Quando i valori spirituali fanno paura e si preferiscono quelli materiali.
di Franco Zunino
Ancora una volta si ricrea la situazione che già si era creata con il turismo; ovvero, di quando per salvare la natura si proponeva ai politici non già di conservare la natura perché è bella ed ha un valore spirituale per l’uomo, ma perché le aree protette possono creare opportunità di crescita economica e di lavoro (leggasi turismo); o anche per far crescere popolazioni animali a rischio estinzione o rare; motivazioni materiali ed economiche che praticamente tutte le nostre associazioni ambientaliste hanno sempre cavalcato per convincere i politici.
E chi sosteneva che era un rischio, in quanto nel momento che si sarebbe poi dimostrato che le ragioni materiali non avevano più motivazioni di essere perché l’obiettivo era stato raggiunto, non avremmo più avuto motivazioni per sostenerne la perpetuità non veniva creduto. In realtà e nella pratica: con quale motivazioni si potrebbe impedire ai politici di agire contrariamente alla tutela il giorno che gli obiettivi sono stati raggiunti? Al contrario, il bene spirituale resta per sempre valido in quanto è un valore perpetuo, quale che siano i cambiamenti.
Ecco perché le motivazioni materiali per difendere la bellezza della natura andrebbero sempre messe in seconda posizione (salvo per il caso di specie rarissime). Infatti, abbiamo oggi l’esempio di ciò che sta succedendo con le torri eoliche. Quasi tutti quelli che le combattono basano la loro opposizione non già sul fatto che PRINCIPALMENTE danneggiano esteticamente il paesaggio e l’ambiente (beni spirituali) ma perché uccidono gli uccelli migratori (bene materiale, ancorché scientifico).
Ma oggi, come faranno a contestare il fatto che si sono scoperte le centrali eoliche intelligenti che saranno in grado di fermare le pale quando attorno volano gli uccelli? Una scoperta e sperimentazione, ovviamente suscitata, voluta e raggiunta da chi vuole costruire ovunque queste centrali proprio per contestare la posizione degli ornitologi. Come faranno oggi a dire che non devono più costruirsi, se la loro ragione di opposizione non ha più motivo di esistere? Mentre, al contrario, il danno estetico e spirituale della presenza di queste torri che violano paesaggi immacolati ed ambienti integri con la costruzione delle strade per realizzarle, È PERPETUO!
Che vi volino o che non vi volino gli uccelli! Un fatto che ha sempre avuto un peso importante e spesso fondamentale per bocciare certi progetti, ma che probabilmente presto non varrà più per la ragione suddetta! In pratica, questa nuova tecnologia sta spuntando le armi agli oppositori all’eolico solo per la ragione del danno all’avifauna. Perpetuo è il concetto del valore Wilderness: che è prioritariamente basato sul valore spirituale del bene Natura; ma che forse proprio per questo in un paese materialista (è in Italia che un tempo si propose di dare un valore economico al bene Natura!), fa paura.
Sui 100 anni dei Parchi Nazionali d’Abruzzo e Gran Paradiso
I Parchi Nazionali d’Abruzzo e del Gran Paradiso quest’anno festeggiano i 100 anni della loro istituzione, un traguardo che va certamente festeggiato. Tutti i media ne scrivono, e giustamente, ma ci ce ne fosse uno, uno solo che abbia il coraggio di dire che il re è nudo! Ovvero, che dopo 100 anni i due Parchi (come peraltro tutti quelli che ad essi sono seguiti, nazionali e regionali) non hanno ancora risolto il loro “peccato originale”: il fatto che non sono ancora in proprietà (salvo qualche rarissimo caso) dei terreni che gestiscono! Un peccato originale a cui MAI nessuna amministrazione statale e tanto meno i governi che si sono succeduti, ha mai pensato di porvi rimedio: uno, stanziando fondi per l’acquisto almeno dei terreni di più alto valore e merito di conservazione; due, estromettendo dai Parchi quelle migliaia di ettari inutili che vincolano solo zone agricole, e finanche interi paesi e tratti di autostrade!
Per non dire, poi, del Parco d’Abruzzo, il vero PRIMO, che ancora pochi anni fa ha autorizzato la realizzazione di un depuratore di acque reflue proprio sui terreni che appartennero al suo fondatore, l’On. Erminio Sipari; terreni espropriati con il silenzio delle autorità e, ancora più grave, quello delle associazioni ambientaliste (salvo poche, e con deboli prese di posizione!). Terreni che proprio in quest’occasione sarebbe stato il caso di dichiarare Monumento Nazionale alla sua memoria, e che invece anche ciò che ne resta è lì in attesa di futuri disastrosi progetti di “valorizzazione”! In realtà, il tenore di questi festeggiamenti non è rivolto alla conservazione dei beni naturali teoricamente “protetti” nei Parchi, ma proprio alla loro valorizzazione a scopo turistico! In pratica, si festeggia il cancro che li ha minati ed erosi, e che ancora li mina e li erodono: non c’è anno che passi senza che diversi metri quadrati di questi Parchi non siano ceduti ad urbanizzazioni ed iniziative urbanizzati e addomesticamenti dei loro territori! E senza voler ignorare le mai risolte diatribe con le popolazioni locali subissate di vincoli discutibilmente democratici. Eppure, tutti a ballare sugli allori, ma: è vera gloria?
Murialdo, 5 Maggio 2022 Franco Zunino
Segretario Generale AIW