La questione dei cinghiali e la peste suina ha compiuto sei mesi di presenza acclarata, almeno tra Piemonte e Liguria. Nonostante l’urgenza (si fa per dire!) proprio in questi giorni in Piemonte si è iniziato a realizzare la mega recinzione.
di Franco Zunino
Con un primo lotto di 10 chilometri e “successivamente si procederà, in contemporanea, su più lotti per circa 130 chilometri”. Spesa stanziata (finora!) “50 milioni di euro: 10 per le reti, 25 per i ristori e 15 per la biosicurezza”. Poi, solo poi, si procederà “all’abbattimento selettivo dei cinghiali”.
Selettivo? Ma non s’era detto che solo mediante l’analisi delle carcasse si può stabilire se i cinghiali sono o meno infetti? Come saranno selezionati da vivi? Questo nessuno ce lo dice. Così come non ci dicono come si agirà se nel frattempo (si ripete, la peste fu scoperta nei primi giorni dell’anno) la presenza della malattia venisse segnalata oltre i limiti stabiliti per la recinzione. E come ci si comporterà se, nel mentre la si realizza, saranno scoperti focolai ad essa esterna. Si provvederà con delle varianti? O a tracciare nuove linee? E se poi i cinghiali questa recinzione la dovessero superare lo stesso – perché non è credibile che la si voglia (o la possa!) interrare tanto profondamente da impedire ai cinghiali di superarla? Ed i varchi che per ragioni morfologiche ed urbane non sarà possibile chiudere, chi li controllerà? Vi sarà posta una sentinella 24 ore su 24?
Mistero dei politici e dei tecnici animalisti che evidentemente li hanno consigliati pur di non procedere ad abbattere i cinghiali come hanno fatto invece prontamente per gli allevamenti di maiali. Ah, già, i maiali erano chiusi nei lori recinti! Ed il bello è che questo lo hanno definito un “esempio per le altre zone d’Italia alle prese con questo problema”!
Sarà interessante vedere come recingeranno i quartieri di Roma! Ed hanno anche dichiarato che tutto ciò è “urgente”! Ma la peste non era stata scoperta nei primi giorni del 2022? Urgente è agire dopo oltre i sei mesi? Infine, a parte questo, ma hanno idea dei danni che queste recinzioni faranno al resto della selvaggina (caprioli e cervi in primis) che vi andranno a sbattere contro facendo orribili morti?
Non sarebbe stato più semplice, più efficace, meno costoso e meno dannoso per ambiente e fauna procedere già in gennaio con l’eliminazione dei cinghiali in tutta un’ampia area circostante le località dei primi rilevamenti (e fare subito i controlli sulle carcasse, anziché aspettare a farle solo su cinghiali trovati casualmente morti)? Un’operazione non certo difficile, se la si fosse voluta fare, anziché aver chiuse le aree addirittura ai movimenti turistici quando i cinghiali, lupi, volpi, ecc. erano liberi di muoversi a piacimento? O il vero problema è che i cacciatori non volevano e non vogliono che si uccidano troppi cinghiali? E se è così, come si risolverà l’altro loro grave problema, che è il sovrappopolamento? O, cattivo pensiero per cattivo pensiero, sono stati i 50 milioni di euro a far brillare gli occhi ai politici?
Franco Zunino