Ospedale San Martino di Genova, uno dei più estesi d’Europa (340.000 mq… ma il PUC prevede una riduzione d’un terzo per altri usi) compie il secolo di vita: 1923-2023. Nel corso della caldissima estate è capitato di leggerne on-line, quindi di dominio pubblico, la secolare istoria “in prosa”.. M’ha punto vaghezza di renderla in terzine, tranne la parte finale che non condivido.
di Benito Poggio
*STORIA: DICEMBRE 1923 – DICEMBRE 2023
Nel millequattrocentoventidue
Bartolomeo Del Bosco, iusconsulto,
Fece il primo reparto a spese sue: 3
Lo chiamò Pammatone; qui esulto
Perch’ebbe inizio quella Grande Storia,
Proprio da lì, che fu primo virgulto. 6
Ma una più aggiornata cronistoria
Rammenta oggi a tutti i Genovesi
Che da allora pervenne a somma gloria. 9
Non voglio dilungarmi in esegesi,
Ma essendo inadeguato Pammatone,
Si pensò a locali assai più estesi. 12
La comunale Amministrazione
Nel millenovecentotré il terreno
Trovò per una vasta costruzione 15
A soddisfar nel modo più sereno
E accogliere in un ampio Hospitale
Tutti i degenti, senza porre freno. 18
È all’ingegnere Celle che risale
L’arduo progetto da realizzare
In un arco di tempo quinquennale; 21
Se fu solo la guerra a rallentare
I complessi lavori, tuttavia
Venne il principe Umberto a inaugurare 24
Nel novecentoventitré, ossìa
Son nel duemilaventitré cent’anni
Che qui si cura ogni malattia! 27
Onde evitare angustie, ansie e affanni
Sorse un Pronto Soccorso con accesso
Indipendente e per ridurre i danni 30
L’elicottero ebbe spazio annesso:
L’accoglier per via terra e per via aria
Contrassegnò, si sa, vero progresso. 33
Ma ci fu chi mostrò idea contraria
Di Daneri e Fuselli al Monoblocco
Ché parve architettura velleitaria. 36
Fu inaugurato, senza alcun ritocco,
Nel millenovecentosettantuno
L’anno in cui ebbe finalmente sbocco, 39
Pur se qualcun ritenne inopportuno
Guastare del Quartiere il panorama:
Fatto che poi non allarmò nessuno. 42
A San Martino anzi dieder fama
Quei quattordici piani sovrastanti
Ed oggidì nessuno più reclama. 45
Tremila metri quadri circostanti
Per centottanta metri in lunghezza
E cinquanta in altezza paion tanti: 48
Ospitano – e questa è una certezza –
Tanti degenti e i lor visitatori,
Grazie al foyer che molta gente apprezza: 51
Da lì si reca ai quattro ascensori
O si dirama lungo le corsie
Con sicurezza e senza batticuori. 54
Le Corbusier richiaman le armonie
Delle finestre a nastro sul prospetto:
Noi l’affermiamo senza vanterie. 57
Fu negli anni duemila, come detto,
Che internamente fu ristrutturato
E adattato tutto a un nuovo assetto 60
Alle nuove esigenze ammodernato
Pe ’l progresso medico-sanitario,
A cui felicemente fu adeguato; 63
Nel duemila fu esteso lo scenario
E costruito un nuovo padiglione
Per malanni complessi, necessario 66
Ad ospitare, con mirata azione,
In reparti di nuova strategia
Rivolta alla nuova destinazione: 69
Oncologia ed ematologia,
Oltr’a assai rare malattie infettive
Ed ogn’altra grave patologia. 72
Ma con modifiche definitive,
– E dal duemilaquattro a partire –
Il Padiglione 40 rivive; 75
Era antico e vetusto: occorre dire,
Ché ad oltre novant’anni risaliva,
Per cui ex novo si dovette agire. 78
La clinica Ortopedica è attiva
Ed oggi può contare su due sale
Con l’operosità più esclusiva. 81
E nel duemilaventi, tempo attuale,
Son stati completati dietro proprio
Al Monoblocco, e ciò non ha l’eguale, 84
Dei nuovi padiglioni, senza esproprio,
In cui il nuovo blocco operatorio
Centralizzato, non con mezzo improprio, 87
Sostituirà in modo perentorio
All’interno del Monoblocco quelli
Esistenti in modo transitorio. 90
Considerando ben tutti i tasselli,
Nel polo ospedaliero son presenti
E utilizzati a tutti i livelli 93
Quaranta edifici esistenti
Più le cliniche universitarie
Da cui si han vantaggi evidenti. 96
*MONUMENTI
L’anno millenovecentotrentuno
Vide realizzato anche un museo,
Ma oggi non ne resta indizio alcuno. 99
Potévasi mostrar come trofeo:
V’eran raccolti molti oggetti d’arte
D’alto livello, non certo plebeo. 102
D’Ospedali e di Chiese eran parte,
O donazioni fatte da privati,
Come si legge in antiche carte. 105
E i pezzi d’arte, tanti assai pregiati,
Nel millenocentottantanove,
Nei civici musei fûr dislocati 108
O per vero a Palazzo Bianco, dove
Si trovano tuttora in bella vista,
Qualch’altro, forse, è finito altrove. 111
*LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
ALL’OSPEDALE SAN MARTINO
La chiesa, dedicata a San Francesco,
Fu completata nello stesso anno,
Su progetto, che par pre-trecentesco, 114
D’Ettore Musso, come tutti sanno;
Dalmazio Minoretti nel ventotto
Pose la prima pietra, e qui verranno 117
Ad ammirar, con ritmo ininterrotto,
Magnasco, due Castello e Maragliano
E quei capolavori ch’han prodotto. 120
*LA VILLA BOCCANEGRA
All’interno dell’area ospedaliera
La villa di Simone Boccanegra,
Primo doge della Superba altera. 123
È gotica, non ha un’aria allegra:
Era detta Paxetto e malridotta,
Ma adesso quel che noi più rallegra 126
È che fu restaurata e, pur vecchiotta,
Fu grazie a Ugo Nebbia che risorse
E ad altri interventi in forma dotta 129
Proprio nel sito dove un tempo sorse:
In mattoni le parti ammodernate,
A vista e in pietra quelle già trascorse. 132
Ha oggi due funzioni accomunate:
È lo storico archivio d’ospedale
Ed il centro congressi in certe date. 135
*STATUE DEI BENEFATTORI
Nel palazzo del nostro Ospedale
Su targa in marmo sono riportati
I nomi illustri che a memoria vale 138
Ricordare perché immortalati
Grazie ai lor contributi generosi
A rendere moderni ed ampliati 141
I reparti che ’l tempo avea corrosi.
