Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

‘Santuario dei Cetacei’, squalo ucciso e a fette in pescherie. I signori della (in)coerenza? Eccoli


Quando la coerenza se ne va a quel paese! Qualcuno ha presente il Santuario dei Cetacei o Pelagos, esteso in tutta la parte nord del Mar Tirreno?

di Franco Zunino*

E’ un tratto di mare dove ci si fa di tutto, ma a qualcuno è piaciuto farlo designare “Santuario” (che poi vuole dire “area protetta”, almeno nel resto del mondo dove queste iniziative sono serie!). Ecco, nei giorni scorsi un pescatore vi ha catturato uno squalo della specie Capopiatto, della lunghezza di “oltre tre metri, con un diametro di 150 cm e del peso di 350 chili”.

Ecco, in qualsiasi Santuario marino del mondo, questo non sarebbe stato possibile. Da noi vi è solo proibito cacciare le balene… animali che mai prima nessuno aveva cacciato! Ma non è solo questo che colpisce, pur non affatto contrari alla pesca e, quindi, alla cattura del suddetto squalo, ma di come i media, di solito filo animalisti quando si parla di caccia, hanno riportato e descritto l’evento.

Eccolo: «“E’ stata un impresa laboriosa e molto faticosa – ricorda il pescatore di Alassio – Ho dovuto innanzi tutto affrontare la sua forza, si divincolava con energia cercando di scappare dalla rete. Quando ha esaurito le energie sono riuscito a legare la coda con una coma e rientrare in porto con il gozzo di circa 7 metri. La lotta per la cattura è durata un’oretta”. Lo squalo è stato quindi pulito ed è stato immediatamente messo in vendita nei banchi di alcune pescherie di Alassio e di Albenga e in diversi negozi del Ponente savonese e di un noto marchio della grande distribuzione. “Lo squalo è un pesce molto ricercato nel nord Europa (…) Nel Ponente savonese, essendo carne molto grassa, lo squalo viene tagliato a fette, messo a marinare per diverse ore con spezie e vino Pigato e quindi cotto alla griglia”».

Ecco, per noi nulla di strano, solo il fatto della coerenza. E due domande che sorgono spontanea. La prima, il fatto che, forse per essere politicamente corretti, si sia elusa la parola “ucciso”, ovvero come se il povero squalo lo avessero affettato vivo (perché effettivamente vivo era arrivato a riva)! Due, ma se anziché uno squalo si fosse trattato di un grosso cinghiale, cervo o daino, la descrizione della cattura – in area protetta! – l’avrebbero riportata come notizia positiva? E la stessa descrizione del come lo si sia poi macellato e trasformato in cibo? Non stona questa descrizione con quella di qualche pagina prima, dei maiali che gli animalisti hanno cercato di non far uccidere, in un “Rifugio Casa Selvatica”, sempre nel savonese, quindi poco lontano dai fatti dello squalo, dove i commenti sono stati tutti filo-animalisti (“Un Santuario dev’essere inviolabile, è un luogo dove noi recuperiamo degli animali facendo un patto con loro”, ha giustamente detto il gestore dello stesso)?

O ciò che avviene in un ‘Santuario marino’ è meno criticabile di quanto avviene in un ‘Santuario sulla terra ferma’? Questo per dire che tutte le idee si possono e devono rispettare, ma a condizione che si sia però coerenti alle stesse. È infatti l’incoerenza che da fastidio, non il fatto che si sia consentito la pesca allo squalo. Ma che si chiami “Santuario” l’area di mare dove lo si è catturato (e poi ucciso!), così come che la sua macellazione sia stata positivamente descritta (senza neppure dire ai lettori per quale ragione la forza pubblica ha dovuto provvedere al loro abbattimento!).

Questo mentre quasi tutti i giorni si critichino i cacciatori che provvedono ad eliminare i cinghiali infetti di peste suina o a ridurne il numero per lenire i danni che arrecano. Due pesi e due misure. Vabbè, evidentemente la coerenza non è un valore che appartiene a tutti, visto che c’è chi nell’incoerenza si sguazza senza farsene un problema di coscienza! Ovviamente non si è contro il Santuario dei Cetacei, ma contro la sua dimensione spaziale, la sua inutilità per il resto della fauna marina; e per una sua riduzione ad un’area minore ma che sia poi veramente un SANTUARIO marino, e non già una scusa per ricerche e studi e portarvi a spasso i turisti a pagamento!

Franco Zunino

segretario generale di AIW


Avatar

Trucioli

Torna in alto