L’aumento della tassa sui rifiuti (la famigerata Tari), pare un postulato per il Comune di Savona, nonostante il servizio sia sempre carente ed in barba alle ordinanze della Corte di Cassazione che statuiscono una diminuzione della tassa quando sia presente un servizio inefficiente.
di Gianfranco Barcella
E’ cambiato il colore della Giunta a Palazzo Sisto IV, ma nulla è mutato, anzi il balzello è aumentato! Chiunque governi, non riesce a fare a meno di ritoccare la cosiddetta tariffa che deve coprire per intero il costo del servizio di <igiene urbana e raccolta rifiuti>. Parlare di igiene urbana, guardando le foto che illustrano l’articolo, pare un’iperbole.
I cassonetti di Piazza Aldo Moro, nel periodo pasquale, erano stracolmi. La raccolta rifiuti, è un servizio indifferibile! Non può essere sospeso nei periodi vacanzieri essendo per di più lacunoso da tempo. (vedi foto scattata il 22 Febbraio). I Savonesi che a Pasqua non hanno potuto sostenere gli oneri di un viaggio, si sono consolati con un pranzo più lauto; da qui il deposito di più rifiuti e la carenza di smaltimento! Il vero mistero è capire perché il servizio debba costare, ogni anno, di più! La giurisprudenza e la logica dicono che dovrebbe gravare di meno sulle tasche dei Savonesi. Ma la politica vede le cose in modo diverso. Quest’anno ad esempio si passa da 13,7 a 14,3 milioni il costo da finanziare.
Anche la giunta precedente non aveva potuto esimersi dall’aumento della Tari, sostenendo che l’incremento del balzello era legato alle spese da sostenere per la raccolta differenziata <spinta>. Naturalmente il nuovo servizio <porta a porta> non ha preso il via ma la tassa intanto è cresciuta lo stesso. Quest’anno invece l’aumento viene giustificato dalla necessità di coprire le spese per i crediti insoluti e non più esigibili. Pertanto i contribuenti ligi al dovere civico di pagare le tasse dovranno farsi carico anche delle somme non pagate dagli evasori.
Ci sarebbe da inquetarsi di fronte a questa scelta politica perché induce a credere che sia possibile anche non pagare perché c’è chi supplisce, obtorto collo. Invece è meglio rassegnarsi all’aumento anche per i prossimi anni, magari giustificato dalla spesa extra per cambiare i cassonetti, in gran parte indecorosi o magari per comprare altri mezzi, atti a lavare le strade. Il principio fondamentale per l’applicazione della TARI (e della precedente TIA, TARSU, TARES) è di derivazione comunitaria sancito dall’art.191 del Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), in base al quale <chi inquina paga>, sebbene i comuni per mera semplificazione continuino a determinare le loro tariffe secondo i criteri già previsti per la TARSU, quindi comminando la tassa al costo del servizio e alla presunta quantità dei rifiuti prodotti per unità di superficie. Tale modalità semplificatrice è stata contestata anche giudizialmente per asserito scostamento o inosservanza del principio comunitario in materia ambientale:< chi inquina paga> (legittimante il corollario :<chi più inquina, più paga>) e due sentenze della Corte di Giustizia Europea (26/06/2008 e del 17/07/2009) stabilirono che il metodo di calcolo basato sulla superficie dell’immobile posseduto non è di per sé contrario al principio di <chi inquina paga>.
In merito all’elusione e all’evasione delle tasse locali segnalo che il Comune di Genova ha da tempo avviato un’intensa attività di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza per rispettare gli equilibri finanziari, incrementando i numeri delle entrate a discapito degli evasori, ed in ossequio al principio dell’eguaglianza sostanziale, presente nella Costituzione Italiana. Resta da prendere in esame l’ordinanza 5940 della Corte di Cassazione, in data Febbraio 2022 che è intervenuta in tema di sconto sulla TARI. Secondo quanto chiarito, i contribuenti hanno diritto a pagare le tasse sui rifiuti in misura minore o addirittura ad una decurtazione se il servizio non viene svolto regolarmente o non viene svolto affatto. E lo sconto sulla TARI spetta a prescindere dalla previsione del regolamento comunale. Si tratta infatti di una riduzione della tassazione e non si evidenzia quale indennità a titolo di risarcimento del danno né costituisce una sanzione <sui generis> nei confronti dell’azienda municipalizzata inadempiente. C’è ancora da sottolineare che l’aumento mal digerito della tassa sulla spazzatura è anche mal distribuito. In particolare sono indispettiti i gestori dei bar savonesi per le nuove tariffe TARI. La giunta ha deliberato un aumento medio del 4,5% che viene a pesare sulle famiglie ed un rincaro del quasi 10% sui bar. Per altre attività commerciali, come cinema, stabilimenti balneari o ristoranti le tariffe restano invariate o ci sono riduzioni. Ad esempio per un ristorante di 171 metri quadrati passa da 3.605 euro a 3.384, al contrario di quanto avviene per la maggior parte delle abitazioni private.
“Vorrei sapere come è stata decisa questa distribuzione degli aumenti- spiega Pasquale Tripodi– della Fipe Confcommercio– con una città sempre sporca, cassonetti pieni e aumenti dell’energia. Come gestori dei pubblici esercizi cerchiamo di collaborare, stiamo attenti a differenziare bene. Ma così siamo penalizzati”.
