L’accordo Italia-Albania: un’autostrada per i migranti o un nuovo Acheronte?
di Antonio Rossello
L’Europa a due velocità si allarga: le altre nazioni UE si sentiranno legittimate a seguire l’esempio italiano?
L’accordo firmato tra Italia e Albania sulla gestione dei migranti ha suscitato un’ondata di polemiche, sia in Italia che all’estero. Le critiche riguardano soprattutto due aspetti: il primo, è che l’accordo potrebbe rappresentare una sorta di “Acheronte moderno”, con i migranti metaforicamente costretti a attraversare un mare pericoloso e a vivere in condizioni di precarietà, prima di essere rimpatriati o meno. Il secondo, è che l’accordo potrebbe legittimare altre nazioni europee a seguire l’esempio italiano, scaricando la responsabilità della gestione dei migranti su Paesi extra UE più poveri e meno sviluppati.
L’ipotesi di un “Acheronte moderno” è sicuramente preoccupante.
L’Albania è un Paese povero e meno sviluppato dell’Italia, con un sistema di accoglienza dei migranti che non è certo all’altezza delle sfide che si prospettano. I migranti che arriveranno in Albania potrebbero essere costretti a vivere in condizioni di precarietà, con scarse possibilità di integrazione. Inoltre, il rischio di sfruttamento e di tratta è sempre presente.
L’ipotesi di un’Europa a due velocità è altrettanto preoccupante. Se altre nazioni europee dovessero seguire l’esempio italiano, si allargherebbe il divario tra Paesi che sono disposti ad accogliere i migranti e Paesi che preferiscono scaricarli su altri, sentendosi addirittura manlevati dal dover accettare quote stabilite come da precedenti intese comunitarie. Questo divario potrebbe avere conseguenze negative per l’intera Europa, sia dal punto di vista umanitario che politico.
È ancora presto per dire se queste ipotesi si concretizzeranno.
Tuttavia, l’accordo Italia-Albania è un segnale preoccupante per il futuro dell’Europa. L’accordo potrebbe rappresentare un passo indietro rispetto ai principi di solidarietà e accoglienza che dovrebbero essere alla base della politica migratoria europea.
Antonio Rossello