Con Giovanni se n’è andato un interprete coerente, tenace, appassionato, fin quasi a diventarne morbosamente geloso, del mestiere, come altro chiamarlo, del giornalista.
Una genìa, la sua, quasi ormai sconosciuta in un mondo di notizie ispirate, e nemmeno verificate, da facebook e whatsApp, instagram e social.
Un cronista che fin da ragazzo voleva fare del giornalismo la sua vita, spesso sacrificando le intimità della famiglia, il tempo di stare con la adorata moglie Francesca e i due figli Lorenzo e Letizia, luce dei suoi occhi.
Un cronista di “nera” che fiutava la notizia, tampinava il Pm di turno, trovava l’empatia giusta per carpire la dritta ad un investigatore, appuntato o a un maresciallo; intercettare sintonie con il capo della Squadra mobile o il colonnello dei carabinieri e delle “fiamme gialle”.
Ma anche un bravo cronista sportivo. Suo, trentadue anni fa, il reportage da Locri, più di mille chilometri da casa, sulla conquista della Coppa Italia dilettanti da parte del Savona Fbc; suoi numerosi servizi da inviato al seguito del Genoa nella breve e formativa esperienza nella redazione sportiva genovese. Uno che non mollava il servizio in fieri, nemmeno quando gli spettava la giornata di cosiddetta “corta” o era alla vigilia delle ferie.
Un amore viscerale per il mestiere, geloso del suo lavoro fino a diventare ombroso quando non trovava attenzione, spazio e titolazioni adeguati sulle notizie di cronaca, lui che conosceva la città, storie, fatti e persone, come le sue tasche. Una dedizione totale al suo giornale, Il Secolo XIX, in cui il suo impegno professionale, potrà vantare sempre e comunque larghi crediti tra il dare e l’avere.
A Savona dai primissimi anni ’90 aveva saputo conquistarsi stima, autorevolezza, simpatia, amicizie giuste e inevitabili contrasti. A Palazzo di giustizia come in caserma o in Questura, aveva porte aperte, o almeno una fessura da cui agguantare uno spunto per costruire il servizio di giornata.
Ha seguito casi e processi importanti, caso Tirreno Power (prima firma su inchiesta e processo fin che ha potuto) per tutti, ha dovuto lottare con le unghie e con i denti nel marasma di cambiamenti, riduzioni di organico, tagli e trasferimenti (un tempo Savona vantava dieci giornalisti professionisti). Si è spremuto con spirito di servizio, senso di appartenenza, orgoglio di testata. Il grazie dei suoi lettori e dei colleghi a lui più vicini, è il modo migliore per ricordarlo.
PS. Nella giornata di mercoledì, alle 12, il feretro arriva da Milano alla Confraternita di Nostra Signora del Castello in via Manzoni dove è stata allestita la camera ardente. Alle 19 il rosario. Giovedì alle 15,30 il funerale nella chiesa di San Pietro, in via Untoria. Quindi il feretro sarà trasportato alla Confraternita del Cristo Risorto in via Aonzo.Venerdì mattina la tumulazione nel cimitero Zinola.
TRA CENTINAIA DI POST DI PARTECIPAZIONE AL LUTTO…
Rosella Schiesaro- Il mio primo corso di giornalismo, le lunghe chiacchierate in redazione quando portavo i dischetti con gli articoli da pubblicare. Il tuo sorriso dolce ben nascosto sotto lo sguardo ruvido, la tua bravura, la tua professionalità.Un lungo abbraccio caro Giovanni.
Monica Napoletano- Se per me ha senso la parola riconoscenza, lo devo alla grande scuola della redazione de Il SECOLO XIX e all’esempio di grinta, passione, professionalità e serietà di giornalisti come Giovanni Ciolina, cronista di razza (e non per modo di dire), tosto come pochi e del quale oggi, con grande dispiacere, apprendo la scomparsa. Che rabbia! Come si fa a dire “riposa in pace” a uno indomito come te?
Marina Monti- Solo ricordi belli di un amico e di un collega con cui ho condiviso momenti importanti e felici del mio passaggio al Decimonono! Ciola e.. grazie di esserci stato. Adesso riposa in pace.
Marcello Zinola- LA LUNGA STAGIONE DEGLI ADDII, CIAO Giovanni Ciolina. CIAO CIOLAS, RUGGINOSO COLLEGA E CRONISTA A TUTTO TONDO. Savona, Genova, Savona le redazioni in cui ha lavorato in cronaca e sport seguendo vicende diverse anche quando toccavano qualche ambiente in cui molti si sono voltati dall’altra parte. Un’altra pagina della nostra storia che vola via. Un abbraccio alla sua tribù.
