Il Palazzo dei Nolesi. Non è barocco, non ci sono colonne all’ingresso. Medioevale si, ma è la sede che 4 formazioni che si contendono il potere temporale. Non è il palazzo, dalle linee barocche, che fu costruito tra il 1659 e 1673 e venne commissionato dal marchese Orazio Canossa.
di Alesben B.
I Canossa di Mantova furono un ramo della famiglia di Verona, che ricevette dai Gonzaga il titolo nobiliare di marchesi. La facciata del Municipio, in bugnato, è abbellita da formelle in stucco, con immagini di edifici e di paesaggi. Le finestre sono sovrastate da timpani spezzati e le decorazioni delle cornici richiamano l’opera di Giulio Romano. Il portale di ingresso è affiancato da colonne marmoree che sostengono il balcone, sotto le quali trovano posto due sculture raffiguranti il cane, simbolo araldico della casata, che addenta un osso.
“ QUANDO IL CANE FINIRA’ L’OSSA, FINIRA’ CASA CANOSSA – EGLI UN OSSO DURO HA TOLTO A RODORE “. La storia di Matilde di Canossa si potrebbe identificare anche con i pretendenti al governo della città di Noli. “Scusate, sono stato redarguito pesantemente dai nostri elettori. Bene, riprendiamo in mano la situazione e andiamo avanti con Rinascimento Nolese, visto che per nove decimi la lista era pronta. Non avevamo buttato la spugna“.
La spugna no, forse voleva dire l’osso; un altro fulmine squarcia il cielo tempestoso della politica nell’antica repubblica. Quasi nemmeno il tempo di capire come si sarebbero potute riassestare le carte in tavola che il dr. Giuseppe Niccoli, che non meno di tre giorni or sono aveva annunciato un passo indietro, torna in corsa.
Come l’imperatore Enrico IV che “Dopo numerosi successi militari, tra cui quello sui Sassoni, si preparava nel 1090 alla sua terza discesa in terra italica, per infliggere una nuova sconfitta alla Chiesa.” “ L’itinerario fu quello solito, …….. La battaglia si accentrò presso Mantova. Matilde si assicurò la fedeltà degli abitanti esentandoli da alcune tasse come il teloneo – L’imposta indiretta del sistema finanziario romano, originariamente applicata solo al transito e alla circolazione delle merci; nel Medioevo, dazio in denaro o in natura che colpiva l’ingresso nel paese e la circolazione di merci destinate al consumo, o il consumo stesso.
E il ripatico antico tributo feudale, di entità prestabilita, corrisposto per poter disporre della riva di un lago o di un corso d’acqua per attraversarlo, approdarvi o sostarvi. La tassa di approdo lungo le sponde cremonesi del Po veniva riscossa fin dal 1032 dalla famiglia Ripari su infeudazione dell’allora Vescovo Ubaldo, giusto messaggio Monumenta Ecclesiae Cremonensis. Successivamente il Vescovo di Cremona Sicardo investì Pietro Ripari, figlio di Anastasio, del feudo Ripatico del Po a rogito del notaio Lanfranco, il 1º agosto 1197, concedendo alla nobile famiglia la riscossione del relativo tributo e con la promessa di essere integrati nello status di Cittadini Longobardi col diritto di caccia, pesca e taglialegna su entrambe le rive del fiume Tartaro”. Nonostante l’esercito imperiale fosse temibilissimo, fu distrutto dalla vassalleria matildica dei piccoli feudatari e assegnatari dei borghi fortificati,……… L’esercito imperiale fu preso a tenaglia nella vallata, ma la sconfitta totale fu più di una guerra persa: Enrico IV si rese conto dell’impossibilità di penetrare quei luoghi asperrimi, ben diversi dalla Pianura Padana o della Sassonia: non si trovava più di fronte ai confini tracciati dai fiumi dell’Europa centrale, ma a scoscesi sentieri, calanchi, luoghi impervi protetti da rocche turrite, da case-torri che svettavano verso il cielo, dalle quali gli abitanti scaricavano dardi di ogni genere su chiunque si avvicinasse: lance, frecce, forse anche olio bollente, giavellotti, massi, picche infocate. Con queste armi chi si trovava più in alto aveva spesso la meglio” e a Noli le case torri non mancano; ma non sono loro che fanno la differenza, anzi oggigiorno non sono i baluardi territoriali bensì “le minestre riscaldate” e di minestre riscaldate qui non mancano, “tondi” pieni all’inverosimile.
Un “contrordine, compagni“, seppur in chiave di schieramento politico diametralmente opposta ma che ben raffigura il concetto di “guareschiana” memoria, comunicato agli elettori nolesi ancora una volta via social, là dove era arrivato un passo, poi la ridiscesa in campo. Voilà le vrai coup de théâtre.
