Una villa blasonata nella quale è passata la storia evocatrice di bei tempi andati con feste e balli, ma anche di stivali di soldati e di motori di macchine usate in guerra, laddove il destino dell’uomo più ricco d’Italia si incrocia con quello di un grande funambolo del circo ed un fantasma: il suo che aleggia su tutto l’abbandono e l’oblio.
di Enrico Pelos
Un dei Luoghi Abbandonati più affascinanti che ho visitato, in buona compagnia esplorativa con Luciano un caro amico UrbEx, è stata una villa blasonata e maestosa dimora storica conosciuta sotto diverse denominazioni: Villa Minetta o Villa Raggio, Villa della barca, Villa delle SS o Villa di Caronte… Ma l’appellativo per cui è di gran lunga più famosa è quello di Villa del Vinaio (presso gli UrbEx…) per le sue capienti cantine con una grande quantità di bottiglie di vino in essa accatastate e custodite e che vennero lasciate da una delle famiglie che la acquistarono.
Questa denominazione sottolinea il fatto che certi luoghi abbandonati suscitano emozioni diverse a seconda di chi le ha abitate, delle persone che qui hanno vissuto e sognato, delle storie che con le loro radici rimangono per sempre in certi luoghi e degli avvenimenti accaduti con tutte le loro suggestioni e fascinazioni esperienziali.
La villa venne fatta costruire nel 1906 dal Conte Edilio Raggio (Genova, 15 luglio 1840 – Novi Ligure, 22 ottobre 1906) della nota e famosa famiglia di origine genovese che ebbe come capostipite Carlo Raggio e che aveva grandi proprietà soprattutto in Liguria ed in Piemonte ed in particolar modo nel Genovesato e a Novi Ligure.
Questa cittadina che, come indica il nome era un tempo Ligure, apparteneva in passato alla Repubblica di Genova. Curiosamente prese il suffisso “Ligure” al suo passaggio al Piemonte, che avvenne con regio decreto dell’11 gennaio 1863 e promulgato proprio per rimarcare il solido legame con la Liguria e il suo capoluogo.
Il Conte Raggio si laureò in giurisprudenza, diventò avvocato parlamentare del Regno d’Italia ed esercitò nel collegio di Novi Ligure per 30 anni circa. Egli fu molto attivo ed ebbe innumerevoli e variegati interessi ed iniziative tra le quali: fondò le “Acciaierie di Cornigliano”, fondò la prima “Carbonifera Industriale Italiana” di Novi nella quale si producevano mattonelle di carbone per le ferrovie, creò il grande “Cotonificio Ligure Napoletano” a Napoli ed altri stabilimenti minori nel Novese e nell’Ovadese, fu azionista della “Alti Forni e Fonderia” di Piombino. Nel 1880 fu socio fondatore della “Siderurgica di Savona”; nel 1892 presiedette l’esposizione universale. Fu il primo in Italia a far installare il “treno a lamiere” nella sua Ferriera di Sestri Ponente. Fu armatore navale e proprietario di piroscafi che trasportarono molti dei migranti italiani che, attraversando l’oceano, andarono in cerca di fortuna nelle Americhe. E fu sempre lui che organizzò per primo la navigazione postale e carbonile transoceanica. Egli fu consigliere di amministrazione, nonché membro della commissione finanziaria, dell’Elba (1899-1903).
Per quanto concerne le proprietà immobiliari la Famiglia Raggio aumentò la sua fama quando si fece costruire a fine Ottocento un castello a Cornigliano edificato in stile liberty e molto simile al castello di Miramare a Trieste. Esso era costato 760 mila lire. La villa di Novi poi fu anch’essa dotata di una filanda per dare lavoro a molte persone del luogo.Egli è soprattutto ricordato, non a caso dopo quanto elencato sopra, per essere stato allora l’uomo più ricco d’Italia. Alla sua morte venne calcolato che la fortuna ammontasse a ben oltre i 200 milioni di lire in contanti senza contare le azioni e le proprietà immobiliari.
