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Pornassio rimasto orfano di Ginetto mitico meccanico, ‘mani d’oro’, della vallata. Il primo datore di lavoro Emidio Viveri sindaco di Albenga


A Pornassio, in Valle Arroscia, era un vero mito. ‘Mani d’oro’. Il meccanico per antonomasia. Mezzo secolo di lavoro. Siamo rimasti tutti orfani di Ginetto Ronco, 82 anni, un personaggio certamente unico, da annali storici. Come avrebbe commentato l’indimenticato e benemerito concittadino Pietro Augeri.

di Luciano Corrado

Ginetto Ronco in un momento di relax davanti all’officina. Era il 10 agosto scorso. L’intervista

Il post del pornassino Alberto Contestabile: “Ho saputo che è mancato improvvisamente, “GINETTO”, il meccanico. Punto di riferimento per Pornassio e dintorni, da sempre e da sempre a disposizione di tutti… instancabile lavoratore! Mancherai più di quanto si possa pensare! Non sarà facile per me passare da San Luigi e non poterti salutare come sempre… Un abbraccio forte! Buon viaggio! Sentite condoglianze alla famiglia tutta!”

E Alessandro Alessandri (ex sindaco di Pieve di Teco e presidente Ente Parco Alpi Liguri): “Mi dispiace davvero! Era cittadino di Pieve da anni e gli consegnai la medaglia per i suoi ottant’anni!”

Trucioli.it che cerca di non dimenticare, quando sono ancora in vita, i benemeriti della comunità pur senza essere persone in vista, solo il mese scorso aveva incontrato e intervistato l’impagabile Ginetto che era nato a Borghetto d’Arroscia da una famiglia di contadini (oliveti e vigna), 2 fratelli e 2 sorelle.

Dopo le elementari ha studiato a Genova nel collegio dei frati ‘Sorriso Francescano’. Scuola professionale per elettromeccanica. E’ tornato a casa a 18 anni. Nel 1965 il matrimonio, a Pornassio,  con Elisa Bertora. Sono nati Alessia e Andrea. La famiglia Ronco gestisce l’unico minimarket-tabacchi-giornali rimasto in paese (escluse le frazioni di Nava e Ponti di Pornassio).

Pornassio un’immagine risalente al 2021

Descrivere il saggio Ginetto, ricco di virtù, bontà, altruismo, tanta pazienza e dedizione al lavoro, non è semplice. La sua autofficina, lungo la statale, a pochi metri dal Municipio, poteva apparire un ‘museo’ disordinato, più la sede di un rigattiere. Invece tutto poteva ancora essere utile per una riparazione. Per un lungo periodo il materiale faceva mostra pure all’ingresso dell’officina e sul selciato. Intanto c’è da dire che sapeva sempre dove mettere le mani professionali, “conosco come le mie tasche“, su ogni automezzo, motomezzo, macchine agricole. Non di ultima generazione. Non aveva infatti dimestichezza per le moderne tecnologie, non lo appassionavano. “Non fanno per me”. Difficilissimo che non riuscisse a risolvere un problema quando gli si affidava ciò che era stato il suo pane, la sua passione, la ragione di vita.

Ginetto ricorda che il suo primo apprendistato, da garzone, l’aveva fatto dal primo sindaco di Albenga, dopo la Liberazione, Emidio Viveri. “Ci sono rimasto per cinque anni, la paghetta era di mille lire al giorno e altri cinque dall’affermata autofficina Augusto Ferrari a Pieve di Teco”.

Ufficialmente si è messo in pensione a 65 anni, ma nulla e poi nulla poteva staccarlo da quello che  definiva “l’hobby della mia vita”.Non riuscirei a farne a meno, non posso proprio staccare la spina, mi sento sereno, a mio agio.” Ma senza di lei, sarà un vuoto incolmabile”. Ginetto riflessivo allarga le braccia: “C’è un antico detto…tutti siamo utili, nessuno è indispensabile“. Sarà pur vero, di Ginetto però tutti parlano all’unisono: “Senza di lui come faremo ?”. Ginetto: “Lasciamo perdere, parliamo d’altro…”

Quando chiediamo dove trascorreva le ferie, sorride, sorride: “Mai un giorno di festa, sette giorni su sette. E nessuno mi obbligava. Qui ad ogni ora del giorno arrivava gente da tutto il circondario…Ora mi sono dato una regolata, alla prese con qualche fastidioso dolore… Non prendo più, seppure a malincuore, impegni gravosi e dire di no mi pesa…”.

Come è cambiato Pornassio ? Ginetto: “Più o meno è rimasto come una volta, ci conosciamo tutti. Certo sono altri tempi, ma mi sento più a mio agio vivere all’antica, conversare nel nostro dialetto, tornare indietro ai bei ricordi e certamente ai sacrifici. C’è un po di nostalgia. Siamo gente umile e semplice.”

Come vorrebbe essere ricordato? Ginetto: “Ho cercato nel mio piccolo di essere utile agli altri e non penso di essere il solo. Spero comunque di lasciare un buon ricordo, orgoglioso soprattutto dell’impegno, dell’onestà, dell’operosità che ho trasmesso ai figli. Per il resto Pornassio è nel mio cuore. Un grazie a tutti”. 

Luciano Corrado


L.Corrado

L.Corrado

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