La notizia ha incendiato gli ultimi scampoli d’estate savonese: la nave rigassificatrice sarà spostata dal porto di Piombino (dove si trova ora) al largo della costa di Savona e precisamente a 2,8 chilometri dalla Torretta e 4 chilometri dall’abitato di Vado Ligure.
di Gianfranco Barcella
La Golar Tundra ha una capacità di stoccaggio pari a circa 170.000 metri cubi (fino a 5 miliardi di metri cubi all’anno) ed ha dimensioni pari a circa 292,5 metri di lunghezza e 43,4 metri di larghezza. Sarà un impianto a ciclo aperto, quindi sfrutterà l’acqua marina, addizionata all’ipoclorito di sodio per riscaldare il Gnl e portarlo allo stato gassoso.
Addirittura si è svolta la sfilata di una catena umana sulle spiagge del savonese della durata di 21 minuti, quanti sono i rintocchi della campana di Piazza Mameli contro <il mostro del gas>. Sulle spiagge, da Savona a Bergeggi, all’insegna del motto<no rigasificatore> si è cercato di sensibilizzare la cittadinanza in merito ai rischi potenziali e possibili, insiti nel progetto della Golar Tundra
Il comitato organizzatore ha proclamato a viva voce: “L’ambiente è un bene comune che non abbiamo preso in eredità dai nostri genitori, ma in prestito dai nostri figli. E’ interesse di tutti proteggerlo e difenderlo”. Oltre al posizionamento in mare della nave sarà necessario costruire il tratto di condotta sottomarina per il trasporto del gas che avrà una lunghezza di 4,2 chilometri, 30 chilometri di gasdotto a terra e alcuni impianti di regolazione della pressione del gas. Uno di questi sarà nella zona agricola di Valleggia, in località Gagliardi.
Appoggiato dai residenti, il sindaco di Quiliano, Nicola Isetta, ha espresso la sua contrarietà e ha chiesto nell’incontro con i tecnici di Snam in Regione di cambiare il progetto. Come riferito dalla CGIL di Savona, “saranno fino a 650 gli ettari di territorio espropriati per la costruzione dell’impianto a terra”. Anche alcuni incontri con i cittadini hanno approfondito i dettagli del progetto ed a schierarsi contro l’iniziativa regionale è stato anche l’Istituto comprensivo di Quiliano dove il collegio docenti ha approvato all’unanimità una delibera in cui ne spiega le motivazioni. La Regione Liguria ha replicato duramente e ha dichiarato che chiederà l’intervento del Ministro dell’Istruzione Pubblica.
In campo, tra le altre associazioni, è entrato anche il comitato provinciale dell’ANPI: “La collocazione dell’impianto non è stata discussa; ci siamo trovati di fronte ad una impostazione da parte del Presidente della Regione Liguria che sinora è sfuggito ad ogni rapporto con i territori interessati, dando assicurazioni verbali e non volendo aprire un confronto con gli amministratori comunali né con i cittadini. E’ stato un atteggiamento inaccettabile in quanto non ci può essere una scelta calata dall’alto e una decisione senza una discussione in merito. La discussione è il segnale principe della Democrazia e del rispetto della volontà popolare”. “Viste le grandi preoccupazioni che sono presenti sull’impatto di un impianto del genere– rimarca l’associazione Nazionale Partigiani- il nostro appello è che la Provincia di Savona, i consiglieri regionali eletti nella nostra provincia, i sindaci si facciano carico di chiedere alla presidente della Regione Liguria di aprire un confronto vero”.
Poi il comitato prosegue: “Pensiamo anche che un territorio come quello vadese, già sede di due discariche, di una piattaforma, della decisione di costruire i cassoni della diga di Genova, e per ultimo gravato anche dalla pericolosità dei serbatoi di Gnl, non possa sopportare anche un impianto di rigassificazione. La provincia di Savona è quella a maggiore valenza turistica e la salvaguardia ambientale e di immagine è un enorme valore. Già nel passato il territorio savonese ha pagato pegno per altri insediamenti ed ora è venuto il momento che venga tutelato. La presa di posizione di tante Associazioni, anche di gran parte del tessuto imprenditoriale – turistico savonese va sentita e non snobbata”. “Questo-proseguono dall’Anpi-significa anche salvaguardare la nostra economia che si basa in modo particolare sul turismo, che nella accresciuta sensibilità dei cittadini è legato al valore ambientale. Vogliamo anche portare la nostra solidarietà ai docenti dell’Istituto Comprensivo di Quliano che hanno preso posizione sul rigassificatore e sono stati soggetti ad un durissimo da parte del Presidente della Regione Liguria che, ancora una volta, alla faccia della Democrazia, non vuole essere criticato. Negli ultimi giorni si è aggiunta la voce che il Termovalorizzatore che servirà tutta la Liguria verrà posizionato in Valbormida. Sempre più la nostra provincia deve farsi carico di gravi problemi ambientali, sgravando in modo particolare Genova, grazie ad imposizioni piovute dall’alto senza consultazione democratica preventiva”. Conclude l’ANPI: ”Non possiamo permettere che queste scelte vengano calate dall’alto, senza tenere minimamente in considerazione il parere della popolazione” “Esprimiamo infine la massima solidarietà alla dirigente scolastica Angela Cascio ed a tutto il corpo docente dell’IC Quiliano perché, primi fra tutti, hanno avuto il coraggio di difendere il bene comune e la salute del territorio, rendendosi bersaglio di un’ingusta reazione da parte della Regione”.