Antonella Granero- Ciao Giovanni, qui sopra ti hanno salutato in tanti ed hanno già detto tutto. Carattere irsuto e non semplice, burbero dal grande cuore, cronista di razza (quando azzannavi una notizia non la mollavi più e sei stato tra gli ultimi per i quali la legge del giornalismo era consumare le suole e parlare con tutti. Tutti). Non aggiungo altro perché è tutto vero. I miei due figli Tomaso e Giorgio, che bambini hanno corso nei corridoi della redazione – tra urli, risate, imprecazioni, pezzi, infografiche, laser da controllare, titoli e locande – oggi ti han voluto ricordare. Ecco, per me, questo dice più di ogni altra parola chi eri, caro Ciolas. Perchè i bambini sanno e tu, per loro, avevi una tenerezza tutta tua. Non dovevi farci questo scherzo, non così presto.
Matteo Rainisio (editore di IVG.IT)- Secondo me a leggere certi “coccodrilli” ti stai già rivoltando nella tomba. Sei sempre stato “un figlio di buona …. penna” la gente si cagava addosso se finiva nel tuo radar. Il 14 agosto 2019 mi hai telefonato: “Sono Giovanni, ti andrebbe di prenderti un caffè?”, due giorni dopo in un bar sotto i portici, alla luce del sole ci siamo stretti la mano, siamo arrivati molto vicini alla firma e la tua firma su IVG avrebbe fatto molto rumore. Ogni tanto ci sentivamo e mi avevi anche confessato di “seguire” il barbone nei suoi viaggi. Ciao Giovanni cieli sereni e atterraggi dolci.
Gianni Varaldo – Dopo sette anni eravamo pronti per uscire…..ma tu hai affidato il comando della tua cassa, la cassa portata da tanti decenni dalla tua famiglia, a Lorenzo, tuo figlio. Eri molto orgoglioso di questo. Il 12 maggio mi hai mandato un messaggio (era la sera della cenetta con la tua Confraternita ‘post Processione’) e mi hai scritto ‘stiamo facendo gruppo Gio’ sempre poche parole ma piene di significati e speranze nel futuro…… grazie per la tua amicizia, prego per te.
Silvia Fancello- È difficile e doloroso pensare di non incontrarti più, sempre di corsa, sempre arruffato e con la battuta pronta. Quando ci siamo conosciuti, quasi 20 anni fa, abbiamo avuto un battibecco anche aspro ma da lì in poi ricordo chiacchiere, gentilezza e tante, tante risate.Buon viaggio, Giovanni Ciolina, è stato bello conoscerti.
Katia Orengo- Ciao Giovanni. Grande dolore nel leggere il messaggio che non ci sei piu .Ogni volta che c’ incontravamo, anche se eri pensieroso, indaffarato mi salutavi con un sorriso che mi porterò dentro al cuore. Un abbraccio speciale va a Francesca e ai due splendidi ragazzi Letizia e Lorenzo. Condoglianze a tutta la famiglia.
Rodolfo Mirri- Sono sconvolto per la perdita del carissimo Amico Giovanni Ciolina.La vera amicizia rende inseparabili, e niente, neanche la morte, può separare i veri Amici. Nulla potrà cambiare l’affetto che ci legava e la nostra amicizia resterà sempre viva. R.I.P. Giovanni.
Gaetano Merrone- Ma Giovanni! Eh no…che ricordi in quell’anno in cui frequentavo la redazione di Savona! Arrivavi, sempre “agitato” in movimento. A discutere di questo e quello… con Martin e Raffaele. E poi arrivava quel ciclone di Riccardo. E quante “conferenze stampa” del Savona nei momenti (tanti) critici…con il tuo modo diretto e chiaro…Ma soprattutto quante volte ci siamo incontrati per strada e tu, col tuo modo sorridente e sornione, a rimbeccarmi sul Napoli…Mannaggia, managgia, che brutta notizia…ciao Ciolina!
Nicoletta Negro- Giovanni Ciolina era una di quelle persone in grado di strapparmi il sorriso, anche durante le più aspre discussioni, quelle animate, come piacevano a noi, quelle nelle quali si cercava di convincere l’altro, con la consapevolezza di entrambi che non sarebbe mai potuto accadere. Sorrideró sempre nel pensarti e non è cosa da poco.
Andrea Bronda- Un’altra brutta Notizia…..oggi ci hai lasciato anche Tu….caro Giovanni Ciolina. Ci siamo conosciuti 20 anni fa…..ogni tanto ci sentivamo ancora…Se ne va un uomo schietto, Onesto, un grande professionista, un Cronista di razza. Mi mancherai Giovanni. Buon viaggio Amico mio e un Grande Abbraccio alla Famiglia.
DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT