Oggi vorrei parlare di una nuova iniziativa culturale e non solo dei miei cari amici nonché “famiglia per il clima”: Massimiliano, Barbara, Gaia, ed Emanuele Amantini, che hanno creato il sito http://www.tigulliotrekking.it.
di Danilo Bruno
Esso propone un giro in quattro tappe sul territorio del Tigullio: da Chiavari a Santa Margherita, percorrendo sentieri e località interne in modo da conoscere in modo lento e tranquillo quella Liguria, che non appare su una costa ormai fortemente intasata e rovinata da inutili porti turistici e soprattutto in loco dal terribile fenomeno della “rapalizzazione” contro cui combatterono per decenni inutilmente poche e sagaci menti di quella Italia laica,democratica e liberale, che vorremmo forse oggi avere come classe dirigente.
Il percorso proposto si avvale pure di un modulo di richiesta di contatti attraverso cui è possibile assumere informazioni, fare prenotazioni o più semplicemente capire meglio quali tappe e in quale periodo siano percorribili.
Prima di partire con un descrizione vorrei ancora fare una reminiscenza storica poiché qui siamo all’estremo confine orientale di quella che la Repubblica di Genova in età medievale considerava il proprio specifico territorio su cui governava con propri statuti mentre quello ponentino era dettato dalla Podesteria di Voltri.
La prima tappa proposta porta da Chiavari- al santuario di N.S. di Montallegro di Rapallo. Qui bisogna porre l’attenzione proprio su questo luogo poiché qui la Madonna nel 1557 sarebbe apparsa a Giovanni Chichizola e gli avrebbe detto:”Va e dì ai Rapallesi che voglio essere onorata qui”.
Il santuario si accompagna ad una fonte d’acqua e a una icona bizantina ritenuta sacra tanto che alcuni marinai di Dubrovnik l’avrebbero nel tempo reclamata ma essa ritornò nel proprio santuario di sua volontà dopo un viaggio per mare diretta proprio nella città croata.
La prima tappa nella descrizione del sito ricorda poi uno degli edifici più importanti dell’architettura contemporanea italiana ovvero la Torre Fara e i nuovi edifici adiacenti di Chiavari.
Qui si vuole solo ricordare una battaglia vinta poiché fu salvata da una lunga battaglia sostenuta anche a livello nazionale da ambientalisti, cittadine e cittadini contro la “foga picconatoria”dell’allora sindaco di Chiavari, che voleva demolirla in nome di un concetto incomprensibile (o forse fin troppo comprensibile) di risanamento dopo averla lasciata anni in stato di completo abbandono.
La seconda tappa porta da Montallegro a Chignero e qui in un paesaggio terrazzato e di olivi si giunge a trovare una antica via Crucis da poco ripristinata e segnale di una antica devozione popolare.
La terza tappa porta i marciatori da San Lorenzo di Foggia attraverso Ruta di Camogli a San Lorenzo della Costa.
Qui si possono osservare chiese e monumenti di grande interesse dalla millenaria chiesa di Ruta fino ai ruderi dell’Abbazia di valle Christi, poco discosto dal percorso attribuibile al secolo XIII mentre poco dopo si possono trovare i resti del Lazzareto di Rapallo, segno di un antico modo di gestire le epidemie.
Qui sorge una breve riflessione poiché si tratta sicuramente di un luogo di grande fascino e tranquillità spiritituale se nella zona sorsero chiese e monasteri millenari.
La quarta e ultima tappa tocca forse i luoghi più noti dato che si raggiunge il Monte di Portofino, in attesa di divenire Parco nazionale, la località di San Fruttuoso con la sua celebre Abbazia, proprietà del FAI e l’antica torre Doria di avvistamento indi si arriva a Santa Margherita Ligure ove sarebbe ancora possibile visitare il museo dedicato al poeta ligure: Camillo Sbarbaro, che del territorio ligure, aspro e difficile ma in qualche modo nei secoli utilizzato dagli abitanti, ha scritto nelle sue poesie e soprattutto ha girato nelle aree spotornesi per predisporre i propri erbari, che ne fece uno dei massimi esperti mondiali di licheni.
Non aggiungo altro se non che le tappe durano in media 4/5 ore e che le descrizioni nel sito sono puntuali e precise poi chi voglia avere maggiori informazioni anche sull’apertura di rifugi o strutture ricettive consiglio di rivolgersi agli autori perché sicuramente sono in grado molto meglio di e di far comprendere uno dei luoghi più belli del’Appennino Ligure.
Danilo Bruno