Sul Lupo in Italia – metodi e credenze, raramente verità! Mentre su media di questi giorni si legge che alle Salse di Mendatica (Alpi Liguri) un allevatore in alpeggio denuncia l’assalto di lupi a tre puledri.
di Franco Zunino*
Negli USA si sta parlando sempre più spesso di una reintroduzione del lupo negli Stati del Nord-Est da dove si è estinto circa 100 anni fa. Interessante il fatto che, al contrario che in Italia, anche quest’operazione, come già le altre (Yellowstone e Idaho) non vengono mai fatte con colpi di mano all’insaputa di tutti, ma coinvolgendo la gente che ne subirà la presenza.
Ecco cosa si può leggere in un saggio in merito apparso nella rivista Oryx della Fauna & Flora International, dal titolo Sono benvenuti i lupi? L’attitudine dei cacciatori verso i lupi nel Vermont, US. Riporto in forma integrale il sommario del saggio: “Le foreste nel nord-est degli USA una volta erano abitate dal Lupo, una specie che aveva un ruolo importante nell’ecologia della regione. Tuttavia, i lupi furono eradicati più di cento anni or sono, alterando così la composizione del paesaggio e portato a negativi cambiamenti in questo ecosistema. La ricreazione all’aria aperta (outdoor) è una delle maggiori componenti dell’economia di questa regione, e i ricreazionisti all’aria aperta, inclusa la comunità dei cacciatori, hanno una forte influenza sulle decisioni da prendersi relativamente alla politica di gestione delle risorse naturali. Considerata la loro forte posizione sociale, i cacciatori sono una importante parte interessata il cui punto di vista merita di essere tenuto in considerazione nello stabilire una politica di gestione della fauna, in particolare relativamente alle specie controverse quale il lupo. In questo studio, mediante interviste condotte ad esperti e sondaggi online, abbiamo acquisito una comprensione più profonda delle attitudini dei cacciatori verso i lupi, e come queste attitudine posano influenzare ogni futura operazione e programma di reintroduzione o spostamenti di lupi in questo Stato. Noi abbiamo constatato che la maggioranza dei cacciatori ha una posizione abbastanza negativa riguardo ai lupi, il loro ruolo nell’ambiente e il loro potenziale impatto. Tuttavia, per i cacciatori che sono in grado di riconoscere il ruolo ecologico dei lupi, queste negative attitudini sono risultate molto reversibili.”
Interessante è quindi notare come il mondo della caccia non solo sia stato coinvolto, ma sia considerato tra gli stakholders (parti sociali interessate) e componenti delle pratiche di outdoor che in Italia fanno credere essere solo gli utenti delle mountain bike (pur avendo importato dall’America questa terminologia che comprende TUTTE le attività praticate all’aria aperta; ma ovviamente, emendandola – all’italiana, paese a democrazia affatto compiuta – della categoria dei cacciatori/pescatori!). Ma non solo, nel succitato saggio è anche espressamente riportato, in merito ai lupi, come “negli ultimi 118 anni, si sono verificate 27 casi di attacchi predatori all’uomo, con un totale di 25 persone ferite e 2 uccise”. Anche questo in Italia si nega per principio in quanto verità scomoda!
Sul sempre maggior numero di lupi in Italia e sul perché il numero crescerà ancora, ecco cosa ha recentemente detto il Prof. Luigi Boitani… prendendo a calci la logica. Un tempo si diceva che i lupi si stavano estinguendo perché ne erano stati uccisi troppi e se ne continuava ad uccidere. Ora pare che questa teoria non valga più. Ora i lupi aumentano perché è aumentato il cibo (come se decine di migliaia di pecore che fino agli anni ’70 del secolo scorso pascolavano in tutto l’Appennino – 30.000 solo in Comune di Pescasseroli, cuore del Parco d’Abruzzo! – non fosse stato cibo!).
No, caro Boitani, i lupi crescono perché non si uccidono più liberamente come un tempo; perché quando si uccidono lo si fa di nascosto, per non subire le ire della giustizia (ed è ovvio che trattandosi di uccisioni illegali, esse siano solo casuali, come i furti e gli omicidi!).
Questa è la vera ragione del perché i lupi stanno crescendo sempre di più, non la presenza del cibo (leggasi selvaggina); teoria che peraltro viene anche smentita dal fatto che i lupi continuano comunque a predare preferibilmente gli animali domestici che non i selvatici. E poi, avanti con le belle teorie animaliste della gente più abituata decidere ed analizzare stando a tavolino che non frequentando anche il mondo rurale; fino al punto di avere il coraggio di sostenere che “sull’Appennino non credo ci sia un margine per un ulteriore aumento”. Ci ricorderemo di questa sua “spericolata” frase di un esperto! E ce ne ricorderemo alla luce dell’ultimo dato ufficiale: in Appennino, “2400” lupi. Ci dica piuttosto per quale ragione il lupo in tutto il mondo lo si controlla mediante la riduzione del loro numero mentre l’Italia è l’unico paese dove toccare il lupo è un tabù. Che stia in quest’altra sua frase?: “Secondo un recente sondaggio il 95% degli italiani lo considera intoccabili, quasi sacro”. Ecco, come i Partiti politici quando stanno per andare alle elezioni, e basano le loro dichiarazione sul consenso polare piuttosto che sulla necessità di risolvere dei problemi; comportamento che poi è il cosiddetto populismo, fare quello che vuole il popolo guidato da interessi di parte e disinteresse per quelli sociali! Con questa logica, il mondo rurale si rassegni ad essere destinato a mantenere a proprie spese i lupi in quanto animale di valore sociale! E si ritorna così al concetto di una Italia a democrazia incompiuta…
Murialdo, 7 Giugno 2022 Franco Zunino
Segretario Generale AIW
ARTICOLO PUBBLICATO DAL SECOLO XIX-IMPERIA 4 GIUGNO 2022