Fare informazione ricorrendo anche all’archivio stampa. E’ quanto trucioli.it da dieci anni, nel limite delle modeste possibilità, cerca di mettere in pratica. Non già per accendere polemiche che non sono mai utili alla comunità.
Dall’archivio- Su La Stampa di oggi c’è un intervento del PM della Procura della Repubblica di Imperia, Filippo Maffeo che vi ripropongo, nel caso ve lo foste perso, riportava il blog di Angelo Amoretti.
Contro di me soltanto calunnie
La diffamazione e la calunnia sono reati gravi e coloro che li hanno commessi contro di me saranno chiamati a risponderne, in tutte le sedi e per tutto il tempo necessario, quale che sia il ruolo da loro rivestito.
Si passerà, con calma e pazienza, nelle sedi competenti e a tempo debito, dal faceto al serio, dalle «voci» ai fatti; dalle «chiacchiere» delle allegre comari alle prove incontrovertibili.
Il tempo è galantuomo e le infamie, tutte, saranno punite. Le storie personali sono note a tutti. Le «bufale» ed il «lordume» emergeranno mostrando, per intero, lo squallore umano degli artefici. Per ora mi limito ad anticipare che ho querelato – e non solo – gli articolisti e il direttore responsabile de «La Riviera», che dovranno dar conto, anche ai loro lettori, della veridicità delle notizie riferite.
Vorrei fosse accertato quanto segue:
1) Quanti sono i messaggi?
2) A chi e da chi sono stati inviati?
3) Quando?
4) Chi li ha letti?
5) Qual è il loro testo? Hard? Inequivoco? In quale senso?
6) Quale indagine e per quali reati sarebbe stata aperta nei miei confronti a Torino?
7) Quale indagine disciplinare, e per quali fatti, nelle competenti sedi e dagli organi deputati, sarebbe stata avviata contro di me?
Non voglio demotivare nessuno: oltre le voci di corridoio, non si potrà fornire alcuna seria e convincente risposta, semplicemente perché i fatti riferiti nelle cronache non sussistono.
Nessuna indagine, per qualsivoglia reato, tantomeno per «stalking», è stata promossa a Torino. Non ci sono sms a contenuto «inequivoco», né «a luci rosse» o con diverso colore.
Ci sono solo due colleghi che si incontrano, necessariamente, con frequenza e si scambiano, di persona, per telefono e con sms, comunicazioni ed esperienze di lavoro, con educazione, cortesia e, talvolta, con la franchezza necessaria. Come in tutti gli ambienti di lavoro. Come tutti sanno, tranne i marziani e i matuziani. La querelle? Soltanto dopo la mia segnalazione dell’incompatibilità. Non prima. Significa qualcosa? Questi sono i fatti. Nulla di più. Semplicemente.
Verso la chiusura tre domande:
1) Perché interessa il gossip e non la tutela della legalità, violata da oltre tre anni e non ancora ripristinata?
2) Perché si privilegia il gossip e non la tutela dell’ambiente e del corretto impiego del denaro pubblico?
3) Perchè non si parla adeguatamente di una pratica, già calendarizzata, che riguarda altri e pende dinanzi al CSM, con riflessi disciplinari? E’ soltanto ignoranza?
Le scuole di disinformazione insegnano che per prevenire o coprire uno scandalo occorre crearne un altro, al quale si deve dare il massimo risalto.
Avviene così – come mi dicono tante persone influenti, sagge e disinteressate – che al vero fatto censurabile della legge squarciata e dell’incompatibilità elusa – unico fatto certamente assodato – si sovrappone, con frenesia massmediatica, lo «scandalo degli sms», – anzi lo stalking via sms -, di per sé risibile e per di più costruito sulle voci di corridoio.
Alla fine un’assicurazione ed un impegno morale e professionale, che devo a tutte le persone oneste: i processi che conduco, anche quelli in materia di rifiuti e di truffe in danno di enti pubblici, non hanno subito rallentamenti né saranno, in alcun modo, sviati o condotti nel porto delle nebbie. Non tradirò, mai, i cittadini contribuenti che mi pagano lo stipendio.
Non mi lascio sedurre, fuorviare od intimorire. Da nessuno.
Filippo Maffeo – La Stampa, 16 dicembre 2009