La famiglia Raggio però lasciò anche un buon ricordo presso i novesi e furono molto benvoluti in quanto seppero utilizzare le loro risorse anche con molta munificenza: Edilio Raggio contribuì alla nascita dell’ospedale di Novi, con una donazione molto cospicua per l’epoca ed il figlio alla sua morte, per onorarne la memoria, volle riscattare tutti i debiti dei novesi al Banco dei Pegni per citare solo alcuni esempi.
Da Villa Minetta passò la storia con il suo passato importante fatto di avvenimenti e grandi personaggi. Essa ospitò infatti il Re d’Italia il 7 settembre 1877 ed il Principe Umberto di Savoia per citare i più illustri.
La famiglia Raggio abitò nella villa fino al 1930, anno in cui decisero di trasferirsi in un’altra proprietà. È quella la data che segnò l’inizio della progressiva decadenza cambiando diversi proprietari dalle alterne fortune. Essa, infatti, venne acquistata da Giovanni Palmiri della notissima famiglia di Circensi anche perchè sua moglie Mafalda Colin era proprio originaria di Novi. Giovanni Palmiri aveva un fratello e due sorelle ed insieme formarono i cosiddetti “acrobati folli” per i loro numeri eseguiti in tutta Europa dagli anni ’30 ai ‘50. Erano famosissimi e Giovanni lo era anche per un suo numero di alta acrobazia dove si dondolava sulla punta di una canna di bambù alta 50 metri lasciando senza fiato gli spettatori di tutte le piazze italiane
Arrivò poi la Seconda Guerra Mondiale e la villa divenne la sede del Comando Supremo delle Forze armate naziste delle SS e dei GAL (Gruppo Armate Liguria) costituiti da unità italiane e tedesche. Con il volgersi degli eventi bellici arrivarono poi ad occuparla gli alleati e venne adibita anche a rifugio per molta della popolazione sfollata che era rimasta senza dimora.
Giovanni ricevette il soprannome di ‘Diavolo Rosso‘, grazie soprattutto ai suoi spettacoli eseguiti nel 1947 nel cielo di Milano appeso al trapezio – e per questo fu anche soprannominato “Trapezio volante” – agganciato ad un aereo. Fu nel 1935 che Giovanni Palmiri ideò l’acrobazia conosciuta come ‘bilancia della morte‘. Egli aveva eseguito i suoi numeri innumerevoli volte fino a quel giorno del 1949. Durante l’esecuzione forse per un piano bagnato e sdrucciolevole precipitò da un’altezza di 20 metri. La caduta gli risultò fatale e non ci fu nulla da fare per salvarlo. Quando poi la famiglia Palmiri decise di vendere la villa, essa venne acquistata dalla famiglia Spinoglio. Essi fecero diversi lavori innovativi: costruirono una piscina, un campo da tennis con saune e spogliatoi, un limoneto e le cantine con la grande raccolta di bottiglie di vino.
Villa Minetta è disposta su 5 livelli. La sua costruzione fu caratterizzata dai suoi colori simbolo, il bianco ed il rosa. In tutto l’edificio è un susseguirsi di eleganti stanze e di imponenti e sontuosi saloni delle feste che, grazie ad un gioco di porte, divenivano un unico grande ambiente per ricevimenti in un rincorrersi di ambienti luminosi arricchiti da colonne e capitelli, volte e pareti affrescate, stucchi e decorazioni, arredi di pregio, e poi ancora fregi, vetrate, marmi, affreschi etc… Stupende le colonne ed il soffitto dell’ingresso. All’esterno la villa fu abbellita con stucchi, rilievi, colonne e statue diverse che anche in cotto fanno capolino dalle nicchie. Furono installati tetti finestrati con un’alternanza cromatica molto ben giocata a creare un tutt’uno con l’ambiente circostante. Infatti, essa è situata in un contesto paesaggistico di pregio con un grandioso parco di 6 ettari corredato al tempo con piante ricercate e secolari, prati all’inglese bordati da cespugli fioriti, camminamenti e percorsi che conducono a sorprendenti giochi d’acqua.