I tecnici Snam non hanno convinto neppure il sindaco di Savona, Marco Russo che considera il progetto inattuabile e si domanda: “Perché spostare il rigassificatore da Piombino se non ci sono ostacoli tecnici per mantenere l’impianto sulla costa toscana?
Le spiegazioni fornite sul progetto non sono state sufficienti a raddrizzare <il pollice verso>. L’incontro tecnico, organizzato in Regione per presentare il piano che prevede l’arrivo, fra tre anni della nave Golar Tundra nella rada tra Savona e Vado, ha visto come ospite il sindaco di Savona Marco Russo, insieme con gli assessori Maria Gabriella Branca e Francesco Rossello, il direttore generale Lucia Bacciu ed i tecnici di Palazzo Sisto IV. Presente anche il direttore dell’area marina protetta dell’isola di Bergeggi, Davide Virzi.
La struttura commissariale guidata Giovanni Toti ha accettato la richiesta di incontrare i tecnici, arrivata da parte della giunta savonese, anche se formalmente non faceva parte della conferenza dei servizi, come accaduto per Bergeggi, Spotorno, Noli e Vezzi Portio. I progettisti hanno sottolineato che tutte le opere saranno realizzate al di fuori del sito Rete Natura Fondali Noli-Bergeggi, forenendo spiegazioni sull’impatto provocato sull’ecosistema marino sulla distanza da terra e sulle caratteristiche dell’impianto. Il tratto marino del progetto, così come il sistema di ancoraggio della fsru, non coinvolge alcun habitat di interesse comunitario. Per quanto riguarda il tratto a terra, è stato ribadito che le tubazioni passeranno sotto la fascia costiera antropizzata, tramite un sistema di micro tunnel. Analogamente sono state date rassicurazioni sui livelli di sicurezza: il sistema di ancoraggio e la torretta di ormeggio sono progettati per consentire lo sganciamento della nave e la manovra in caso di condizioni meteomarine avverse o eventuali situazioni di emergenza. Alla fine dell’incontro, la delegazione savonese ha chiesto e ottenuto che venissero organizzati nuovi incontri in presenza.
“L’aspetto che ci rammarica è che fosse assente Toti– commentano il sindaco Russo e gli assessori savonesi-. E’ vero che la sua presenza non fosse prevista, trattandosi di incontri tecnici, ma sarebbe stata un’occasione di confronto. Auspichiamo che il confronto avvenga sul territorio, che Toti venga a Savona per spiegare il progetto. Per ora siamo usciti dall’incontro con le stesse perplessità che avevamo al momento di entrare. Ci è stato spiegato il progetto, abbiamo posto domande e approfondiremo le risposte. Valuteremo a fondo, ma alla luce di quanto ascoltato, la nostra idea non cambia. Riteniamo che il progetto sia inattuabile, sia per questioni tecniche sia per le procedure”. Rossello è poi entrato nello specifico: “Abbiamo chiesto due cose: di essere ammessi alla conferenza dei servizi e che sia presa in considerazione una sospensione dei termini. Si tratta di un progetto molto complesso: bisogna analizzare tutti gli aspetti. La procedura ha invece tempi molto stretti”.
Alla fine è stata posta una domanda precisa: “La questione principale è che ci siano limiti tecnici per cui l’impianto non può più stare a Piombino. Hanno risposto che non c’è una limitazione tecnica. Crediamo che sia una risposta molto significativa”. Intanto si afferma che entro un anno si possa chiudere il cerchio della Valutazione di Impatto Ambientale nel progetto del rigassificatore a Vado Ligure, realizzando le dovute opere compensative. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Picchetto è venuto di recente a Genova, a dare il suggello del Governo al progetto che non pare molto gradito a livello locale. “L’area savonese interessata avrà interventi portuali e infrastrutturali strategici, non sconti tariffari nelle bollette del gas”. Questa affermazione è stata fatta dal ministro al termine di un vertice con Toti commissario straordinario di governo per la realizzazione dell’opera succitata, a cui hanno partecipato anche i tecnici di Snam. L’esito della V.I.A però non pare scontato. “La V.I.A. è una valutazione tecnica che deve essere fatta molto seriamente: la politica deve raccogliere i risultati delle analisi fatte e analizzarle, mi auguro con esito positivo, ma sarrebbe scorretto prevederlo. Una procedura di V.I.A. può stabilire anche dei vincoli o delle prescrizioni”.
