In merito al tema dell’inquinamento marino bisognerebbe fare un po’ chiarezza.2/ 40 gruppi civici. Appello: “lunedì 25 settembre, alle 9,30, davanti alla sede della Regione a Genova in via Fieschi con striscioni, cartelli e fischietti per ribadire ancora una volta il nostro NO. No al Rigassificatore né a Savona né altrove”.
di Alessandro Scarpati
Gabriele Lanza, direttore del progetto rigassificatore a Savona-Vado, dichiara in una intervista di Matteo Macor su Repubblica Genova (ndr vedi oltre nella pagina) un prelievo di acqua di mare di 18.000 litri all’ora (5 litri/sec), con un rilascio in mare esiguo di 90 grammi di ipoclorito di sodio (candeggina) al giorno. Leggo ovunque che invece a Piombino il prelievo della Golar Tundra sarebbe di 18.000 mc di acqua di mare all’ora (5 mc/sec) con un rilascio di 86 kg/giorno di candeggina. Mille volte di più.
Altresì, in riferimento all’inquinamento atmosferico, Lanza dichiara che «Un rigassificatore non ha nessuna emissione ambientalmente inquinante, a parte le emissioni in atmosfera dei motori, comunque previste entro i limiti di legge. E a dire che non sono favole, ci saranno i piani di monitoraggio».
Ma nella realtà tutto questo ottimismo non si vede. Prendendo come riferimento lo Studio di Impatto Ambientale redatto dal RINA per l’analogo terminale di rigassificazione “FSRU Toscana” della Società OLT Offshore LNG Toscana S.p.A. elenca le emissioni inquinanti in atmosfera: le emissioni dal sistema di produzione di energia (caldaie) del Terminale stesso, le emissioni da navi metaniere per l’approvvigionamento del GNL per un massimo complessivo di n. 59 accosti annui, le emissioni da bettoline per la distribuzione di GNL, per un massimo di n.59 accosti annui, le emissioni da mezzi di supporto al Terminale (n.3 rimorchiatori utilizzati in fase di manovra per ormeggio e n.2 rimorchiatori utilizzati in tutte le altre fasi per le metaniere. Un via vai di navi, a meno di 3 km dal centro di Savona, che non sarà proprio una passeggiata di salute.
Alessandro Scarpati
2/NO Rigassificatore- Savona. 40 gruppi civici
COMUNICATO STAMPA – Il coordinamento di oltre 40 gruppi civici, comitati, associazioni, partiti, sindacati di base vuole ribadire il suo no al rigassificatore e per una diversa politica energetica sostenibile contro il progetto dell’installazione della Golar Tundra davanti alle spiagge di Savona.
Questa imposizione “nazional-Regionale” è inaccettabile perché:
– non costituisce una vera transizione ecologica
– viene giustificata assumendo per dogma un’emergenza energetica non dimostrata nei fatti e nei numeri
– allunga i tempi di sudditanza dalle fonti energetiche fossili,
– è pericolosa per le caratteristiche della nave che non è adatta a essere utilizzata in mare aperto in esposizione offshore.
– è dannosa alla salute in un territorio già martoriato su questo piano
– è incompatibile con le attività del turismo e dell’agricoltura del territorio,
– è un attentato all’ecosistema marino, terrestre circostante,
– è incompatibile con altre attività produttive limitrofe.
-La grande partecipazione popolare di contrarietà a questo progetto testimonia una netta opposizione popolare alle falsità spacciate per progresso e imposte per decreto.
Per questo Lunedì 25 settembre troviamoci tutti alle 9,30 davanti alla sede della Regione a Genova in via Fieschi con striscioni, cartelli e fischietti per ribadire ancora una volta il nostro NO. No al Rigassificatore né a Savona né altrove.
3/NICOLA STELLA GIORNALISTA (GIA’ CAPO REDATTORE AL SECOLO XIX) SULLA SUA PAGINA FACEBOOK- IL RIGASSIFICATORE E I PRESIDI PAVIDI
“Se la Liguria ospita il primo sistema portuale d’Italia – prosegue Toti – è perché siamo vicini al primo sistema industriale del Paese. Credo quindi che il governo abbia fatto una scelta molto ragionevole: due rigassificatori sono andati nell’Adriatico a Rovigo e Ravenna, vicini al polo produttivo del nord est, uno arriverà a Vado Ligure al servizio del nord ovest, con Lombardia e Piemonte che fanno il 35-38% del Pil italiano, in un’area dove già oggi stazionano 200 grandi navi all’anno, davanti al porto di Vado dove arrivano ogni giorno petrolio e prodotti chimici, dove vi sono i terminali e le competenze per poter gestire l’impianto. È, soprattutto, un’area vicina ad una delle principali dorsali della rete nazionale del gas. A chi ha paura dei tubi del gas – conclude – ricordo sommessamente che nel nostro paese ci sono 33mila chilometri di tubi che corrono sotto i nostri piedi per portare il gas nelle nostre case”.