La Bandiera blu è un riconoscimento conferito dalla Foundation for Environmental Education (FEE) alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione ad esempio la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.
di Alesben B.
Istituita nel 1987, anno europeo per l’ambiente, la campagna è curata in tutti gli stati europei dagli organi locali della FEE che, attraverso un Comitato nazionale di giuria, effettuano delle visite di controllo delle cittadine candidate per poi proporre alla FEE Internazionale le candidature della nazione. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno a spiagge in 48 paesi del mondo in Europa, Sudafrica, Nuova Zelanda, Canada e nei Caraibi secondo i criteri scelti dalla FEE.
La bandiera viene consegnata per due meriti: la bandiera blu delle spiagge certifica la qualità delle acque di balneazione e dei lidi, mentre la bandiera blu degli approdi turistici assicura la pulizia delle acque adiacenti ai porti e l’assenza di scarichi fognari.
L’articolo che compare su SWISSINFO.CH – Svizzera italiana del 14 maggio 2022 – 17:43 (Keystone-ATS) è come dice la canzone “lugano bella addio” “Elvezia il tuo governo
schiavo d’altrui si rende d’un popolo gagliardo le tradizioni offende e insulta la Leggenda del tuo Guglielmo Tell.” E si perché di svizzeri in Italia c’è pieno, Finale ligure in primis, Savona: Ceriale, Borghetto Santo Spirito, Loano, Pietra Ligure, Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi, Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze. “Un’estate all’insegna dei rincari e del sovraffollamento sulle spiagge italiane che quindi, gioco forza, saranno più sporche: non sono confortanti le analisi sulla prossima stagione balneare nella vicina Penisola”; quando la temperatura si fa più calda li osservi che si fanno il bagno nel laghetto dello Sciusa e non solo loro anche il cane; forse non hanno letto l’articolo del loro giornalista. Più semplicemente risparmiano sulle tariffe quando queste vanno a colpire una intera famiglia. Normalmente una famiglia svizzera non soggiorna presso un hotel o pensione, ma lungo la strada, non sulle piazzole di sosta, bensì tra cespugli, trovi una ampia gamma di furgoni adibiti a camper. Ed appresso ci sono grandi tavolate di persone che consumano il “fai da te”.
“Secondo i consumatori è infatti in arrivo una stangata: per il Codacons, l’associazione italiana per la difesa dei consumatori, il caro-bollette e l’inflazione alle stelle renderanno quest’anno il mare particolarmente “salato”. Si parte con le tariffe per ombrelloni, lettini e sdraio, che registrano incrementi medi del +4%/+5% con punte del +10% rispetto allo scorso anno, come confermato dagli stessi gestori di diverse zone d’Italia che hanno parlato di aumenti “inevitabili”.
Per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend, in uno stabilimento medio, si spendono tra i 25 e i 30 euro al giorno, importo che sale a 100 euro nelle strutture di più elevato livello. Per l’abbonamento mensile le tariffe variano tra i 500 e i 700 euro, mentre per quello stagionale il prezzo oscilla tra i 1.500 e i 2.200 euro. Ma, avverte il Codacons, costerà di più anche consumare cibi e bevande presso i lidi, con rincari medi del +10%. Nemmeno il caffè sarà esentato dagli aumenti.
A tali voci di spesa si aggiunge il caro-carburanti: per spostarsi dalla città al mare si spenderà quest’anno molto di più. Considerata la spesa per trasporti (carburante), affitto di 1 ombrellone e 2 lettini, consumazioni (panini, acqua, gelati, caffè), parcheggio, una famiglia spende quest’anno mediamente 97 euro per una giornata al mare, con un aggravio medio del +12% sul 2021.
Sempre il medesimo articolo “Lo stop al distanziamento degli ombrelloni in spiaggia porterà ad un forte incremento nella produzione di rifiuti lungo le spiagge italiane nel corso dell’estate 2022, con conseguenti danni sul fronte ambientale ed un aumento dei costi di smaltimento“.
Quali sono le Regioni dove trovare le spiagge migliori d’Italia? Anche per quest’anno la Liguria si conferma sul podio con 32 Bandiere Blu, seguita da Campania, Toscana e Puglia (che hanno conquistato 18 vessilli ciascuno).
Come ormai da tradizione, un paio di giorni fa sono state annunciate le Bandiere Blu per il 2022. Quest’anno gli attesissimi vessilli assegnati dalla Ong internazionale Fee alle migliori località balneari italiane sono stati 427, ovvero 14 in più rispetto al 2021. Le spiagge sono state premiate in base ad una serie di criteri (una trentina in tutto) che riguardano la qualità delle acque del mare, i servizi offerti e la gestione ambientale.
