giunte fino al 17 ottobre; quelle arrivate successivamente (ad esempio quelle inviate da Ispra) sono in fase di lavorazione e faranno parte del prossimo invio di integrazioni. C’è chi ha contestato però le dichiarazione dell’ing. Fioravanti proprio nel merito. In una lettera a SAVONA NEWS, leggo: “L’ing Fioravanti, per ben due volte, in occasione della Conferenza dei Servizi di Piombino ha dichiarato che la Golar Tundra non è adatta ad essere ormeggiata offshore. Nello specifico, in data 07/10/2022, SNAM dichiarava: “La Golar Tundra ha un serbatoio a membrana che crea delle condizioni di maggiore fragilità rispetto alle navi MOSS, in presenza di condizioni meteo marine più critiche. Al momento la Società sta interloquendo con il detentore del brevetto dei serbatoi a membrana per avere informazioni sulle condizioni di continuità operativa in condizioni meteo-climatiche più critiche. Di queste dichiarazioni/informazioni ad oggi, nel progetto depositato presso il Mise, non c’è traccia”.
Ed ancora si legge in questa missiva: “In fase transitoria di riempimento/svuotamento, la nave non può trovarsi in acque non protette, perché può essere soggetta a sloshing (sciabordio n.d.r.). Solitamente, le FSRU con serbatoio a membrane operano in acque protette”. Ma vi è di più: “Il progetto di spostare il rigassificatore davanti alla rada di Savona-Vado è grossolano ed infarcito di errori tecnici, come ben specificato dai vigili del fuoco, ISS, Ispra ed altri enti certificatori”. Allora l’uomo della strada si domanda <Cui bono?> cioè a chi conviene? Buon senso vorrebbe che in presenza anche di una minima percentuale di rischio si accantonasse il progetto. Abbiamo già una collezione notevole di catastrofi che gravano sulle nostre spalle: alluvioni, terremoti, degrado ambientale…
In caso di incidente, apertura dei serbatoi o incendio, le conseguenze potrebbero essere letteralmente devastanti nel raggio di molti chilometri. Per di più è un progetto che incide in modo negativo sul territorio e sull’ambiente marino condizionando anche l’economia turistica, con i riflessi a cascata sul settore del terziario. Ma si sa, non sempre la classe politica è sensibile agli ammonimenti di Papa Francesco il quale, di recente, ha detto che i politici devono agire per il bene comune e non per gli interessi dei partiti.
La qualità delle competenze e dell’onestà sono caratteristiche essenziali ancorché non sufficienti per qualificare una classe politica, adeguata ai compiti di governo nella società moderna. Intanto il consigliere regionale Roberto Arboscello (PD- ARTICOLO UNO) ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto alla giunta a che punto sia l’iter di allargamento della ZSC (Zone speciali di Conservazione), in seguito alla dichiarazione di esecutività approvata dalla Giunta Comunale di Bergeggi il 14 Aprile 2022, e quali azioni attiverà per tutelare i “Fondali Noli-Bergeggi”. Il consigliere ha ricordato che nello spettro marino che sarebbe dovuto rientrare nella zona protetta è ora previsto il posizionamento del rigassificatore GOLAR TUNDRA. Rimandare l’ultima decisione al Ministero pare in contraddizione con l’affermazione dello stesso Ministro Pichetto Fratin il quale ha sostenuto che l’ultima parola spetti a Toti. L’assessore Giampetrone ha ribadito che è stato proprio il Ministero a bloccare l’iter, non la Regione e Arboscello ha sostenuto che lo scaricabarile con il ministero non funziona. Il gioco delle parti continua!
Intanto hanno <drizzato le antenne> molti cittadini di Quiliano, quando hanno visto collocati a Valleggia, in località Casina, alcuni mezzi di Snam. Negli ultimi giorni infatti sui social (sul gruppo Facebook Savona E), sono state pubblicate le foto dei macchinari e molti cittadini hanno iniziato a mostrare la loro contrarietà. I mezzi però, autorizzati alla Prefettura di Savona, verranno utilizzati per effettuare delle indagini diagnostiche ed i rilievi topografici sul territorio quilianese, propedeutici al futuro passaggio, nel caso il progetto venga approvato, della rete del gas che si allaccerà al rigassificatore che potrebbe essere posizionato nel 2026 a 4 km dalla costa di Vado e a 2,9 km da Savona.
La società SNAM Rete Gas s.p.a., incaricata per conto di SNAM FSRU Italia srl, è stata autorizzata dal prefetto Enrico Gullotti ad introdursi nei fondi privati, per effettuare le operazioni, finalizzate alla redazione del progetto del nuovo gasdotto FSRU Alto Tirreno e collegamento alla Rete Nazionale gasdotti che interesserà i territori dei comuni di Vado Ligure, Quiliano, Altare, Carcare, Cairo Montenotte. Saranno effettuate operazioni planimetriche, rilievi topografici, sondaggi archeologici, geologici e geolettrici.
