Martedì 10 maggio 2022 alla Sala Stella Maris in Darsena a Savona si è svolta dinanzi ad un folto pubblico una importante iniziativa culturale: la presentazione del Meridiano Mondadori, dedicato a Camillo Sbarbaro.
di Danilo Bruno
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Rossini di Savona insieme alla Libreria Feltrinelli Point con il patrocinio dei Comuni di Spotorno e Savona. A tal fine hanno portato il proprio saluto i rispettivi assessori alla cultura: Gianluca Giudice e Nicoletta Negro.
La giornata è cominciata con un saluto del Presidente dell’Associazione Rossini: Sergio Tortarolo e degli amministratori presenti per poi proseguire con la presentazione del testo a cura di Jacopo Marchisio e del Prof. Enrico Testa, che ha anche ricordato, oltre ai caratteri del proprio saggio introduttivo, la collaborazione del prof. Giampiero Costa, che ha curato le note e i testi.
Vi sono stati infine gli interventi del Prof. Bertolotti, Bruno Marengo e Silvio Riolfo Marengo, che hanno esplorato la profonda umanità di Sbarbaro.
Il testo nell’introduzione del Prof. Testa pone al centro Camillo Sbarbaro come una figura complessa ed uno dei maggiori poeti del novecento anche in relazione al suo modo di scrivere e alla grande quantità di scritti che ha lasciato con un uso sapiente e mai di puro esercizio stilistico della parola.
Il prof. Testa ha spiegato in particolare le due versioni del primo libro di poesie su cui si è poi soffermato il Prof. Marchisio, ponendo in luce come nella seconda versione di Resine uscita quasi trent’anni dopo la prima vi fosse stato un profondo cambiamento stilistico e di significato delle parole pur nell’apparente continuità di testo.
A questa figura di grande conoscitore della lingua e del significato delle parole si pone accanto ,come rilevato in particolare negli interventi di chi lo ha frequentato e conosciuto direttamente, lo Sbarbaro profondamente umano e legato a molti scrittori del proprio tempo (Barile in primis) a profondi rapporti di amicizia oltre all’affetto, che lo legavano alla zia e alla sorella con cui quasi si completavano l’uno con l’altro sostenendosi reciprocamente.
Sono stati poi posti in luce passi successivi di Sbarbaro dove è emersa la particolare sintesi fra prosa e poesia dove nel linguaggio sbarbariano spesso non si coglie la fine dell’una e l’inizio dell’altra anche per il sapiente uso della parola a cui prima accennavo.
Sono stati poi ricordati due importanti momenti della vita del poeta:
a) le traduzioni, che da un lato gli hanno spesso consentito di superare difficoltà economiche ma anche di cogliere come Sbarbaro avesse una particolare dimestichezza con il Greco e il Latino oltreché con il Francese e su questo punto vi è stato un interessante aneddoto di Silvio Riolfo su alcune licenze, che il poeta si concedeva mentre poi bisogna ricordare che egli tradusse e portò in Italiano le opere poetiche latine del Pascoli.
b) la botanica poiché è stato ricordato da tutte e da tutti il ruolo che la costruzione degli erbari assumevano per Sbarbaro anche per un fondamentale sostegno economico ma anche perché egli aveva lavorato su una pianta modestissima come i licheni eppure fondamentale strumento per il controllo dell’inquinamento.
Il lichene diviene in qualche modo la riproposizione del poeta con una vita seminascosta o comunque ritirata ma grande esempio della cultura del novecento italiano.
Bertolotti ha poi ripercorso momenti della vita di Sbarbaro da allievo e poi di medico di famiglia, mentre Marengo ha voluto ricordare l’importanza dei convegni scientifici, che hanno portato il poeta agli onori della critica sociale e della conoscenza generale: da quello del 1973 fino all’ultimo del 2017,che ha un pò fatto il punto sulle ricerche sul Poeta.
In ultimo una breve annotazione ovvero per una volta a Savona grazie agli organizzatori e alle amministrazioni locali di Savona e Spotorno si è parlato in città di poesia, che costituisce una cosa non sempre ovvia se si pensa che gli scaffali delle librerie dedicati alla poesia sono sempre più piccoli ed esangui.
Danilo Bruno