Il ministro ha così continuato: “Savona è una realtà importante che dal secondo semestre 2026 darà un servizio al Paese ospitando una nave rigassificatrice da 5 miliardi di metri cubi all’anno. L’opera deve essere uno stimolo alla valorizzazione del territorio”. Ha aggiunto Toti: “A chi sostiene tesi talvolta stravaganti sulla pericolosità dell’opera ricordo che sono 53 gli enti della pubblica amministrazione coinvolti nella pratica amministrativa della messa a dimora del rigassificatore”. Ancora il commissario Toti: “Abbiamo attivato con il Ministero un primo screening delle opere compensative di accompagnamento chieste dal savonese, opere che dovranno essere coerenti con la necessità del sistema portuale delle infrastrutture strategiche”.
Ma il progetto del nuovo rigassificatore a Vado Ligure e il suo collegamento alla rete nazionale continua ad alimentare il dibattico politico- economico nel savonese. E tra le categorie economico-produttive del savonese non mancano alcuni distinguo rispetto ai vantaggi sul territorio, relativi al nuovo impianto energetico, come quello della CNA provinciale. “Il rigassificatore è arrivato sul territorio come un treno <Frecciabianca>, ovvero senza effettuare alcuna tappa intermedia di consultazione con le rappresentanze del mondo economico locale ma come una decisione assunta e irrevocabile da parte della Regione”. Così ha dichiarato Matteo De Ambroggi, presidente CNA Savona-. Sarebbe stato più che legittimo attendersi un previo confronto su una questione così delicata, mentre abbiamo ricevuto la notizia di qualcosa di già definito”. “Non vogliamo fare alcun ostruzionismo precostituito- ha continuato Ambroggi– però i dubbi circa un impatto ambientale dannoso per il nostro territorio sono molti. L’impatto visivo di un impianto ambientale dannoso per il nostro territorio sono molti. L’impatto visivo di un impianto del genere in mare a poco più di due chilometri dalla costa non è certo incentivante nei confronti del turismo del nostro litorale. Non dimentichiamo che delle 34 bandiere blu assegnate in Liguria, ben 14 sono nella Provincia di Savona”. “Per quanto concerne poi lo stesso impianto di rigassificazione è lecito domandarsi se siano stati valutati con la dovuta attenzione i pericoli derivanti da una improbabile ma non impossibile esplosione a distanze così ravvicinate dalla costa. Gli effetti su flora e fauna marina dell’immissione nell’ambiente acquatico di elevate quantità di ipoclorito necessarie a tenere pulite le condutture di riscaldamento del gas naturale che utilizza acqua di mare per la conversione del gas dallo stato liquido allo stato gassoso sono devastanti”. “Infine -ha concluso il presidente di CNA- le necessarie procedure di occupazione (con eventuale esproprio) di terreni per la posa delle condutture devono tenere adeguatamente conto del valore degli stessi non solo dal punto di vista privato ma anche agricolo e di produzione”.
Anche il Partito di Rifondazione Comunista, Federazione provinciale di Savona, ha emesso una nota in proposito: “Il duro attacco di Toti e della sua lista contro le dichiarazioni del sindaco Marco Russo, definite un ignobile tentativo di paralizzare l’economia per una ricerca di protagonismo, e la loro convinzione che la crisi energetica delle aziende savonesi si risolve con il rigassificatore di Savona-Vado Ligure-Quiliano rappresentano perfettamente il distacco dalla realtà che vivono il presidente della Regione ed i suoi alleati. Quella che loro considerano una grande opportunità del territorio, in realtà so sta dimostrando per ciò che è:: un regaqlo non gradito con tutti i danni ambientali ed i pericoli per la sicurezza che un impianto del genere comporta. Causerà sicuramente danni ambientali, non garantirà la sicurezza della cittadinanza in caso di incidenti, non porterà lavoro sul territorio e danneggerà il comparto del turismo. Tutto questo nonostante le assicurazioni dei tecnici di SNAM. I grandi vantaggi sbandierati, giustamente non sono graditi a Piombino. Toti ha pensato bene di scaricare sul savonese <questi privilegi>, non graditi dalla popolazione. E’ stata una scelta calata dall’alto, forte dei poteri di commissario del governatore e di un decisionismo che non appartiene alla società democratica”.
