Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettere/ Nomine in Camera di Commercio, Lorenza Giudice scrive. Ma zero donne in giunta. 2/WWF a chi giovano i binari a monte…


Trucioli.it del 23 dicembre 2021 titolava “Camera di Commercio 2021. Che tristezza il candidato unico. E applausometro dei senza parola. Un ‘coro’ stonato da regime” (vedi……). A tamburo battente lettera indignata di Lorenza Giudice presidente della delegazione Confcommercio di Albenga e vice Presidente Vicario Provinciale della prima associazione del commercio savonese.

Lettera recuperata grazie all’informatico dopo che era stata involontariamente ‘cestinata’. Non era ancora stata eletta la giunta camerale dove sono rimaste fuori le quote rosa, ma il prode neo presidente imperiese Lupi aveva tranquillizzato: “Le donne saranno valorizzate”. E avrà reagito, per coerenza, Lorenza Giudice ?

“Spett. Trucioli, sono Lorenza Giudice, i politici forse non rispondono agli articoli ma io sono un imprenditore. Leggo sempre con molta attenzione il vostro lavoro, che peraltro trovo, a discapito di molti, particolarmente acuto. Oggi però in riferimento all’articolo che racconta di CCIAA, mi sono sentita privata della mia storia d’impresa, dei miei sacrifici di investimento sul territorio, della mia formazione e della dignità che 33 anni di lavoro mi ha orgogliosamente forgiato. Sostenere che tra i nuovi consiglieri della Camera siano presenti solo ed esclusivamente indignitosi rappresentanti delle imprese non solo è fuorviante per la collettività ma sopratutto ingeneroso per chi come molti si è dedicato a produrre. Quindi Vi ringrazio per il servizio di informazione che viene profuso, ma proprio per questa serietà ho ritenuto corretto partecipare alla conversazione. Colgo l’occasione e per rinnovare i migliori auguri”.
Lorenza Giudice

Trucioli.it: “Abbiamo scritto che “non ci sono quasi più imprenditori (nel Cda) soppiantati da funzionari e dirigenti..”.  e non già come ci attribuisce “esclusivamente indignitosi rappresentanti di imprese….“.

E UN ELOGIO ALLE CONSIGLIERE DI PARI OPPORTUNITÀ

CHE HANNO BIASIMATO  L’ESCLUSIONE DI QUOTE ROSA DALLA GIUNTA CAMERALE

SANREMONEWS DEL 18 GENNAIO 2022- Paula Sabina Adriano, Consigliere di Parità della Provincia di Imperia, insieme alla collega di Spezia Eliana Bacchini, intervengono duramente contro la nuova Giunta Camerale delle Riviere Liguri, dove non vi è alcuna presenza femminile…..

IVG.IT DEL 19 GENNAIO 2022 – Savona. Il rinnovo degli organi camerali che si è concluso con la nomina della nuova giunta ancora al centro delle polemiche. Questa volta nel mirino la componente femminile, esclusa dai nomi che fanno parte dell’organo esecutivo della Camera di Commercio Riviere di Liguria.

“La rappresentanza femminile sarà valorizzata all’interno delle Consulte provinciali territoriali che, dopo la positiva esperienza del precedente mandato, continueranno ad avere un ruolo strategico di ascolto e raccolta delle istanze dei territori” aveva dichiarato il presidente Enrico Lupi sulla composizione della giunta camerale.

Tuttavia, per le consigliere Pari Opportunità di Imperia e La Spezia, Paula Sabina Adriano e Eliana Bacchini, l’assenza di una figura femminile non è passata inosservata e hanno inviato una lettera formale di protesta al presidente Lupi: “Mentre la composizione del Consiglio camerale, organo di indirizzo, riflette le disposizioni previste dal D.M. 156/2011 – Le organizzazioni imprenditoriali, o loro raggruppamenti, individuano almeno un terzo di rappresentanti di genere diverso da quello degli altri”, la Giunta, organo esecutivo, non tiene in alcuna considerazione la rappresentanza di genere, non potendosi certamente considerare paritario il ruolo “strategico di ascolto e di raccolta delle istanze del territorio nell’ambito delle consulte territoriali”, ma tuttavia non decisionale che Lei intende attribuire alla rappresentanza femminile. Spiace constatare che, una istituzione di governo della realtà economica della quasi totalità del territorio regionale sia priva di rappresentanti femminili, a fronte della consistente presenza di donne nelle attività produttive piccole, medie e grandi del territorio; al 30 settembre 2021 le imprese femminili attive in provincia di Imperia, La Spezia e Savona erano 16.615 con una incidenza percentuale sulla Liguria pari al 53%, rappresentando il 25% delle imprese totali (Fonte: elaborazione della Camera di Commercio Riviera Ligure su dati Infocamere)”.

“In qualità di consigliere di Parità provinciali di Imperia e della Spezia, chiediamo a Lei, presidente quali motivazioni hanno portato a tale scelta che sembra essere in contrasto con le recenti direttive di parità e soprattutto con l’articolo 7 dello Statuto Camerale che recita: “La Camera di Commercio promuove la presenza di entrambi i generi negli organi istituzionali”. La invitiamo, per quanto possibile, a rivedere la situazione, nella consapevolezza che le donne contribuiscono alla crescita economica del nostro territorio con intelligenza, capacità ed impegno al pari degli uomini e pertanto dovrebbero essere partecipi di tutti gli organi istituzionali”.

