Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’Unione Europea (EU), anche grazie al compianto Davide Sassoli, suo Presidente del Consiglio, ha iniziato da tempo la fase di realizzazione del PNRR, forse il suo primo vero atto globale finanziario.
di Francesco Lirosi*
Le risorse destinate agli stati membri ammonteranno a 672,5 miliardi di Euro (360 di prestiti e 312,5 di sovvenzioni). A questa cifra verranno aggiunti 47,4 miliardi attraverso la procedura REACT EU, 7,5 miliardi per sviluppo rurale, 1,9 miliardi per RESC EU, 5,6 miliardi per Invest EU, 5 miliardi per Orizzonte Europa e10 miliardi per Transazione Giusta. I fondi Europei verranno pertanto aumentati sino al globale di 750 miliardi. L’EU destinerà all’Italia 191,5 miliardi (122,6 di prestiti e 68,9 di sovvenzioni). Per il nostro Paese, inoltre in seguito, sono previsti ulteriori 13 miliardi, attraverso il fondo REACT EU ed altri 30,6 miliardi attraverso il Fondo Nazionale Complementare. In sostanza, l’Italia disporrà di 235,1 miliardi.
I 191,5 miliardi saranno disponibili per riforme e investimenti nel periodo 2021 – 2026, articolando il lavoro in 6 settori principali:
- infrastrutture per mobilità sostenibile 13,26% (25,4 miliardi che, aumentati con la disponibilità dei fondi REACT EU e Fondo Nazionale Complementare, arrivano sino a 31,46) dedicati particolarmente alla rete FFSS ed alla Intermodalità e Logistica Integrata;
- transizione verde 32,05% (59,46 miliardi che, aumentati, arrivano a 69,93) dedicati all’agricoltura sostenibile, all’energia rinnovabile, all’efficienza energetica anche attraverso la riqualificazione degli edifici, la tutela del territorio e le risorse idriche;
- digitalizzazione, competitività e cultura 21,04% (40,29 miliardi, aumentati a 49,82) dedicati alla digitalizzazione nelle PA, alla digitalizzazione nel sistema produttivo, al turismo ed alla cultura;
- istruzione e ricerca 16,13% (30,88 miliardi, aumentati sino a 33,81) dedicati al potenziamento dell’offerta dei servizi per l’istruzione nelle scuole di ogni ordine e grado (dall’infanzia all’università), ed al sistema impresa;
- inclusione e coesione 10,37% (19,85 miliardi, aumentati sino a 29,88) dedicati alle politiche per il lavoro, alle infrastrutture sociali (famiglie, comunità e terzo settore) e alla coesione territoriale;
- salute e resilienza 8,16% (15,63 miliardi, aumentati sino a 20,23) dedicati all’assistenza sanitaria territoriale e alla innovazione del servizio sanitario nazionale. In sostanza, la panoramica del PNRR prevede 6 missioni, 16 componenti, 63 riforme, 134 investimenti e 527 traguardi e obiettivi.
Tutta la gestione finanziaria del PNRR tenderà ad agevolare i soggetti titolari delle risorse. Infatti:
- sarà possibile ricevere anticipazioni;
- i pagamenti saranno effettuati direttamente a favore dei Comuni;
- le risorse saranno tracciate in bilancio;
- la periodica redicontazione sarà presentata direttamente al Ministero di riferimento;
- peraltro, eventuali risorse indebitamente utilizzate dovranno essere recuperate e restituite.
Dunque, sotto l’aspetto finanziario, quali saranno i prossimi passi?
- ogni Stato Membro, entro il 30 Aprile, invierà formalmente il proprio PPNR;
- la Commissione, entro 2 mesi dalla ricezione del Piano, lo valuta e ne trasforma il contenuto in un documento di lavoro, che poi invia al Consiglio EU;
- il Consiglio, entro 4 settimane, se approvata la proposta della Commissione, adotta la sua Decisione ufficiale e ne informa lo Stato Membro;
- lo Stato Membro, entro 2 mesi, riceve il pre-finanziamento, nella misura del 13%. Inoltre, può chiedere ulteriori pagamenti aggiuntivi, per un massimo di 2 volte all’anno, dipendentemente dallo stato di avanzamento lavori;
- la Commissione, dopo 2 mesi dalla concessione del pre-finanziamento, emette la Valutazione finale del finanziamento;
- a seguito di ciò, lo Stato Membro, salva la possibilità del citato pre-finanziamento, riceve il pagamento.
L’applicazione del PNRR prevede un significativo sistema di riforme del Paese (n. 63), identificabili in 3 tipologie:
- riforme orizzontali, trasversali al sistema economico e sociale (pubblica amministrazione, giustizia , ecc.);
- riforme abilitanti, atte a garantire l’attuazione del Piano (semplificazione appalti pubblici – difficoltà a me ben note da quando operavo in qualità di Assessore ai LLPP -, legge sulla concorrenza, federalismo fiscale e riduzione dei tempi dei pagamenti da parte delle PA);
- riforme settoriali, di specifica natura (politiche sociali e famiglie), università, trasporti, legge quadro disabilità, approvvigionamento, ecc.
Gli Enti Locali saranno attenzionati da alcune riforme di particolare interesse:
- Federalismo Fiscale, già previsto dalla Legge 42 del 2009, al fine di migliorare la trasparenza in materia fiscale all’interno del Governo; di assegnare le risorse in periferia con criteri oggettivi; di incentivare l’utilizzo delle medesime risorse, evitando sprechi;
- Riduzione dei tempi di pagamento entro il 2023, al fine di effettuare i pagamenti delle PA entro 30 giorni e entro 60 giorni quelli delle autorità sanitarie regionali;
- Appalti Pubblici, al fine di ridurre entro il 2023 il periodo tra l’applicazione del bando e l’aggiudicazione (in massimo 100 giorni), nonché ridurre il periodo (del 15%) tra l’aggiudicazione dell’appalto e la realizzazione. La mia esperienza mi fa presumere che, con le attuali risorse di organici delle PA, il traguardo prefissato risulti di assai difficile raggiungimento.