Si è preso atto ufficialmente che l’istanza evidenzia come l’accesso sia indispensabile per l’espletamento delle predette operazioni preliminari, finalizzate alla redazione del progetto per il trasporto di gas naturale che rientra tra le attività dichiarate di interesse strategico e di preminente interesse nazionale. Il prefetto ha anche precisato: “La società SNAM è tenuta a risarcire qualunque danno arrecato agli aventi diritto nell’ambito dell’esecuzione dei lavori preparatori, inerenti la redazione del progetto del metanodotto”.Ora si attende il parere della Commissione di Impatto Ambientale a cui il presidente Toti ha dichiarato di far riferimento come ultima ratio, aggiungendo inoltre che la manifestazione in piazza Mameli era animata dal pregiudizio e dalla paura, alimentati dalla peggiore politica.
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.
Gianfranco Barcella
2/RIGASSIFICATORE. LISTA TOTI: “RACCOLTA FIRME ARBOSCELLO ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DI MALAFEDE.
IL PROGETTO È NEL PIANO ENERGETICO NAZIONALE DEL GOVERNO PER GARANTIRE ENERGIA A MILIONI DI ITALIANI”
Il Consigliere Regionale Arboscello, dimostra ancora una volta la sua totale impreparazione e soprattutto malafede promuovendo, finora con scarso successo, una petizione online per chiedere al Presidente Toti, in veste di commissario di governo, di ritirare il progetto per il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo di Vado Ligure. Peccato che il progetto faccia parte del Piano energetico nazionale, varato dall’allora governo Draghi e portato avanti con determinazione dall’Esecutivo in carica per garantire a milioni di italiani l’approvvigionamento di energia di cui hanno bisogno. Certamente il partito di Arboscello non può chiedere alcun passo indietro su questo tema a livello nazionale, avendo votato a favore di quel piano energetico e pure dei rigassificatori in Toscana e in Emilia-Romagna, mentre qui in Liguria si oppone al progetto di Vado Ligure per pura strumentalizzazione politica.
Ribadiamo, sperando una volta per tutte, che sarà la Via nazionale a decidere se il progetto rispetti o meno i parametri di legge per la sicurezza e la salute dei cittadini: né Toti, né Snam come soggetto attuatore del Piano di governo, né tantomeno Arboscello e i suoi compagni di partito che rappresentano la peggiore politica, alimentando pregiudizi e paure. I pareri che il consigliere sventola non sono altro che richieste di spiegazioni o integrazioni progettuali riferite a Snam dai diversi enti competenti, quali Ispra, l’Istituto Superiore di Sanità, i Vigili del Fuoco e la Capitaneria di Porto. Se al termine di questa complessa procedura la Commissione di Via nazionale dirà che il rigassificatore non è compatibile con quel territorio, mette a rischio persone o ambiente, il presidente e commissario Toti ha ribadito più volte non firmerà l’autorizzazione all’impianto. Ma se quella stessa Commissione darà parere positivo e lo valuterà sicuro e compatibile con l’ambiente circostante, ci aspettiamo che tutti, esponenti del Pd compresi, accettino la decisione.
3/16 NOVEMBRE 2023. RIGASSIFICATORE, CONCLUSO L’INCONTRO TECNICO CON SNAM E COMUNE DI ALBISOLA SUPERIORE: CHIARITI ASPETTI AMBIENTALI DEL TRATTO A MARE
GENOVA. Proseguono gli incontri tecnici organizzati dalla struttura commissariale nell’ambito del progetto per il ricollocamento della nave rigassificatrice Golar Tundra nella rada di Vado Ligure. Nella sede regionale di via Fieschi l’amministrazione comunale di Albisola Superiore ha avuto modo di analizzare con i tecnici Snam le caratteristiche principali dell’intero progetto. Sono stati evidenziati gli aspetti legati alla sicurezza e alle misure di salvaguardia ambientale, sia del tratto a mare che di quello a terra. I tecnici hanno fornito diversi dettagli sull’impatto emissivo in atmosfera e in mare, in fase di realizzazione del progetto, ma anche una volta che la Golar Tundra sarà operativa in area Charlie. Snam ha specificato come i quantitativi di ipoclorito che saranno riversati in mare, oltre che essere al di sotto dei limiti di legge, non avranno alcun impatto significativo. Anche l’effetto dell’acqua più fredda che verrà scaricata in mare non comporterà alcuna alterazione dell’ambiente marino. I rappresentanti del Comune di Albisola hanno ricevuto le rassicurazioni circa la compatibilità del progetto con le peculiarità dei territori coinvolti.
La struttura commissariale ribadisce che l’attività sin qui svolta è stata utile a recepire le osservazioni di amministrazioni comunali, categorie, sindacati e soggetti privati del territorio. Negli ultimi mesi Snam, come soggetto attuatore del Piano energetico nazionale, ha prodotto integrazioni progettuali ancora in esame, ma in perfetta linea con le richieste formulate dalla struttura commissariale e dalle amministrazioni con cui c’è stata interlocuzione. Le ottimizzazioni di tracciato previste di recente sono state, infatti, prese in considerazione proprio per soddisfare le osservazioni ricevute dagli enti coinvolti nel progetto.
A partire dal mese di agosto sono stati oltre 10 gli incontri svolti insieme a Comuni, Provincia di Savona, sindacati e associazioni di categoria per analizzare il progetto. Il dialogo proseguirà in attesa dell’esito positivo della Via Nazionale, che permetterà di riprendere l’iter amministrativo della Conferenza di Servizi fino alla conclusione del procedimento attuativo.