A CHI GIOVANO I BINARI A MONTE ? DAL WWF LIGURIA:

Opera devastante per ambiente, economia agricola e pendolari 

È quanto mai necessario un abbandono di questo progetto, l’elaborazione di un diverso progetto realmente utile a territori, ambiente e utenti e la messa in opera, da subito, di interventi infrastrutturali e tecnologici propedeutici ad un miglioramento del servizio.

Spostamento a monte della ferrovia nel Ponente Ligure: chi può volere un’opera che peggiorerà il servizio per i passeggeri, devasterà l’ambiente e danneggerà l’economia agricola? È stata solo la scarsissima informazione su questo progetto, contrabbandato come raddoppio, che ha permesso la diffusione di un’apparente condivisione da parte dei cittadini, condivisione che viene a mancare nel momento in cui dagli stessi viene capito cosa comporti questo progetto.

Sentire l’Assessore ai trasporti della Regione Liguria affermare che l’opera di spostamento a monte è «….fondamentale per lo sviluppo del trasporto pubblico in Liguria, per diminuire il traffico autostradale ed è importantissima anche per l’aumento delle presenze turistiche del Ponente»  è come sentire dire da un medico ad un paziente che il miglior modo per godere di buona salute è non fare mai moto, essere sovrappeso e fumare almeno due pacchetti di sigarette al giorno.
Il risultato dello spostamento già effettuato nell’imperiese è stato un drammatico peggioramento del trasporto pubblico, e lo spostamento in progetto tra Andora e Finale sarebbe più grave disastro dei trasporti in Liguria (se non in tutta Italia). Chi può volere un progetto che elimina le stazioni dalle più importanti località della riviera di Ponente e sposta le rimanenti anche di km dai centri?
Certamente non può volere un’opera del genere la stragrande maggioranza degli utenti, né può desiderarlo un turista che, anzi, è quantomai disincentivato a venire in Liguria dalla lontananza delle stazioni.
Stupisce che l’Assessore ai trasporti (e turismo) della Regione tenti (e neanche molto bene) di difendere un’opera che va a danneggiare proprio quelli che dovrebbero essere gli interessi che dovrebbe tutelare.
E nella comunicazione – peraltro sempre meno convincente – di chi difende l’opera, non si parla mai delle conseguenze sull’ambiente di questo progetto, con i suoi milioni e milioni di metri cubi di scavo e i danni permanenti che verranno  ad un bene essenziale come l’acqua con i danni irreversibili  alle falde acquifere, che si aggiungono a quelli ambientali e paesistici più generali, con la compromissione di di aree naturali protette.
Certamente non può volere un’opera del genere un cittadino che ami la sua regione, men che meno chi dovrebbe in veste istituzionale condurla verso la tanto citata “transizione ecologica”.
Due importanti organizzazioni a tutela del comparto agricolo, Coldiretti e Confagricoltura, hanno palesato i danni che questo progetto di “spostamento a monte” porterà. Organizzazioni preposte a salvaguardare un bene non rinnovabile come il territorio e le sue risorse e il lavoro, che sono intervenute in modo forte per esprimere obiezioni a questo progetto. Il comparto agricolo è da sempre sensibile alla difesa del territorio: da un’agricoltura sostenibile viene la difesa dell’ambiente e del territorio. Ma l’intervento delle due organizzazioni ci ha ricordato anche  il danno economico e al lavoro, con ettari ed ettari persi e conseguenze dirette su decine di aziende.
Certamente non può volere un’opera del genere chi difende il territorio e il lavoro in un settore di eccellenza per la Liguria come quello florovivaistico, a cui quest’opera non porterà nessun beneficio. La realtà è che ogni giorno, ogni ora che passa non fa che aumentare la consapevolezza da parte dei cittadini della regione di come il progetto di spostamento a monte della ferrovia nel Ponente ligure sia un danno per tutti, territori ed utenti. Chi sembra ancora non averne ancora consapevolezza sono solo alcuni settori della politica locale, che vivono nel mito delle infrastrutture a prescindere dalla loro utilità, e cercano di convincere il Governo della strategicità di questo brutto, bruttissimo progetto concepito oltre vent’anni fa, salvo poi lasciarsi scappare che il binario unico non è un grande problema e si potrebbe già adesso incrementare il servizio!

Una buona politica ligure non può volere un’opera del genere, e dovrebbe invece volere un progetto serio di autentico raddoppio, considerato che più di 1/3 della tratta tra Andora e Finale Ligure è già a doppio binario (cosa di cui la politica meno buona e un po’ distratta si dimentica).  
Una buona politica vorrebbe quegli interventi infrastrutturali e tecnologici puntuali fattibili già subito e vorrebbe fornire sempre da adesso un servizio ferroviario maggiormente adeguato alle esigenze degli utenti e di tutti i cittadini. Giovedì 17 febbraio 2022


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