Si stringe da parte dell’Asl1 Imperiese la rete dei controlli sulle cooperative attive nel comparto sanità, a seguito del caso del falso medico, scovato in servizio presso l’ospedale Saint Charles di Bordighera.
di Gianfranco Barcella
Con due distinte delibere, adottate dal direttore generale di Asl1 Filippo Stucchi l’azienda sanitaria locale ha revocato temporaneamente l’aggiudicazione di due dei sette appalti, banditi di recente per la ricerca di coop fa impiegare in corsia. “Hanno trasmesso un numero di turni e di curricola di medici che dovrebbero essere impiegati per il servizio, non sufficiente a soddisfare i fabbisogni delle strutture ospedaliere”. Con questa motivazione l’Asl1 ha negato il subentro nella gestione dei Pronto Soccorso di Sanremo alla cooperativa Amaltea che si era aggiudicata la gara d’appalto bandita per colmare la grave carenza del personale medico che affligge l’ospedale Borea.
Stessa motivazione è stata addotta anche nel caso dell’appalto promosso per supportare il reparto di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale di Imperia, dov’è presente l’unico punto nascite provinciale aggiudicato nei giorni scorsi alla Altavista Coop. A seguito dei controlli sui turni di lavoro e sui curricula dei medici, si legge nei provvedimenti firmati dal direttore generale Stucchi, l’Asl1 ha chiesto chiarimenti alla due cooperative nel corso di riunioni che si sono tenute in video – call, <senza alcun esito positivo> per entrambi i confronti. Per non lasciare scoperti i due servizi essenziali, l’Asl1 ha prorogato le gestioni in essere, affidate alla Global Care per quanto concerne il Pronto Soccorso e alla Novamedica relativamente al reparto di Ginecologia ed Ostetricia.
Ora le due vicende potrebbero finire presto di fronte al TAR Liguria al quale i legali delle cooperative escluse, sembrano intenzionati a rivolgersi per contestare le revoche decise dalla direzione sanitaria imperiese. Sono faccende incresciose che certo non giovano a rinforzare la fiducia dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, ma c’è di più! Sempre l’Imperiese è l’area più sofferente per la mancanza dei medici di famiglia. La Liguria in generale ha la necessità urgente di rimpolpare il numero dei suoi medici di base. Soffrono della carenza della continuità assistenziale soprattutto gli anziani ed i disabili.
Questo fenomeno incredibile non è solo ligure. In Italia, per la precisione, già due milioni di pazienti sono privi dell’assistenza del medico di base. “In un momento di grande carenza del personale sanitario- spiega l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola– la Giunta pone particolare attenzione a mettere in campo tutte le azioni possibili per portare a formazione giovani medici. Accanto alle dodici borse di studio nella specialità di ostetricia, ematologia, neuropsichiatria, oculistica, ortopedia e igiene che abbiamo attivato negli ultimi mesi, questo provvedimento va nel solco del potenziamento del territorio essendo dedicato alla formazione di medici di medicina generale. Il corso dura tre anni. Rafforzare il territorio, avere a disposizione medici anche nelle aree interne più remote della nostra Regione è l’obiettivo che, come amministrazione, ci poniamo per portare vicino ai cittadini la medicina di base e trovare soluzioni per la maggior parte delle problematiche sanitarie che li affliggono. Così facendo si riserva agli ospedali la gestione ed il trattamento delle patologie più complesse che necessitano di procedure non erogabili dal territorio”.
Certamente, il bando è per 67 borse ma non è detto che vadano tutte assegnate. Da anni ormai la medicina generale ha perso appeal tra i giovani neolaureati per la difficoltà di portare avanti l’attività privata e per i carichi di lavoro burocratico troppo oneroso, legato a quello dell’assistenza. Non tutti sanno che già il 40% dei medici che esercitano in Europa sono Italiani perché trovano condizioni di lavoro più allettanti e pure stipendi più adeguati alla loro professione! E l’esodo continua: ogni anno poi 15 mila medici vanno a specializzarsi all’estero. Il compenso per le specializzazioni, in Italia, è di circa mille euro lordi al mese!
Di questo passo si arriverà alla chiusura degli ospedali! Il Pnnr e la riforma della sanità però puntano molto sul coinvolgimento dei medici di base nella gestione operativa delle Case di Comunità e se a mancare saranno i camici bianchi, tutta la riforma della sanità territoriale fallirà clamorosamente. E’ umiliante valutare come nell’ultimo ventennio una classe politica impreparata ed incapace abbia deteriorato il Bel Paese, non solo nell’ambito della sanità pubblica. Non c’è stata una attenzione adeguata alle problematiche del territorio ed oggi leggiamo sui quotidiani, a caratteri cubitali:”Catastrofi continue! ” E gli anziani muoiono nelle loro case, assediate dalle acque vorticose! Ma si sa: gli Italiani vanno in piazza solo per acclamare la nazionale di calcio!
