Era il 29 settembre 2011. Il Settimanale l’Espresso (all’epoca 400 mila copie) pubblicava un’inchiesta-reportage, a firma di Marco Lignana, titolando: “La guerra dei doppi ospedali. Il caso Liguria: due centri a 12 km. Con costi che lievitano per pressioni politiche. Ma va così in mezza Italia. A Pietra Ligure il grande ospedale è punto di riferimento del ponente. Ma hanno costruito un doppione, a Albenga”.
Cinque pagine dove spiccava la foto dell’allora ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ora sindaco di Garessio e altra foto della nuova radiologia diagnostica dell’ospedale di Albenga. Una terza foto, l’allora sindaco Rosy Guarnieri e la notizia che “aveva riunito i primi cittadini di altri 20 piccoli comuni del circondario per difendere il suo ospedale. E nessuno vuole dispiacere il proprio elettorato, né veder sparire il personale dal proprio ospedale. La riorganizzazione sanitaria, ieri come oggi, è diventata subito lotta di campanile. E intorno alla rivolta dei sindaci si è cimentata una maggioranza trasversale forte del sostegno dei consiglieri regionali di centro sinistra eletti a Savona, Nino Miceli del Partito democratico e Stefano Quaini dell’Italia dei Valori. Tanto che la maggioranza di Burlando ha deciso di rinviare il provvedimento, usando come scusa l’emergenza estiva che decuplica il numero dei residenti. …..Scajola e Burlando che uniti andarono avanti fino all’inaugurazione solenne del nuovo ospedale nell’ottobre 2008. Peccato che a 12 km, percorribili su due strade diverse (Autofiori e via Aurelia) o con il treno, c’è il Santa Corona. Che è un grande ospedale ‘hub’ nel linguaggio tecnico che ricalca quello aeroportuale, con tutti i pregi e i difetti della vecchia impostazione fatta di padiglioni. Alcuni vecchi, sporchi e fatiscenti. E’ però l’unico in tutta la Liguria, insieme al San Martino, ad avere il massimo di attrezzature e personale che un pronto soccorso possa offrire…”
“Al Santa Corona, rimarcava il servizio giornalistico, c’è un Trauma Center di assoluta avanguardia. Non dovrebbe nemmeno esistere competizione con il pur moderno e pulito, ma piccolo ospedale di Albenga. Eppure tra le due strutture è in atto una guerra. Una delle tante faide di campanile scatenate in tutta la Penisola dall’esigenza di razionalizzare la rete ospedaliera, aggravata oggi dai tagli alla sanità….Ma il conflitto che oppone Albenga e Pietra Ligure è una vicenda che permette di leggere in filigrana la commedia degli equivoci che va in scena in molte zone del Paese. Quello di Albenga è un ospedale nuovo di zecca, costato oltre 50 milioni di euro e voluto dal vecchio asse di potere regionale che univa il ministro Claudio Scajola al governatore Sandro Biasotti. Il tutto nonostante si trovasse ad una manciata di chilometri da munitissimo centro di Pietra Ligure. Appena un anno dopo dall’apertura è arrivato l’ordine di ridimensionarlo.
Colpa del taglio di 142 milioni al fondo sanitario regionale nel biennio 2010 – 2011, Troppi soldi vengono così a mancare, in questa Liguria che nel capitolo salute ha conti in bilico. L’attuale giunta di centro sinistra guidata da Burlando ha cominciato la caccia ai risparmi. Ecco allora il primo passo, pensano il governatore e l’assessore Claudio Montaldo: declassare il pronto soccorso di Albenga a punto di primo intervento.
Visto che i pazienti più gravi già oggi finiscono a Pietra Ligure, tanto vale depotenziare il vicino pronto soccorso del Santa Misercordia che come punto di primo intervento non avrebbe bisogno di medici specializzati, anestesisti e addetti alla diagnostica reperibili 24 ore su 24. Figure, tra l’altro, carenti ad Albenga. In realtà la trasformazione è solo l’inizio di una riorganizzazione generale che vorrebbe trasformare radicalmente le due realtà, oggi unite sul piano amministrativo nel Presidio ospedaliero di Albenga-Pietra Ligure. In Regione però non hanno fatto i conti con la reazione del territorio. Con l’agguerrita sindaco leghista di Albenga”.
Aggiungiamo noi. Negli anni sono arrivati (nell’ospedale di Albenga), i privati. Quella Sanità, a Spa e Srl, che la dicono lunga sugli ingenti interessi in campo ad opera di imprenditori lombardi (e inizialmente savonesi) in stretta sintonia con la corte berlusconiana. E non è neppure da sottovalutare che il depotenziamento costante della Sanità pubblica abbia finito per incentivare la imponente fuga verso strutture private- convenzionate della Lombardia e del Piemonte. Ma anche l’esplosione di ambulatori privati il cui fatturato ha raggiunto somme che fanno gola a tanti (con centinaia di camici bianchi) e una serrata concorrenza sui tariffari.