Settantacinque statue nei cortili
Di personaggi misericordiosi: 144
Son figure maschili e femminili
Che misero la lor grande ricchezza
A pro degli ospedali e degli asili. 147
Quelle che son toccate da bellezza
Da Francesco Schiaffino fûr scolpite.
Pur se sono di insolita grandezza, 150
Sono tutte con arte rifinite:
Col genovino oppur col fazzoletto,
Dipende dal perché fûr costruite. 153
*L’OSPEDALE
E GLI SVILUPPI FUTURI
Oltre vent’anni fa, si sa, l’Azienda
Ospedaliera Universitaria
Di San Martino, è nota la faccenda, 156
S’è fusa, con azione necessaria,
Con l’IST, ente di pubblico diritto,
Per migliorar l’azione sanitaria. 159
Come s’è in qualche modo già descritto,
Vasta è la superficie complessiva
E l’area ha pure un fresco parco ascritto: 162
Cinquemila è la squadra operativa
Dei Dipendenti attivi ogni giorno
In un’azione vigile e intensiva. 165
San Martino, si sappia, oggigiorno
D’Europa è tra i più vasti ospedali
E più importanti che ci son dintorno. 168
È un centro d’eccellenza senza uguali
E, grazie all’alta specializzazione,
Vi son branche che curan tutti i mali. 171
Qui può gestire la sua formazione
Chi studia Medicina e Chirurgia,
Grazie ad un’efficace convenzione 174
Con l’Ateneo di Genova, ossìa
Usufruir delle strutture messe
A lor disposizione, anche in corsìa. 177
Da cent’anni Dottori e Dottoresse
Han reso San Martino importante
E sempre han mantenuto le promesse 180
Con un impegno serio e rilevante,…
PSEUDO-DANTE, zeneize (alias B.P.)
(Luglio 2023)
COMMENTI RICEVUTI VIA E.MAIL
(mancava però “CITAZIONE NECESSARIA”)
*Il 26/07/2023 17:18, Venzano Giovanni Giorgio ha scritto: Ho letto e continui a piacermi. Don Giorgio
*Il 26/07/2023 17:47, rgarbato ha scritto: Bravo!!!! Grazie!!!! Buona serata! Rita
*Il 26/07/2023 22:47, ADRIANO SANSA ha scritto: Averlo letto prima! E io che mi son fatto operare a Sampierdarena, cui nessun vate ha dedicato i suoi versi … Grazie Adriano
*Il 27/07/2023 09:10, Angela Tangari ha scritto: Che impresa! Ben riuscita, come al solito. Complimenti, ciao.
*Il 27/07/2023 09:43, elvira landò ha scritto: Mi sorprendi sempre di più… il tema civile ti ispira come ti ispirano emozioni, affetti, drammi, gioie, festa… e mi commuovi… Un lungo abbraccio, elvira
*Il 27/07/2023 11:34, pietro.modini ha scritto:
Come la “Commedia” è la sede in cui Dante dispiega le sue sterminate conoscenze scientifiche (ottiche, alchemiche, mediche, anatomiche, embriologiche, matematiche, astronomiche) così tu, B. caro, fedele alla tua matrice letteraria dantesca, riconosci i vincoli inscindibili tra poesia e scienza producendo una composizione che armonizza lo stile prosastico del “Convivio” con gli endecasillabi della “Commedia”. Al valore poetico, assente nella prosa della “Storia centenaria”, subentra una brevità epigrafica animata da metafore, similitudini e figure che recano concretezza al dettato gravato dalla sintassi scolastica e dalle diffuse articolazioni enumerative del lessico tecnico della “Storia”. Tu, umile “Dante minore zeneize”, hai saputo con maestria intrecciare il destino della scienza con quella della poesia rendendo onore sia a Dante che all’Ospedale San Martino dove – sia detto per inciso – sono stato “salvato” da un’otite purulenta molto grave, nel periodo calasanziano. Complimenti vivissimi. – Piero