Ma quali sono le Regioni italiane che hanno conquistato più Bandiere Blu? Al primo posto anche quest’anno si conferma la Liguria, con ben 32 località premiate. A seguire troviamo la Campania, che ne ha collezionate 18 (è entrata Ispani, ma sono fuori San Mauro Cilento e Sapri). Altre due Regioni hanno ottenuto 18 Bandiere Blu ciascuna: la Toscana, con un ingresso (Pietrasanta) e la Puglia, con tre nuovi ingressi (Castro, Rodi Garganico e Ugento) e due uscite (Isole Tremiti e Otranto). Alla Calabria, invece, sono state assegnate 17 Bandiere Blu (le new entries sono Caulonia e Isola di Capo Rizzuto). 17 vessilli anche per le Marche, che conta un nuovo ingresso (Porto Recanati).
Scopriamo dove si trovano le spiagge premiate nel 2022 delle Regioni che hanno ottenuto il maggior numero di Bandiere Blu.
Le località premiate in Liguria
- Provincia di Imperia: Bordighera, Sanremo, Taggia, Riva Ligure, Santo Stefano al Mare, San Lorenzo al Mare, Imperia, Diano Marina
- Provincia di Savona: Ceriale, Borghetto Santo Spirito, Loano, Pietra Ligure, Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi, Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze
- Provincia di Genova: Camogli, Santa Margherita Ligure, Chiavari, Lavagna, Sestri Levante, Moneglia
Provincia di La Spezia: Framura, Bonassola, Levanto, Lerici, Ameglia
Concessioni balneari, approvato l’ordine del giorno di Arboscello (PD) “Con questa approvazioni si punta a trovare un giusto equilibrio tra la tutela della concorrenza e quella dei lavoratori che hanno investito negli stabilimenti balneari” dice il consigliere regionale, affinché questo si realizzi non si può prescindere dal riconoscere il valore aziendale dell’impresa, gli investimenti realizzati e le professionalità che si sono create negli anni”, premette il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello dopo l’approvazione in aula del suo ordine del giorno sul riconoscimento del valore aziendale delle concessioni degli stabilimenti balneari. “Al di là delle posizioni ideologiche sulla Bolkestein – che hanno bloccato a lungo la politica – visto che le gare ci saranno necessariamente, è giusto cercare il giusto equilibrio tra la tutela delle aziende e la garanzia di una legittima concorrenza”. “La politica su questo tema ha delle grosse responsabilità e ancor più le hanno quelle forze politiche che per cercare il consenso elettorale non hanno mai realmente affrontato il problema facendo finta che fosse aggirabile. L’auspicio è che la stessa consapevolezza raggiunta in Liguria, con l’approvazione di questo ordine del giorno approvato e sottoscritto anche da Lega e Lista Toti, si raggiunga anche a livello nazionale, sbloccando nella Commissione industria al Senato di oggi una situazione che non può più rimanere ferma”.
Di “norma” dovranno andare a gara entro il 31 dicembre 2023, ma le procedure per la messa all’asta delle concessioni demaniali potranno avere una deroga di un anno in caso di un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento del bando. E’ quanto prevede la proposta elaborata dal viceministro allo sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin nell’ambito del disegno di legge sulla concorrenza. Lo riporta l’agenzia Ansa. La proposta prevede, nel dettaglio, che “in presenza di ragioni che impediscano la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2023, ivi comprese, a titolo esemplificativo, la presenza di un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa”, sia possibile, da parte dell’autorità competente, “differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024. Fino a tale data l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”. La proposta prevede anche degli indennizzi alle aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione. Il calcolo verrà effettuato “sulla base delle scritture contabili” o di una “perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza”. L’indennizzo sarà “a carico del concessionario subentrante” per “la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”. Sono esclusi dal calcolo i beni abusivi.
La proposta elaborata dal viceministro allo sviluppo economico è il preludio di quanto uscirà dalla mente del governo; anni addietro quando fu previsto l’indennizzo per le “barche da pesca”, ai pescatori effettivi non fu dato alcun indennizzo, fu invece effettivamente dato il contributo a chi di pesca non ha mai lavorato. “Lucia ai tuoi parenti hanno versato contributi per ammodernare le barche da pesca ? – No ! i miei parenti non hanno tanti Santi in Paradiso, non come quel contadino che ha 10 giornate di terra, ha chiesto il contributo e si è visto recapitare due motobarche nuove di zecca per la pesca, lui che il pesce lo vede solo qualche volta in quanto è un cultore di carne bovina” – che strada hanno intrapreso i due motopescherecci ? – e la storia è finita li.
È la medesima storia del reddito di cittadinanza, basta leggere i giornali. Anche in caso di deroga, le gare non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024.
Alesben B