Alla fin fine a pagare sono sempre i cittadini, pazienti e degenti. E quelli che possono permettersi di mettere mano al portafogli volenti o nolenti. Nella realtà vissuta hanno depotenziato Albenga e il S. Corona, non se la passa meglio, sotto molti aspetti, il San Paolo di Savona. Immolati dall’avanzare e dal business di un neppure misterioso ‘grande vecchio’ che risponde soprattutto ai nomi dell’ élite lombarda della Sanità privata. A Imperia vorrebbe insediarsi invece un altro gruppo imprenditoriale che a quanto pare non avrà più campo libero. C’è lo stop del presidente Toti.
Ad Albenga e nel suo comprensorio si è ripreso a combattere (con una giunta di centro sinistra che guida la rivolta) e non sempre si fa tesoro della memoria storica, dell’archivio stampa, affinchè tutti i cittadini siano compiutamente informati da un’informazione (tv incluse) che forse mantiene lacci e laccioli. E sempre in attesa, sveleniamo il clima, anche del Tapiro di Striscia la Notizia.
COMUNICATO STAMPA – Comitato Pro Ospedale: “Grave che il Presidente Toti ci definisca ignobili”. Il Comitato, infine, lancia per i prossimi 23 e 24 aprile un’altra iniziativa: una lenzuolata. Le ultime esternazioni del Presidente della Regione Liguria e assessore alla sanità Giovanni Toti non lasciano indifferenti i rappresentanti del comitato spontaneo pro ospedale, gli amministratori comunali di maggioranza e i cittadini.
Affermano gli amministratori di maggioranza del Comune di Albenga: “Il Presidente Toti non può permettersi di definire ignobili i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e tutti gli Amministratori che si sono battuti e si continuano a battere per la tutela della sanità pubblica. Sui palchi delle manifestazioni di Albenga e Cairo Montenotte sono saliti i sindaci di ogni posizione politica provenienti da tutto il comprensorio. Forse il Presidente Toti, non avendo mai fatto l’amministratore locale, non sa che i sindaci non sono in cerca della medaglietta da mettersi sul petto, ma vogliono esclusivamente il bene della propria città, dei concittadini e del comprensorio”.
Nella serata di ieri martedì 19 aprile si è inoltre riunito il comitato spontaneo pro ospedale che unanimemente fa sapere: “Troviamo veramente grave, offensivo e inaccettabile che il Presidente della Regione Liguria dopo aver definito “egoisti, irrazionali, strumentalizzati” il Sindaco di Albenga, Sua Eccellenza Monsignor Vescovo, i rappresentanti locali delle istituzioni, le Associazioni culturali, sportive e di volontariato e migliaia di cittadini abbia ultimamente rincarato la dose aggiungendo ultimamente l’aggettivo “ignobili”. E questo semplicemente perchè cercano di difendere con decisione la salute e la vita dei loro concittadini. Non lo fanno certo per “appiccicarsi una medaglietta al petto” come sostiene Giovanni Toti. I volontari non ne hanno bisogno: conoscono la gratuità del donare. Non hanno interessi oscuri da portare avanti. E trovo ancora più grave la sudditanza di coloro che, in Regione, anziché difendere le loro Comunità approvano la scellerata politica sanitaria del Presidente, che ufficialmente sostengono e magari in forma privata criticano.”
Quanto è emerso nella serata di ieri, inoltre, è il pieno appoggio al sindaco di Albenga Riccardo Tomatis che ha portato in consiglio le istanze condivise con tutto il territorio e l’intento unanime di continuare a battersi in favore dell’ospedale di Albenga attraverso iniziative, iniziative istituzionali e incontri.
Il sindaco Riccardo Tomatis a tal proposito ha inoltrato al Presidente Toti la richiesta ufficiale di ottenere un incontro personale volto a riaprire una finestra di dialogo che possa portare a ulteriori chiarimenti e a possibili soluzioni condivise. Il Comitato pro ospedale, infine, lancia per i prossimi 23 e 24 aprile un’altra iniziativa: una lenzuolata. Si invitano cioè tutti i cittadini ad esporre un lenzuolo bianco o un cartello o uno striscione a favore dell’Ospedale e per la tutela della sanità pubblica alla finestra o al proprio balcone per richiamare l’attenzione sulla necessità di far riaprire il Pronto Soccorso ingauno.
IL COMUNICATO DEL PD –
Ivano Mallarini Segretario circolo PD Albenga: “La minoranza ingauna vuole sfasciare il fronte della protesta per l’ospedale. A valle dell’intervento di Toti nella conferenza dei sindaci tenutasi ad Albenga, nella quale il governatore ha fatto comprendere palesemente a tutta la cittadinanza la completa assenza di programmazione e di idee per la sanità del nostro comprensorio, si è risvegliato un importante movimento di cittadini che ha portato ad avere 7000 cittadini in piazza ad Albenga e 4000 a Cairo Montenotte.
La protesta è legata ovunque da un filo comune: il malcontento sulla gestione della sanità è diffuso in tutta la provincia, se non davvero in tutta la regione. La protesta degli albenganesi che chiedono a gran voce la riapertura del pronto soccorso è legata alla protesta di Cairo Montenotte per il ristoro della funzionalità del loro ospedale ed a quella di Pietra per la riapertura del punto nascite.
