La Fondazione CRC, operando all’interno del settore Arte, attività e beni culturali, finanzia e sostiene interventi in grado di promuovere la creatività e la cultura in tutte le sue forme sul territorio della provincia di Cuneo, favorendone anche ricadute di tipo economico.
di Luciano Bona
Le iniziative intendono ampliare l’accessibilità alla cultura per creare il pubblico di domani, valorizzare le risorse culturali esistenti, promuovere la produzione artistica, culturale e lo sviluppo di nuove idee …e valorizzare il talento di giovani creativi. Il bando Patrimonio Culturale, analogamente alle precedenti annualità, è finalizzato al sostegno di interventi di restauro, valorizzazione e conservazione programmata di beni culturali nelle aree dell’Albese, del Cuneese e del Monregalese e del Braidese.
In questo contesto il piccolo comune di Castellino Tanaro, ricco di storia e tradizioni, si è inserito, con altre realtà provinciali , nel bando spazi outdoor con il suo progetto :Percorso Torre Medievale il progetto prevede, attraverso la realizzazione di tre macro-interventi, la riqualificazione ricreativo – sportiva dell’area circostante la torre medioevale.
Il progetto andrà seguito, sostenuto e sponsorizzato attraverso il voto nel Sito https://www.bandospazioutdoor.it/progetto/percorso-torre-medievale/entro entro il 24 Aprile 2022. Nello specifico il progetto “Percorso Torre Medievale “ prevede la messa in sicurezza, sistemazione del tracciato e regimazione delle acque; l’acquisto e l’installazione di attrezzature sportive per lo svolgimento di attività fisica all’aperto, infine la fornitura e la posa in opera la segnaletica indicativa del percorso e le caratteristiche descrittivo e funzionale. L’intervento si attuerà attraverso un percorso naturale, adattandolo anche a persone con ridotte capacità motorie e attrezzandolo con strumentazione per l’attività fisica all’aperto.
Ora un po’ di storia …. Le testimonianze storiche indicano a Castellino la presenza d’insediamenti, a carattere di colonia rurale, almeno fin dall’epoca romana. Si tratta di epigrafi funerarie in arenaria, conservate nella Cappella di San Pietro della località Francolini e nella sacrestia della Chiesa della Madonna della Neve, risalenti alla prima metà del I secolo d.C. circa, attestanti l’ascrizione dei cittadini alla famiglia Publilia.
Nel XIII secolo venne costruito un castello, inserito nel sistema difensivo del Marchesato di Ceva e appartenne ai Signori di Ceva fino al 1573; dopo vari passaggi ritornò ai Marchesi Pallavicino di Ceva nel 1665.
Del castello oggi non resta che la Torre maggiore, una delle meglio conservate della zona. Cantata da Giosuè Carducci nella poesia “La bicocca di San Giacomo“, la torre di Castellino, rappresenta un imponente esempio di fortificazione nelle Langhe.
Costruita con massicci blocchi di pietra di Langa (arenaria) disposti con tecnica costruttiva d’elevato livello, è alta circa 32 metri ed ha una circonferenza di quasi 30.
Da sempre punto di riferimento, non solo geografico, per i Castellinesi, la sua mole permette d’individuarla senza incertezze anche da notevole distanza. Dalla sommità si gode un panorama senza eguali, con la veduta di tutta la catena delle Alpi, dal Colle di Cadibona al Monviso ed oltre; non è difficile, inoltre, scorgere, il Monte Rosa e, in talune serate, le luci di Torino.
Degno di particolare attenzione il doppio giro d’archetti. Il manufatto è ciò che rimane d’una piccola struttura fortificata che svolgeva, all’interno del sistema difensivo del Marchesato di Ceva, una funzione di controllo della zona, con appunto Ceva che rappresentava il riferimento locale.
Del castello, cui la torre era unita, non restano che poche tracce. La tradizione locale vuole che, come altre analoghe strutture della zona, sia sorto a difesa dalle invasioni saracene ma, in realtà, fu edificato per ragioni di controllo feudale del territorio. Fu proprietà dei Marchesi di Ceva, della famiglia Cattanei, dei Vivalda ed infine dei Pallavicino di Ceva, sino a quando, già in parte diroccato, a fine ‘700, si dice sia stato definitivamente smantellato dal passaggio delle truppe napoleoniche. Nel 1799 il paese subì, non senza opporre una dura resistenza, il saccheggio ad opera delle truppe napoleoniche.
Audace, in proposito, la vicenda della resa, il 14 maggio 1799, del Comandante della fortezza di Ceva, Maris, ottenuta da un gruppo d’uomini capitanati dai Comandanti capitano Francolino di Castellino e chirurgo Cerrina di Murazzano e, addirittura leggendaria, stando alla tradizione, la sortita di otto componenti la compagnia di Castellino che, alle ore 4 del giorno 10 maggio 1799, con un ardito colpo di mano, penetrati nel recinto del forte stesso, ne scalarono i bastioni, riuscendo ad issarvi il proprio stendardo.
Il coraggio e la tenacia di questa gente di Langa, hanno segnato drammatiche ed eroiche pagine di storia, anche in epoca a noi assai più vicina. Il paese, durante l’ultimo conflitto bellico, fu infatti teatro di duri scontri e di efferate violenze ad opera della barbarie nazista.
In memoria del sacrificio dei numerosi Castellinesi trucidati in tali tragiche circostanze, è stata concessa, dal Presidente della Repubblica, al Comune di Castellino Tanaro, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Castellino Tanaro, nel corso della guerra di liberazione reagì per lunghi mesi alla spietata aggressione nazifascista, tanto da meritare l’appellativo di “Comune e popolo ribelle” Soggetto a ripetuti rastrellamenti, continuamente depredato dei suoi beni e dei prodotti essenziali alla sua sopravvivenza, privato delle sue case date alle fiamme, il popolo di Castellino non cessò mai di opporre una strenua resistenza al nemico che voleva fiaccare, con ogni mezzo, l’indomito spirito dei suoi partigiani. Fulgido esempio di attaccamento alla libertà e di fede nella resurrezione della Patria”.
Luciano Bona