Con la nuova legge di bilancio intanto non si mette freno alla demolizione della sanità pubblica ed i medici andando in pensioni rischiano di avere gravi penalizzazioni! Lo Stato deve far cassa, costi quel che costi!Un medico con cinque anni di contributi, versati prima del 1995, arriva a perdere anche più di 12 mila euro di pensione all’anno, un infermiere anche 4 mila, un dirigente 15.000 ed un insegnante 3.800, 4600 un addetto della polizia locale e 3600 un impiegato pubblico. Sono questi, secondo uno studio della UIL, i risultati della modifica delle aliquote contributive dei dipendenti pubblici che hanno versamenti antecedenti il 1996, deciso dalla nuova legge di bilancio.
“La Legge di Bilancio predisposta dal governo penalizza in maniera vergognosa i lavoratori pubblici, in particolare sulle pensioni”, commentano la segretaria confederale Vera Bonomo ed il segretario generale di Uilpl Domenico Proietti, segnalando le perdite molto significative sulle pensioni future di queste categorie di lavoratori , rilanciando così le ragioni dello sciopero promosso dalla Uil e dalla CGIL previsto per il prossimo 17 novembre “con l’obiettivo di cancellare questi iniqui provvedimenti”.
In compenso si prevedono finanziamenti ai privati ed a grandi case farmaceutiche. Si innalzerà invece la dotazione per la Sanità Pubblica di soli 3 miliardi anche se occorre sottolineare che è un’inversione di tendenza dopo un decennio di tagli indiscriminati. Gran parte della spesa verrà impiegata per il rinnovo dei contratti collettivi del personale sanitario anche se non si terrà pienamente in conto dell’inflazione galoppante. Se però consideriamo il bilancio fallimentare dello Stato Italiano… In compenso l’art.45 prevede la possibilità di alzare la cifra pagata per gli straordinari dei medici del servizio pubblico al fine di ridurre le liste d’attesa. Ma i medici del SSN hanno già spiegato che il punto non sta nel quanto vengano pagati gli straordinari ma nel numero ridotto di sanitari disposto a farlo. E la manovra non prevede in sostanza un piano di nuove assunzioni.
A questo punto però l’art.46 introduce una seconda opzione:quella di rivolgersi a strutture private, e prevede un incremento di fondi a questo scopo. (123 milioni nel 2024, 368 milioni nel 2024 e ben 490 milioni nel 2026). Il risultato sarà insomma quello di spingere sempre più persone verso medici e strutture private che assorbiranno alla quasi totalità dei fondi stanziati per alleggerire le liste d’attesa. Nell’articolo successivo, il 47, ecco un altro regalino ai privati. In sostanza le ragioni che fanno maggiormente ricorso a strutture private non subiranno più nessuna penalizzazione, a differenza di quanto accadeva prima, in base ad un criterio di <appropriatezza>.
La manovra riformula poi quello che va ai farmacisti come percentuale o quota fissa dalla vendita di medicinali (art.44). La novità più significativa è quella che consente il venir meno dell’incentivo di 28 centesimi a confezione per la vendita di farmaci generici equivalenti. In questo modo anche anche per prodotti il cui brevetto è scaduto, la convenienza per chi vende è quella di piazzare il farmaco con il prezzo più alto, quasi sempre quello originale. Nel complesso si vede insomma come prosegua inesorabile l’opera di progressivo smantellamento della sanità pubblica.
E’ un’operazione in cui si sono cimentati con maggiore o minore ardore, governi di tutti i colori. E’ una pratica subdola perché non dichiarata ufficialmente ma perseguita nei fatti, vista l’impossibilità permanente di fare un’esame od una visita con il Ssn in tempi adeguati alla gravità delle patologie. E tutto questo viene accolto con una rassegnata passività dall’opinione pubblica. Io stesso ho sottovalutato ciò che l’allora presidente del consiglio Mario Monti aveva affermato: “ Il nostro sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri,potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento”.
Ci sono regioni virtuose però (cito il Piemonte) che cercano di opporsi a questo trend che pare inesorabile proclamando ufficialmente: “SALVATE LA SANITA’ PUBBLICA”. Ha approvato all’unanimità una legge che permetta di stanziare il 7,5% del PIL dell’anno precedente, in misura mai inferiore, per finanziare la Sanità Pubblica. Il testo, ha spiegato l’assessore Luigi Icardi, è stato condiviso in Conferenza delle Regioni e sarà inviato alla Camera dei Deputati. Dietro a questa scelta, nata da una proposta del PD c’è la consapevolezza dell’importanza di finanziare il sistema sanitario nazionale, inteso come bene collettivo. Questo vincolo dovrebbe entrare in Costituzione, in maniera simile alla norma che impone il Pareggio di Bilancio”.
Speriamo che la Regione Liguria persegua i medesimi intenti. A proposito dei medici di famiglia devo ancora segnalare che il Comune di Cairo Montenotte è disposto a rendere disponibili due locali all’interno del Palazzo di Città Municipio per i medici di famiglia cairesi. Ci sarà anche l’opportunità di istituire un servizio navetta verso la sede della medicina di gruppo in via Brigate Partigiane . L’obiettivo è mitigare i disagi del trasferimento dei medici di famiglia, avvenuto dalla sede di Corso Dante. Quelli ancora in attività è meglio poterli raggiungerli agevolmente.
Gianfranco Barcella
IL SECOLO XIX E LA STAMPA – IMPERIA DEL 29 OTTOBRE 2023