Un lettore curioso e critico, Natalino Codatozza, si è imbattuto in un’incredibile scoperta nel mondo accademico: suo lontano cugino Gennaro, espatriato e ormai scomparso dai radar familiari, è emerso come uno studioso di spicco nel panorama delle scienze sociali, con uno studio comparativo che fa riflettere.
La cosa sorprendente? Gennaro ha toccato anche i misteriosi “caposcuola” di cui Codatozza stesso aveva scritto con una punta di scetticismo. Tutto ciò, narrato con lo stile umoristico e le espressioni genovesi di Codatozza, ci fa sorridere e riflettere sulla vasta platea dei “maghi” delle discipline sociali!
di Natalino Codatozza
Ieri mi è capitato un fatto curioso, leggendo su “Minima Immoralia”, una delle tante riviste di peer review, ho trovato citato un mio lontano cugino del quale avevo perso da tempo le tracce e quasi la memoria. Al di là dell’inevitabile sequela di reminiscenze familiari suscitate dalla scoperta, sono rimasto sorpreso nell’apprendere che il cugino Gennaro, che sapevo espatriato da tanto, si è occupato in ambito accademico di uno studio comparativo delle tendenze assunte dagli studi sociologici nell’ambiente globalizzato, con una particolare attenzione al panorama italiano.
Fin qui nulla di troppo strano dopotutto, lui è italiano inserito nello studio che per la Kagoshima University pare essere stato condotto da un nutrito team di ricerca; mi ha sorpreso invece trovare citati, in una parte dell’artefatto veramente capillare condotto dal cugino trapiantato al sol levante, un paio di interventi, attribuiti ad un preteso caposcuola, nei quali io pure mi sono imbattuto di recente e sui quali ho scritto esprimendo più di una riserva.
Elaborati scovati in tutti gli ambiti anche fuori dall’ ambiente scientifico universitario e una certa parte dedicata a chi diffonde via web e nei social le tesi che avanza, spesso lamentando di essere snobbato dall’Accademia, impreziosiscono di utilissimi dettagli il lavoro svolto. Anche i rilievi psicologici su asserzioni e tendenze che il più delle volte non possono definirsi altrimenti che astruse e/o auto-referenti, non solo mi hanno trovato in pieno accordo ma parevano ricalcare con un linguaggio scientifico quanto da me scritto in tono semiserio in alcuni brevi articoli pubblicati su testate on line anche di recente.
Ritornando, confortato da evidenze scientifiche, al consueto modo di esprimermi appoggiato alle locuzioni dialettali genovesi che sono formidabili nella loro espressività immediata e sintetica, mi verrebbe da dire: “Ma mia’n pò…che ciocchi!”
Natalino Codatozza