Il Cristo Parlante è indubbiamente, insieme a Don Camillo e Peppone, il terzo protagonista della saga Guareschiana. “Fu scolpito appositamente, come oggetto di scena, su commissione della Rizzoli prima dell’inizio delle riprese. Il volto di Gesù Cristo fu realizzato in cinque diverse espressioni intercambiabili, a seconda delle scene del film, anche se solo una è rimasta ai giorni nostri. Ma andiamo per gradi. Il “Cristo Parlante” fu scolpito e disegnato dallo scenografo veronese Bruno Avesani con l’aiuto di un falegname di Brescello: Emilio Bianchini. Utilizzarono un legno leggero di cimolo per il Cristo, mentre per la croce fu utilizzato un legno leggero di balsa, ulteriormente alleggerito svuotandolo all’interno, il tutto per favorire gli spostamenti durante le riprese. Alla fine la riproduzione era alta 1,65 mt per soli 13 kg ( peso che Fernandel apprezzò moltissimo dovendo spesso tenerlo tra le mani per esigenze di scena). Al termine delle riprese del terzo film, il parroco di Brescello di allora, Don Dino Alberici, chiese che potesse rimanere nella Chiesa di Maria Nascente dove è tutt’ora visibile nella cappella laterale sinistra dell’ingresso della Chiesa. Molto tempo dopo, verso la fine degli anni ’80, in seguito all’inaugurazione del Museo di Peppone e Don Camillo, il Crocifisso riaccese gli animi di guareschiana memoria. Motivo del contendere fu la possibilità che l’oggetto di scena venisse spostato dalla Chiesa di Brescello nel nuovo Museo appena inaugurato. La curia e il parroco di Brescello del tempo, Don Giuliano Cugini, si opposero fermamente allo spostamento dando vita a un botta e riposta sui giornali di allora. Insomma passano gli anni ma, da queste parte, le spirito non cambia mai.. E pensiamo che sia bello così.”
Noli 2614 abitanti – 653 sostenitori ogni lista – 18 hotel-residence – 11 B&B – 3 case vacanze e 15 alloggi attrezzati uso vacanza.
E così, pur senza accordi con altre liste, l’unica certezza a questo punto sarà ancora una corsa a quattro nel piccolo borgo marinaro; 1 – 2 – 3 e 4 chi vincerà ? Il vecchio o il giovane – [da I Malavoglia – G. Verga] “La storia buona, – disse allora ’Ntoni‘, – è quella dei forestieri che sono arrivati oggi, con dei fazzoletti di seta che non par vero; e i denari non li guardano cogli occhi, quando li tirano fuori dal taschino. Hanno visto mezzo mondo, dice, che Trezza ed Aci Castello messe insieme, sono nulla in paragone. Questo l’ho visto anch’io; e laggiù la gente passa il tempo a scialarsi tutto il giorno, invece di stare a salare le acciughe; e le donne, vestite di seta e cariche di anelli meglio della Madonna dell’Ognina, vanno in giro per le vie a rubarsi i bei marinari”. ‘Il vecchio e il giovane’ [Demagistri Gianluigi] è un romanzo che parla a tutti quanti: ci racconta che la volontà di cambiamento e la caparbietà nel raggiungere i propri obiettivi. E gli altri, forse come nei teatri dei burattini, fanno solo le comparse.
Alesben B.
DALLA REDAZIONE DI TRUCIOLI.IT- Niccoli ci ha ripensato? Solo colpa di trucioli.it, secondo vox populi: si è permesso di scrivere che il popolare medico, già primo cittadino premiato e ri-premiato dagli elettori nolesi, ‘ha gettato la spugna’. Una grave onta al calabro-savonese ? O la barzelletta del giorno dell’unico ‘piccolo comune’ della Liguria al voto dove ben quattro liste si fronteggiano nella fiducia. E a nulla è servita la lezione della precedente consultazione con un’altra vittoria del centro sinistra che ha eletto Lucio Fossati. Che, a sua volta, ha finito per ‘gettare la spugna’ causa la propria salute. Auguri meritati di lunga vita. Ma colpa anche del clima di guerra (assunzioni di dirigenti-funzionari) che una certa vetero sinistra voleva pilotare. Dopo l’alternarsi di ben 9 segretari comunali che solo trucioli.it ha spesso ricordato come dato di cronaca da guinness. E non ultima la ‘fuga’ verso altri comuni di un paio di funzionari apicali. E il 12 giugno ‘vinca il migliore’. ! Noli forse ha bisogno di un ‘grande medico’ che sappia anche curare arroganza, cattiveria e indifferenza di troppi cittadini (o meglio sono davvero in pochi) per le sorti della loro città e di chi l’ha ridotta in questi condizioni. Cari giovani elettori se non vi interessa il vostro futuro sapete già per chi votare. Trucioli.it non ha mai accettato pubblicità elettorale a pagamento. E paga ogni settimana di tasca propria le spese. Anzi un prof. ci ha persino reso onore con un bel ‘truciolini’. (L.Cor.)
DA IL SECOLO XIX DEL 12 MAGGIO 2022
DA IL SECOLO XIX DEL 9 MAGGIO 2022
Gambetta: «Dovevamo unirci, poi la rinuncia»