I rincari peseranno, anche se in percentuale ridotta, su buona parte delle famiglie già alle prese con i rilevanti rincari delle bollette elettriche e del gas. “Visto che si doveva aumentare la TARI del 4,5% -dice Roberto Giannecchini di Confabitare– perché non è stata distribuita equamente? Le famiglie risentono della crisi e anche i piccoli aumenti, pesano. E poi abbiamo anche grossi dubbi sulla raccolta differenziata che verrà fatta forse dal prossimo anno, in base ai programmi dell’amministrazione. Penso ad una persona anziana, che dovrà mattere fuori casa mastelli pesanti con i rifiuti o i casi dei palazzi con trenta famiglie e una rassegna di contenitori di rifiuti sui marciapiedi. Il porta a porta secondo noi, non funziona come metodo”.
Infine Sat Servizi Ambientali e Iren Ambiente hanno presentato ricorso contro l’esito della gara per la privatizzazione del 49% di Sea-s Srl . A Febbraio u.s. sono state aperte le buste contenenti le offerte economiche e si sono aggiudicate l’assegnazione temporanea Egea Docks Lanterna e Idealservice. Potrebbero allungarsi i tempi per il passaggio della gestione al servizio di igiene urbana alla Newco. Lo stato della procedura non preoccupa per il momento ATA già pronta ad arrivare con il servizio a fine anno. “Ci eravamo già organizzati per sicurezza, per arrivare a fine 2022 -rassicura l’amministratore delegato Luca Tapparini- Se l’iter del ricorso procede rapidamente non ci saranno difficoltà per noi. Se la procedura dovesse allungare i tempi notevolmente è prematuro valutare gli scenari”
Un altro problema da risolvere, sul tavolo del sindaco Russo è quello della riqualificazione di via Fontanassa. In merito, i consiglieri della minoranza Massimo Arecco e Renato Giusto, presenti nel Consiglio Comunale di Savona hanno fatto un’interpellanza al primo cittadino per conoscere quante famiglie di nomadi siano ancora presenti in via Fontanassa e in quali condizioni igieniche e di sicurezza, vivano. Anche questo è un problema che si trascina da tempo e ha creato più di una polemica nello scorso mandato amministrativo. Uno degli ultimi atti esecutivi dell’ex-sindaco Ilaria Caprioglio era stato quello di dare il via alla demolizione di alcune baracche abusive nel campo succitato, con la successiva ricollocazione in alloggi popolari di alcuni abitanti. Diverse casette di legno e di lamiera però sono rimaste al loro posto.
Il regolamento comunale prevede però che nel 2022 il campo debba essere chiuso definitivamente per lasciare spazio ad un parcheggio a disposizione della struttura sportiva. “Negli Anni Novanta-spiegano i due consiglieri di minoranza- l’allora amministrazione comunale spostò l’area nomadi da Corso Mazzini a via Fontanassa nei pressi del campo d’atletica, creando nel contempo, in detto sito, un’area attrezzata per la sosta dei carriaggi, da destinare alla popolazione nomade savonese. Sempre al Comune di Savona competono le attività, atte a favorire la corretta inclusione sociale di tutti, comprese le popolazioni di origine nomade. Nella fattispecie, quella savonese è di origine Sinti. Durante la precedente amministrazione era stato dato avvio ad una forma di collaborazione fra tutti gli uffici comunali con il compito di verificare le condizioni dei residenti in via Fontanassa, ove hanno sede le popolazioni originariamente nomadi, insediate da anni nel territorio comunale savonese e conseguentemente di riformulare una nuova proposta regolamentare che contemplasse le esigenze legate all’attuale insediamento abitativo ed allo sfruttamento dell’area in maniera più consona alle reali esigenze della città, dettate anche da un rilevante complesso sportivo, la cui area, occupata ad oggi interamente dalla succitata popolazione, era già stata creata a completamento delle esigenze del predetto complesso sportivo”.
Ancora hanno precisato i consiglieri di Fratelli d’Italia: “A seguito dell’attività degli uffici nel tempo, si era reso necessario, stante le precarie situazioni di sicurezza in cui versava l’area, addivenire ad un’ordinanza contingibile ed urgente al fine di garantire la legittimità dell’occupazione e la sicurezza degli occupanti con lo scopo principale della salvaguardia della salute e della tutela delle persone con particolare riguardo ai minori. E non restava che addivenire alla dismissione dell’area in questione ed alla programmazione di una diversa allocazione ed integrazione dei nuclei familiari, autorizzati al momentaneo utilizzo dell’area citata, data comunque la precarietà abitativa delle strutture mobili autorizzate, entro il 31/12/2022, salvo eventuali proroghe per obiettive difficoltà tecnico-amministrative o per altro gravi motivi, motivatamente deliberate dalla Giunta Comunale ed adottate con provvedimento sindacale ”.
I due consiglieri del partito di Giorgia Meloni hanno proseguito così: “Si era ritenuto necessario, oltre a stabilire regole di gestione e di convivenza all’interno dell’area in parola e di sottoporre l’autorizzazione alla sosta ad un titolo concessorio oneroso, rivedere l’impianto normativo preesistente alla luce della necessità di addivenire nel tempo alla completa restituzione dell’area ad un suo utilizzo interamente asservito al vicino campo di atletica”.
Così concludono Massimo Arecco e Renato Giusto. “Era stato approvato in Consiglio Comunale il nuovo regolamento per l’utilizzo e la gestione dell’area di sosta in via Fontanassa a Savona, adibita attualmente ad ospitare le famiglie di origine Sinti”. E chiedono quindi al sindaco Russo di “conoscere quante famiglie attualmente vivano ancora nell’area; la tempistica con cui l’amministrazione prevede di completare la definitiva allocazione ed integrazione dei nuclei familiari, autorizzati al momentaneo utilizzo dell’area in questione e la tempistica e le modalità con cui pensano di completare la risistemazione integrale dell’area, per renderla disponibile con destinazione d’uso compatibile con le reali esigenze della città, dettate anche dalla presenza di un complesso sportivo”.
Gianfranco Barcella