Purtroppo nello scorso consiglio comunale abbiamo assistito ad una brutta operazione portata avanti dalla minoranza ingauna, nelle persone di Ciangherotti, Calleri, Porro e Distilo, che ha tentato di sfasciare questo fronte comune che si è formato contro l’attuale amministrazione regionale. Non dobbiamo infatti dimenticarci che Ciangherotti e Distilo erano candidati alle regionali proprio a supporto del governatore Toti
Per fortuna l’amministrazione di Albenga a guida Riccardo Tomatis ha dato nei giorni scorsi indubbia dimostrazione di responsabilità e coerenza verso i cittadini non solo della città ingauna ma di tutto il ponente savonese ed ha salvato il fronte comune della protesta che ora può continuare più forte di prima ed arrivare in regione.
Sarebbe opportuno però che questo senso di responsabilità d’ora in poi venisse anche portato avanti dai consiglieri di minoranza, soprattutto da Diego Distilo, presidente sempre in carica del consiglio comunale (anche se aveva dichiarato più volte l’intenzione di lasciare ma la poltrona…) il quale ha abbassato il livello della discussione a quello di una rissa per cercare di affossare il fronte di una protesta che non lo vede protagonista, anzi!
Ciò che ci lascia perplessi è la nonchalance con la quale la seconda carica del Comune di Albenga renda per l’ennesima volta pubblico il suo pressochè nullo rispetto non solo per le istituzioni (già appurato più volte) ma anche nei confronti dei cittadini. Distilo dovrà infatti prima o poi spiegare agli Albenganesi che valore reale hanno le firme che sta raccogliendo, senza alcuna autenticazione. Una grande operazione di maquillage senza alcun valore reale per non perdere la faccia davanti ad una protesta ed una lotta nella quale non crede.
Piuttosto Distilo spieghi ai cittadini di Albenga e di tutta la provincia perchè ha preso le distanze dalla Marcia per l’ospedale?? Spieghi ai cittadini perchè ha detto in consiglio comunale che “non c’è il pronto soccorso ma lui non è ancora morto”. Molte persone si sono offese per quelle frasi e ne hanno ben donde!
L’auspicio è di non dover più sentire insulti rivolti alle cariche comunali perchè si insultano le persone quando sono finiti gli argomenti. E Diego Distilo, insieme alla sua “Aria nuova per Albenga”, gli argomenti li ha finiti da tempo ed ha iniziato una campagna denigratoria che di bene alla città ed al nostro turismo non porterà nulla.
COMMENTI SOCIAL SUL ‘PRONTO SOCCORSO’ –
Mario Mesiano – Ieri pomeriggio è partita un’ambulanza da Arnasco (per chi non sapesse primo entroterra Albenganese, 12 km solo per arrivare ad Albenga più il resto) senza sapere chi trasportasse ed il motivo Il mio unico pensiero è stato che dovesse arrivare fino a Pietra Ligure con 24 km di coda in autostrada e traffico congestionato sulla via Aurelia…Giovanni Toti lei continua a parlare di politica e di numeri ma non vedo umanità… ti prego Angelo Vaccarezza puoi spiegarglielo bene?… ma bene.
Matteo Rainisio (Pietra Ligure editore di IVG.it) – Senza polemica, faccio una domanda, il PS è chiuso dal 2012. Perchè la “rivolta” è scattata solo adesso ?
Mesiano a Rainisio – Non è una battaglia politica credimi Probabilmente dopo tanti anni ci si è resi conto che Santa Corona non riesce più assorbire le richieste e ad Albenga il Pronto Soccorso è di vitale importanza. Si parla di vite umane non di statistiche.
Andrea Bronda ( già segretario provinciale della Lega Nord ed assessore comunale, oltre che milite di lungo corso) – Non ci si rende conto che #anchesenzaambulanzasimuore, infatti mancano sempre di più Soccoritori ,Volontari per egoismo e l’individualismo della gente.
Caterina Usanna – Anch’io con la mia famiglia siamo saliti a Vegliasco , e poi discesi dalla parte fi Testico , avremo fatto 10 rischio incidenti , strada strettissima con curve ! Pensavo “ bisogna portarci Toti , lì se uno si sente male ci muore “.
Christian Borrello- Comunque non è il p.s. che salva vite ma la rianimazione. Un p.s. come quello degli ultimi anni che accoglie codici bianchi e verdi non salva vite. La battaglia giusta dovrebbe essere #senzaprontosoccorsoconrianimazionesimuore.
Luca Mazzara- Ieri: tampone preoperatorio. Farlo ad Albenga NO, farlo a Pietra NO. Siamo dovuti andare a Savona. Per fortuna l’appuntamento era alle 11 (siamo partiti alle 9). Ci avessero dato appuntamento solo mezz’ora dopo e fossimo partiti giusti saremmo rimasti bloccati in coda. Oggi: visita preoperatoria a Pietra: 90 minuti di coda da Albenga a Pietra. Applausi a chi continua a fingere che vada tutto bene.