E’ fama che nel 1162 papa Alessandro III alloggiasse nella badia dell’isolotto. Nel 1249 per bolla pontificia l’abbazia di Sant’Eugenio di Bergeggi venne traslocata nella chiesa di S. Paragorio a Noli. Bergeggi nei documenti del ‘300 e ‘400 è nominato come centro di mercanti e armatori.
Bergeggi nel 1530 contava 60 fuochi. Anticamente era soggetto alla giurisdizione del podestà genovese di Vado e non pochi dei suoi abitanti erano comiti ( capo della ciurma nella marineria medievale) sulle galere della Repubblica di Genova. Nell’isolotto vi si ritirò in antico S. Eugenio, uno dei vescovi africani che intorno al 510 vennero scacciati dall’africa; vi morì e vi ebbe sepoltura. Nel 992 il Vescovo di Vado e Savona, Bernardo, vedendo accorrere i devoti al sepolcro del santo, fondàò nell’isola un monastero e chiamò ad abitarlo un cenobio di monaci Lirinesi.
Dopo l’esplosione del forte di Sant’Elena (25 ottobre 1921) cui Trucioli.it ha pubblicato quattro puntate, il Municipio di Genova (come riporta il bollettino municipale del capoluogo) finanziò i lavori per la ricostruzione del paese seguita dal Genio Civile e da vari Comitati. Il consiglio comunale di Genova nella seduta del 28 ottobre 2021 deliberava di approvare uno stanziamento di lire 50 mila per i danneggiati dal disastro. Somma erogata per lavori di copertura dei tetti delle case e affidati a trattativa privata all’impresa Stefano Schiappacasse che iniziava il giorno 14 novembre 1921 e proseguiva ininterrottamente fino al 31 gennaio.
Per il fabbricato del Municipio di Bergeggi fu necessario demolire il primo piano che fu ricostruito e rialzato. Tra gli edifici danneggiati e ricoperti anche le scuole e l’asilo infantile. Si può dire che il paese, a pochi mesi di distanza dalla catastrofe, anche grazie all’opera di Genova, ha potuto vedere ricostruite quasi tutte le sue case.
DAL LIBRO ‘LA NOTTE DI BERGEGGI’