Negli anni che seguirono anche gli Spinoglio andarono incontro a problemi finanziari e la villa venne quindi messa all’asta. Si cominciò nel 1997 allorquando la prestigiosa casa d’aste Ponte organizzo la vendita all’incanto di tutti gli arredi della villa. Fu acquistata nel 2004 per 900 mila euro dal gruppo di Valter Marletti, imprenditore del settore automobilistico. Marletti che fu anche presidente della squadra locale U.S. Novese ed era deciso a recuperarla. Infatti, avrebbe voluto ristrutturarla e mise a disposizione 20.000.000 di euro per fare una beauty farm con atterraggio di elicotteri. Avrebbe voluto anche trasformarla in un hotel a 5 stelle con relative abitazioni di lusso ma finì in bancarotta.
Si cercarono allora nuovi acquirenti e, narrano le cronache, che fosse interessato all’acquisto Mohamed Al Fayed il facoltoso uomo d’affari amico di Diana d’Inghilterra e con la quale voleva trascorrere dei periodi di vacanza in Italia. Sembra che l’acquisto fosse ormai vicino alla conclusione della trattativa che si aggirava intorno alla cifra di 15 miliardi di Lire. Ma oggi sappiamo come la storia dispose diversamente per il destino della coppia.
In seguito qualche giornale riportò che fosse interessato al suo acquisto anche il famoso calciatore Ronaldo che però, proprio per la sua professione che lo porta in altri paesi e nazioni, decise per altre squadre lontano dall’Italia e verso altre residenze. Nel frattempo, era già iniziato il suo periodo di vero abbandono dove molti degli antichi stucchi e splendori sono spariti. Così come le porte in legno pregiato. Ladri vari hanno portato via quasi tutto ciò che conteneva, compreso i marmi dei caminetti e completando l’opera scardinando via anche gli stipiti e portando via i velluti rimasti. Altri portarono via i marmi ed i pavimenti. Altri ancora se ne approfittarono chi portando via una porta, chi piastrelle, chi i sanitari, parti di muri etc. I vandali ci hanno poi messo del loro nel completare l’opera di degrado.
Le scuderie, l’unica parte della villa visibile dalla strada sono state anch’esse oggetto di furti diversi. Ognuna delle decine di stanze un tempo era riscaldata da un caminetto di cui ora resta solo un buco e chissà ora gli antichi arredi quale casa adorneranno… Molti degli stucchi e delle decorazioni che abbellivano le volte sono precipitati sul pavimento. I parquet di legno del salone delle feste sono marci e ammuffiti. I ladri si sono presi anche i cavi del vecchio impianto elettrico e su tutto regna ora lo sporco e la desolazione. La cosa curiosa è che rimasero centinaia di bottiglie molte delle quali ancora chiuse. Saranno destinate anch’esse ad una lenta ma inesorabile sparizione?
La scalinata con la balaustra di marmo come le colonne non erano riuscite ancora, al tempo delle fotografie, a depredarle. Resistono ma fino a quando? All’interno della villa il tetto bucato fa colare acqua fino all’ultimo piano. Le stanze che ospitarono il futuro Re d’Italia oggi sono rifugio di animali diversi quali ratti e piccioni.
Il parco è ormai in abbandono e nella fitta boscaglia si intravedono appena le antiche decorazioni e le essenze di pregio. Nell’acqua torbida della piscina nuotano e volteggiano varie tipologie di UFO “Unidentified Flying Organisms” ovvero “Organismi volanti non identificati” che possono andare forse da specie diverse di zanzaroni a libellule giganti et similia. La storia che riguarda più da vicino i giorni nostri si arricchisce nel 2021 di una nuova messa all’asta – altre precedenti erano andate deserte, con il prezzo base di 375.000€. Sembra che sia stata aggiudicata ad un avvocato di Ancona che ha acquistato la villa all’asta, partecipando per via telematica, per poco più di 280.000€ per un suo cliente. Una cifra relativamente bassa se paragonata a certi bilocali sul mare delle Riviere Liguri per i quali viene chiesto anche molto di più a seconda delle zone. Il fatto è che alla cifra di acquisto va aggiunta una grande somma per una ristrutturazione che potrebbe costare milioni di euro.