Non solo la lista Sansa ha criticato Toti: “Alle comprensibili preoccupazioni ambientali di una scuola per un impianto a cui sembrano essere favorevoli solo Toti e la sindaca uscente di Vado Monica Giuliano, il governatore ha risposto in modo intimidatorio, annunciando di informare il ministro Valditara per chiedere chiarimenti e provvedimenti. Insomma chi parla, chi osa esprimere preoccupazioni per la propria salute, va punito”.
Anche il goleador della politica Savonese e ‘scayolanissimo’ Piero Santi ha espresso perplessità. Santi (capogruppo per la Lista Toti a Savona) così si è espresso: “ L’iniziativa deve essere sottoposta alla VIA perché non è un procedimento d’urgenza e sono necessarie precise garanzie sull’impatto dell’impianto sul territorio. Mi auguro che si possa ancora tornare indietro”. Posizione simile per il consigliere comunale della Lega di Salvini, Maurizio Scaramuzza: “Mi sto documentando fuori da ideologia politiche per capire i pro ed i contro. Nell’ottica green questi impianti vanno fatti, ma vorrei capire perché davanti a Savona. Ci vogliono importanti garanzie dal punto di vista ambientale, un dialogo serio e costante con i sindaci, interessati per ridurre l’impianto”.
Il segretario della Lega di Savona, Giorgio Calabria, ha precisato:“Per quanto riguarda il merito del rigassificatore, La Lega provvederà con gli opportuni supporti di tecnici specializzati a valutare le ricadute sul delicato e importante sistema ambientale per salvaguardare la sicurezza di persone e beni naturali”. Ancora Calabria: “Il panorama politico savonese è entrato in uno stato di agitazione e contraddizione tra quelle componenti politiche che non più tardi di qualche mese fa avevano, in occasione della elezione del Presidente della Provincia di Savona, dato vita ad un connubbio innaturale tra una forza di Centro Destra, <Cambiamo< e tutto il Centrosinistra. La nostra opposizione di allora, con la candidatura di tutte le altre forze per Giancarlo canepa, voleva essere testimonianza di coerenza ed anche di un diverso modo di tutelare difesa e sviluppo del territorio provinciale”.
Chiudiamo con un’affermazione del sindaco Marco Russo che pare sintetizzare le posizioni di dissenso: “Noi siamo per lo sviluppo, ma occore cautela: finora non abbiamo informazioni adeguate. Inoltre servono risposte sulle infrastrutture che attendiamo da anni. E un chiarimento sulla politica portuale: La logica non può essere mettere a Savona-Vado ciò che non si vuole a Genova”.
In un twitter di Fabio Fazio si legge: “Così si torna indietro di decenni!” . A me pare che si retroceda di 500 anni circa quando Andrea Doria occupò Savona.
Gianfranco Barcella
ALBENGA – COMUNICATO STAMPA
Il sindaco Riccardo Tomatis: “Rigassificatore, un danno per ambiente e turismo”.Anche dal ponente savonese si alza un secco NO al rigassificatore di Vado Ligure.
Il sindaco Tomatis: “Ancora una volta il savonese, dimenticato dalla Regione per quel che riguarda sanità e servizi, torna in mente quando si tratta di scegliere la collocazione per un rigassificatore, altamente impattante dal punto di vista ambientale e con evidenti ripercussioni anche dal punto di vista turistico. Ecco che, per queste cose, ci si ricorda della Provincia di Savona, ma non dei cittadini. Men che meno dei sindaci che li rappresentano, che non vengono coinvolti se non dopo insurrezioni popolari che certamente non possono rimanere inascoltate, annunciando un qualche percorso burocratico e successivo. Non può non tornare in mente, per quel che riguarda le modalità utilizzate, quanto avvenuto ad Albenga per l’Ospedale Santa Maria di Misericordia, ma anche a Cairo per il San Giuseppe o a Pietra Ligure per il Punto Nascite del Santa Corona, solo per fare alcuni esempi. Dal punto di vista tecnico mi chiedo come si possa decidere di posizionare un rigassificatore a meno di 3 km dalla costa e a brevissima distanza dall’area protetta di Bergeggi. Davvero non vi sarebbe stata collocazione più adeguata?
Parlando poi – e più in generale – del tema energia, nel 2023 davvero non si possono valutare interventi “green” pensando magari alle energie rinnovabili? Schierarsi apertamente su questo argomento credo che sia necessario oltre che doveroso. Il tema del rigassificatore di Vado Ligure non riguarda solo Savona – Vado – Spotorno e Bergeggi, riguarda tutto il nostro territorio, la sua economia basata su settori come il turismo e l’agricoltura che risentono fortemente dei fattori ambientali e la stessa salute e sicurezza dei cittadini. Sarà chiaro, alla luce di ciò, sapere chi punta a turismo, ambiente e valorizzazione del territorio e chi invece è pronto a “venderlo”, o forse per meglio dire svenderlo”.