Un Piano così complesso, ricco e importante obbliga ogni Stato Membro a dotarsi di una governance di presidio e coordinamento, che viene così composta:
- una cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio, che analizzerà l’avanzamento del Piano, si confronterà con i territori e controllerà l’avanzamento dei lavori da parte dei soggetti attuatori;
- un tavolo permanente, che eserciterà funzioni consultive per ogni questione connessa all’attuazione del Piano anche al fine del rapido superamento di eventuali circostanze ostative;
- il Servizio Centrale PNRR, punto di contatto nazionale, articolato in 6 uffici: gestione e attuazione, monitoraggio, rendicontazione e controllo, gestione del Fondo di Rotazione e gestione dei flussi finanziari;
- Unità di Audit, per effettuare verifiche di sistema, verifica delle operazioni e verifica delle performance (traguardi e obiettivi). Inoltre dovrà predisporre il cronoprogramma delle attività di controllo;
- Unità di Missione, per verificare indicatori e traguardi del Piano e per valutare il loro conseguimento.
Per le città potranno essere considerati progetti inerenti a molte materie:
- nuovi impianti di gestione rifiuti o ammodernamento degli esistenti (il globale del PNRR prevede 1,5 miliardi per comuni e città);
- rafforzamento mobilità ciclistica (0,2 miliardi);
- trasporto rapido di massa (3,6);
- bus (2,415);
- edifici scolastici e loro riqualificazione energetica (0,800);
- resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni (6,00);
- verde urbano e extra urbano (0,330);
- asili nido (84,6);
- infrastrutture sport a scuola (0,300);
- riqualificazione edilizia scolastica (3,9);
- riduzione del degrado sociale (3,3);
- Social housing (2,8).
Per quanto attiene allo specifico delle Pubbliche Amministrazioni, i miglioramenti si possono considerare su quattro linee principali:
- il miglioramento dei meccanismi di selezione del personale;
- la semplificazione delle procedure;
- gli investimenti in capitale umano;
- il rafforzamento della digitalizzazione.
L’insieme di queste azioni porterà ad un ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, degli strumenti a loro disposizione, del modo di interfacciarsi all’interno della PA e di proporsi all’utenza. Si auspica che con questa riforma venga raggiunta una migliore produttività, una forte diminuzione della burocrazia ed il miglioramento (con conseguente valorizzazione) del citato capitale umano.
In conclusione, una valanga di soldi si riverserà nelle casse dei vari Stati Membri, offrendo una possibilità di utilizzo benefico quale mai prima d’ora. Ci saranno possibilità di ripresa, di interventi, di ricchezza e benessere aggiunto per milioni di persone. Una occasione epocale che, nel modo più assoluto, non deve andare sprecata, neppure parzialmente. Non penso si potrà ripresentare un’altra occasione simile per molti decenni, e forse mai più.
Naturalmente, gli Stati Membri dovranno lavorare duramente e, ormai, velocemente per poter godere dell’irripetibile occasione. Inviare un PNRR (ripeto, occasione irripetibile) comporterà una profonda analisi della situazione socio economica del comparto territoriale di competenza, la conoscenza approfondita delle possibilità produttive, le condizioni finanziarie della popolazione; bisognerà produrre una montagna di richieste corredate da ogni possibile supporto tecnico (di non facile produzione); ogni singolo documento subirà l’attento esame e infiniti controlli di ogni autorità competente le varie materie (proprio come succede oggi per ogni lavoro pubblico di un certo rilievo).
Le PA italiane sono in grado di affrontare questa epica impresa? Chi ne avrà i mezzi finanziari si potrà rivolgere alle ormai numerose ditte specializzate. Ma, in genere, hanno dipendenti in numero adeguato, capitali in parte corrente da utilizzare per le ricerche, le analisi e i progetti da inviare agli uffici europei preposti? Insomma, riusciranno a non perdere l’occasione? Il timore è latente (e non certo a causa dei lavoratori dipendenti che, nella stragrande maggioranza, sono del tutto elogiabili), ma per la situazione finanziaria e per l’insufficiente organigramma, quasi sempre fortemente sottosviluppato.
Il pericolo è questo, ma mica solo per Savona. Perciò, oggi come non mai, è basilare l’unità di intenti. Ma lasciamo perdere una buona volta le posizioni specifiche, i distinguo e le inutili verbosità! Tutti ci dobbiamo dedicare a questo unico traguardo da raggiungere, per noi, per le prossime generazioni, per quel miglioramento sociale ed economico che potremmo ottenere. Sarebbe davvero una pazzia non sfruttare appieno la possibilità che l’EU sta offrendo.
Certo, il flusso di denaro sarà ovviamente vincolato alla realizzazione dei progetti approvati da EU. Così si potrebbero avere, da un lato, le PA impegnate in grandi opere, grandi lavori, miglioramenti nei più svariati campi (ma deficitarie nelle disponibilità in parte corrente da utilizzare per gli immediati bisogni) e, dall’altro, i cittadini che potranno godere delle benefiche conseguenze di quelle grandi opere solo susseguentemente e, quindi, ancora per parecchio tempo, saranno in condizione di dover subire i “soliti” disagi.
Ma questo è un pericolo futuro e, forse, solo una questione di lana caprina: oggi raggiungiamo il traguardo.
*Il Presidente del Consiglio, Francesco Lirosi