Un luogo abbandonato che abbia una certa reputazione non può esimersi dall’avere la sua bella storia di fantasmi. Vera o presunta in un modo o nell’altro fa sì che se ne parli e che muova un flusso turistico vuoi di curiosi o di veri appassionati UrbEx o più ancora di appassionati di fantasmi che passano anche delle notti con strumentazioni onde “registrare” le eventuali “voci” o rumori più o meno interessanti o veritieri o frutto di suggestioni…
Certo è che girando tra le sue stanze si hanno comunque strane sensazioni in quanto è tutto un sibilare del vento tra le finestre, che ancora sono rimaste, ed il tetto sfondato che emette scricchiolii sinistri sotto le pressioni statiche che vanno via via indebolendo le strutture.
Chiudendo gli occhi e con un po’ di immaginazione si potranno anche sentire le note di balli dell’epoca, quando la villa ospitava feste importanti, quando la musica degli anni 30 faceva ballare le molte persone del bel mondo di allora, tra una musica alla Lili Marleen e un Boogie Woogie. Potrebbero sentirsi le note del “Ballo Excelsior” del grande compositore e musicista novese Romualdo Marenco (Novi Ligure, 1º marzo 1841 – Milano, 9 ottobre 1907). Potrebbero affacciarsi da una delle tante porte le figure di nobili eleganti intenti nelle danze con cappelli a cilindro e donne bellissime. Si potrebbe immaginare di vedere arrivare le macchine da parata tirate a lucido dagli attaché dei vari capi politici o le più sportive jeep dell’esercito americano alla fine della guerra. Poi senti un rumore, apri gli occhi, ed un’ombra che fugge ti riporta alla realtà.
Poteva poi mancare qualche rappresentante dello spettacolo che non ci vedesse qui un bel set cinematografico già immaginato o ripreso dai molti UrbEx armati di cineprese, action cam o telefonini? Certo che no. E infatti qualcuno che pensasse di farne delle riprese a livello di distribuzione a cinema e tv si trovò immerso nelle brume delle nebbie della campagna circostante ed arrivò anche da lontano. Fu dall’Olanda, infatti, che una troupe olandese arrivò per girare un bel lungometraggio su zombie e fantasmi.
Tornando ai giorni nostri è auspicabile che il nuovo proprietario sia presto in grado di iniziare dei lavori di recupero, e riesca a riportare la villa ad un nuovo e rinnovato splendore dato che è sopravvissuta con le sue meraviglie attraverso due guerre mondiali ed arrivata ai giorni nostri “acciaccata” ma abbastanza indenne nelle sue strutture principali. La villa è sotto vincolo della sovrintendenza delle belle arti e speriamo che possano adoperarsi per il recupero prima che il tempo non la trasformi in un fantasma del passato che, per quanto glorioso, potrebbe svanire con essa…
In questa villa ho fatto anche delle riprese video che ho montato con della mia musica e che è visibile su youtube al link https://youtu.be/yVgpcD3xz7k del mio canale youtube https://www.youtube.com/enricopelos
Enrico Pelos
NOVI LIGURE – Messe “cum Organo” del 30 aprile e del 1 maggio
Sabato 30 aprile alle 18 nell’Oratorio della Maddalena a Novi Ligure il maestro ANDREA VERRANDO, neolaureato del Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, eseguirà all’interno della Messa la Toccata del secondo tono di B. Pasquini (1637 – 1710), la Toccata per l’Elevazione di G. Frescobaldi (1583 – 1643), l’ Elevazione di Anonimo (XVIII secolo) e la Fuga in C BuxVW 174 di D. Buxtehude (1637 – 1707).
E’ un’occasione per ascoltare le sonorità del prezioso strumento dell’Oratorio, costruito da Bernardo Poncini di Parma nel 1742, unica opera di questo famoso organaro nella provincia di Alessandria. Il giorno seguente, domenica 1 maggio sempre alle 18, FABRIZIO MIGLIETTA suonerà per la liturgia del giorno nella chiesa del Carmine di Alessandria, al grande organo Lingiardi- Marin, brani di G.F. Händel (Introduzione in SIb Maggiore ), J.S Bach ( Corale in Re Maggiore trascritto dalla “Passione secondo Giovanni”), C. Franck ( Andantino in Lab maggiore) e di C. Rinck ( Sortie in RE Maggiore ). L’iniziativa si avvale dell’organizzazione degli Amici dell’Organo e del sostegno della Fondazione CRAL.