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Vezzi Portio, museo ‘Api e del Miele’. Il monito di Einstein: ‘Se l’ape scompare, è la fine dell’uomo’


“Giornata Mondiale delle Api” e “Giornata Mondiale della Biodiversità istituite dalle Nazioni Unite. Esperienze in provincia di Savona collegate al “Museo delle Api e del Miele”di Vezzi Portio.

di Loredana Gallo e Roberto Delfino*

Agli appassionati del mondo delle api non può mancare la visita al museo del Cav. Angelo Cappelletti.
Consigliamo di partire dall’Abbazia Santa Maria di Finalpia dove, in un ampio salone all’interno del secondo chiostro, si possono già ammirare alcuni mirabili reperti del museo e visitare l’azienda apistica che lavora da più di cinquant’anni; poi salire al museo vero e proprio posto nell’Oratorio di frazione San Giorgio in Vezzi Portio che ospita dal 2010 il Museo delle Api , ideato e allestito dal Cavalier Angelo Cappelletti a Bregnano, in provincia di Como, nel 1950.
Il museo custodisce oltre duemila reperti provenienti da ogni angolo del mondo, alcuni dei quali antichissimi, come un pezzo di propoli ritrovato in una millenaria tomba peruviana o alcuni torchi per il miele risalenti ad epoche tra il ‘600 e l’800.
A questi si aggiungono oggetti di ogni genere: api imbalsamate, smielatori, arnie, strumenti, fotografie, libri e riviste internazionali.

La “Giornata Mondiale delle Api” dello scorso 20 maggio si è collegata alla “Giornata Mondiale della Biodiversità” del 22 maggio 2022 . Due importanti ricorrenze, istituite dalle Nazioni Unite, celebrate ogni anno con lo scopo di tutelare la biodiversità e gli insetti impollinatori che ne sono parte fondamentale.

Tra le tante iniziative degne di nota in Liguria, ad Airole, in provincia di Imperia, c’è stata la presentazione del nuovo presidio Slow Food dell’ “Ape nera del Ponente Ligure”, in collaborazione con “Apiliguria”. Tra quelle a carattere nazionale ricordiamo che a Pantelleria si è svolto il “Convegno internazionale- Apis selvatica”, sul tema dell’interazione tra le api allevate e le api ferali, con misure concrete per la protezione delle colonie selvatiche di “Apis mellifera”.

E’ utile ricordare come il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali tragga beneficio dall’impollinazione, ma l’inquinamento ambientale, i cambiamenti climatici, la distruzione degli habitat, i parassiti, le specie, aliene mettono a rischio la sopravvivenza delle api e l’esistenza di molte colture, quindi la sicurezza alimentare di milioni di persone.

Tutelare la biodiversità significa riconoscere l’importanza di adottare comportamenti ecosostenibili. Anche l’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in queste giornate, dichiara come sia assolutamente necessario evitare l’uso di anticrittogamici e prediligere il consumo di alimenti stagionali e locali. Abbandonare la  coltivazione di specie vegetali e animali alloctone, originarie di altre aree geografiche, che minacciano la sopravvivenza degli insetti impollinatori.

Si ricorda che, con il DM 39407 del 9/12/2019 è stata istituita l’Anagrafe Nazionale dell’Agrobiodiversità, dove si elencano tutte le varietà autoctone di interesse agricolo e alimentare da tutelare, con l’indicazione per le Regioni di monitorare costantemente le risorse genetiche locali.

A conclusione di queste interessanti giornate, si possono rilanciare alcune iniziative che si spera possano entrare nelle abitudini di chi vuole agire concretamente. Ad esempio: chi ha la fortuna di poter gestire spazi di terra fertile all’aria aperta può mettere a dimora essenze capaci di aiutare le api a vivere (rosmarino, lavanda, basilico, salvia, borragine, erba cipollina, ecc.),

E’ utile, inoltre, impegnarsi con continuità a scegliere prodotti biologici (come è noto  i pesticidi sono tra i principali nemici degli insetti impollinatori, oltre che un pericolo per la specie umana). Bisogna sostenere chi lavora con impegno nell’economia delle api ( bee-economy).

In Italia nel 2021 sono stati censiti in 70.000 apicoltori, che allevano quasi 2 milioni di famiglie di api, con  una valutazione economica annuale di circa 3 miliardi di Euro. Tutto questo è a rischio sopravvivenza.

In provincia di Savona, a Vezzi Portio (in frazione S.Giorgio), è presente e attivo il “Museo delle Api e del Miele”, tra i pochi in Italia, che dal 2009 custodisce (grazie alla Badia Benedettina di Finalpia) circa 2000 reperti di grande interesse, provenienti da ogni parte del mondo, collezionati da Angelo Cappelletti nel corso di una vita.

Alcuni pezzi sono rarissimi: un blocco di propoli trovato in una millenaria tomba peruviana, alcuni attrezzi del 1600, poi arnie, smielatori, ecc. Un vero tesoro che merita di esser visitato.

Visite guidate, programmate, sono organizzate dall’ azienda agricola locale “Ca’ du Megu”, di Federica Delfino e Mirko Bulgarelli, che ne curano l’organizzazione e il significato storico-culturale. E’ da rimarcare come questa azienda “biosostenibile” produca, oltre a miele e prodotti dell’alveare (propoli ecc.), anche ortaggi, frutta e pregiato olio d’oliva (il tutto senza uso di pesticidi o fertilizzanti artificiali).

Gli scienziati hanno dimostrato da molto tempo il rapporto preciso tra l’aumento di pesticidi in agricoltura e la crescente moria delle api.

Dal “National Geographic” e dall’Associazione degli Apicoltori Italiani “UNAAPI” apprendiamo che dal 2017 la nostra produzione di miele è diminuita dell’80% e, problema ancora più grande, diminuisce il lavoro di impollinazione che avviene grazie alla api, senza le quali le nostre piante da frutto non potrebbero sopravvivere.

E’ arcinota la frase di Einstein: “Se l’ ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

In Italia, secondo i dati della Coldiretti, due barattoli di miele su tre, in vendita, sono di importazione (dall’ Ungheria 7,6 milioni di Kg.e dalla Cina 2,6 milioni di Kg).

Gli apicoltori liguri sono 1400, con una dotazione di 25.000 alveari, ognuno può produrre circa 15 Kg. di miele ogni anno.

Si parla poco di questo problema vitale che interessa non solo la produzione e il commercio del miele, ma tutto il ciclo della vita delle piante ( alcuni coltivatori per avere una buona impollinazione  noleggiano gli alveari degli apicoltori).

Grande merito va a quei coltivatori liguri e savonesi che grazie all’ “agricoltura biologica” non solo aiutano la vita delle api, ma portano ai consumatori frutta e ortaggi di qualità senza quei veleni che sono purtroppo responsabili di gravi malattie.

Co-portavoce di “Europa Verde – Verdi della provincia di Savona”(Loredana Gallo e Roberto Delfino)


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