Nel suo libro frutto di 20 anni di ricerche tra decine di biblioteche, archivi storici (compresi quelli di parrocchie e diocesi), il dr. Paolo Geraci, ammette: ‘il nostro scoop’. Dopo aver scoperto la sorte di una rodella della secolare palma più alta d’Europa e ‘morta’, nel 1943, sul lungomare di Loano.
Oggi è conservata e messa in mostra (con tanto di citazione) nel laboratorio botanico del Museo Civico di Storia Naturale di corso Venezia a Milano. “L’abbiamo scoperta- riporta uno dei due volumi ‘Loano isola del Ponente’ (collega riferimenti storici di Loano con eventi nel mondo) a firma di Paolo Geraci– grazie all’interessamento del suo Curatore botanico (ora in pensione ndr) Enrico Banfi, dottore in Botanica e illustre esperto di graminacee, nonchè esponente della Società Italiana di Botanica. Si è appassionato insieme alla sua collaboratrice, la signora Alma Arbustini. Il ‘palma’ l’ha ritrovata tra le tante illustri e meno illustri. Ora giace nello stesso luogo, ma un po’ meno negletta, in attesa di glorie future. Per me è stata una vera piacevole sorpresa scovarla nel suo rifugio.”
Nelle note Paolo Geraci risale alla ‘Gazzetta di Loano’ del gennaio 2011 con un articolo molto dettagliato di Umberto Maldini proprio sulla storica palma con tanto di foto della rodella allora al Museo di Storia Naturale di Milano-Siloteca Cormio. Ma seguirono alcuni trasferimenti e si persero le ‘tracce’. Dapprima collocata nei capannoni del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica in via San Vittore. Qui la collezione di palme sarà dimenticata fino a quando, nel 1973, il Comune la accorperà al Museo Civico di Storia Naturale dove saranno trasferiti tutti i pezzi compresa la rodella (palmizia) che proveniva da Loano. E l’ultimo percorso è ora descritto (e documentato) nel libro di Geraci che merita un grazie.