Il libro: Diario di un uomo che ama la vita. Memorie di un guarito dal Covid. Autore Gianfranco Barcella. Insegnante in pensione di Savona e scrittore. Editore da Rossini.
“Diario di un uomo che ama la vita” è un romanzo, fresco di stampa, di Gianfranco Barcella, in forma diaristica che narra la vicenda di un medico-pediatra, ottantenne, ormai a riposo.
Viene ricoverato all’ospedale San Martino di Genova e riesce a vincere il covid-19, che lo ha infettato dopo aver dedicato tutta la sua vita ad aiutare la vita, stessa proprio dal suo nascere. La malattia viene accolta come un’ingiusta condanna e tiene un diario, giorno dopo giorno come memoria difensiva nei confronti della morte che lo incalza. La narrazione inizia il 21 Marzo 2020, data molto simbolica del risveglio della vita a Primavera, e scandisce appunto, passo dopo passo, il suo cammino, ricco di inciampi, verso la guarigione. Il suo, è’ stato un calvario lento e doloroso perché si ritrova a combattere con un nemico sconosciuto, forte solo del suo tempo e del suo infinito amore per la vita, sempre concepita come essenza di futuro e ricerca del meglio per aiutare i bambini sofferenti, grazie alla scienza che nel suo caso, pare disarmata. Durante il suo ricovero ospedaliero, da paziente, ha tutto il tempo per affrontare compiutamente, per la prima volta, il problema del dolore e della morte. Pian piano la sua esistenza perde la sua dimensione di visione onirica, proiettata nel futuro per <impaludarsi> nel sensus finis e in Dio <il problema dei problemi>, ancora insoluto, che stenta a venirgli in aiuto.
Da medico cerca di affidarsi alla sua cultura scientifica per rimandare l’incontro con la fine del suo tempo terreno che a suo dire, lo priverebbe di tutto: la memoria, gli affetti familiari, il tempo ampio e multicolore dei sogni, gli occhi sempre spalancati sul giardino della Natura e il mistero ammaliante della bellezza. Giorno dopo giorno si convince che se esiste un Dio provvidenziale deve aver delegato a Madre Natura, Madre Crudele, il compito di regolare per sempre, le vicende delle sue creature, ma nell’intimo vuole coltivare l’idea che anche sull’orlo del naufragio fatale si debba sempre coltivare la speranza di salvezza. Si convince che la vita possa offrire sempre l’opportunità di tracciare una nuova rotta per riprendere la navigazione anche in tempo di sofferenza ch’è periodo di burrasca.
E proprio sull’ala del dolore la sua anima risale a Dio e guarisce non solo nel corpo ma anche nello spirito. Intercede per lui la Madre Celeste ed in particolare, la Madonna di Misericordia di Savona come miraggio di luce che penetra nell’ombra di ogni mistero e lo rischiara. Nei momenti di vicinanza alla Madonna anche il suo fardello ha cominciato a tramutarsi in gioia. E’ stato come un custodire la speranza nel tempio dell’amore più puro e più bello, quello della Madre Celeste, modello di dedizione assoluta per le Sue creature.