Lunedi 7 febbraio, giorno in cui la chiesa romana festeggia il beato Pio IX e San Teodoro martire. Giovanni Burzio, savonese doc, potrà ‘spegnere’ altre 93 candeline. Lui che, prima di imparare a scrivere, sapeva già ‘leggere’ i fumetti: Topolino, Avventuroso, Corriere dei Piccoli e da qui è nata la sua grande passione per quel mondo. Un compleanno senza fasti, rigorosamente famigliare, sommerso dai lucidi ricordi di una vita. E per la prima volta con un semplice ‘revival’ mediatico, inusuale anche per trucioli.it.
Burzio che per i vecchi cronisti, politologi, osservatori, lettori savonesi non può essere certo uno sconosciuto. Trucioli.it ha scelto di ricorrere al suo archivio e ad una storia davvero particolare per un galantuomo. Il Secolo XIX, nel 1981, nella prima pagina dell’edizione locale, dava una notizia. “Anonimo (non sarà cosi, si accerterà poi) accusa un consigliere della Camera di Commercio ed un editore….”. Si trattava di Giovanni Burzio e Marco Sabatelli, altro stimato personaggio di spicco dell’imprenditoria Savonese. Entrambi raggiunti da una comunicazione giudiziaria (atto dovuto peraltro nel codice italiano) per “interessi privati in atti d’ufficio in concorso“. E più precisamente (come documenterà anche la ‘sezione promiscua’ della Corte d’appello di Genova) “per avere in concorso tra loro o autonomamente, preso continuato interesse privato nelle delibere della giunta camera della Camera di Commercio di Savona, di cui erano entrambi membri, perchè in particolare con la delibera n.536 del 22 ottobre 1981, concorrevano a nominare Burzio coordinatore tecnico del corso di formazione per il settore grafico, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e con la delibera 559 del 17 novembre 1981, di cui Burzio era relatore, concorrevano a nominare se medesimi istruttori tecnico-pratici, del detto corso e a stabilire il compenso di 10 mila lire orarie lorde da corrispondere agli istruttori e quindi a se stessi”.
Curiosità ? Fu la Procura generale ad appellare la sentenza del Giudice istruttore del tribunale di Savona (emessa 7 anni dopo) che il 28 dicembre 1987 dichiarava non doversi procedere nei confronti degli imputati perchè “il fatto non sussiste”. Il PG chiedeva invece che la sezione istruttoria ordinasse il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati innanzi al Tribunale di Savona. Sta di fatto che si dovrà attendere il 3 novembre 1989 per leggere quattro pagine manoscritte dal giudice estensore della sentenza: assoluzione con la formula più ampia. E dopo che erano stati interrogati nel corso dell’istruttoria numerosi testimoni, indagati e prosciolti per ‘falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici’ il dr. Franco Lammarca ed il dr. Francesco Di Donato, funzionari apicali.
Come dava conto Il Secolo XIX nel primo articolo sulla vicenda, Sabatelli e Burzio smentirono che “in giunta camerale si fosse parlato di retribuzioni, tanto è vero che non abbiamo ancora percepito una lira.” E l’editore aggiungeva: “Stranamente sono stato incluso tra gli istruttori tecnici con una decisione presa al di fuori della giunta camerale”. E Burzio: “La giunta mi aveva affidato il mandato di esaminare la possibilità di dar vita a corsi; la stessa giunta, su richiesta delle associazioni di categoria, mi aveva affidato il compito di coordinatore, cinque ore la settimana con un compenso non certo astronomico”. Il Comune di Savona mise a disposizione i locali e 12 aziende tipografiche della provincia concessero in uso le loro attrezzature.
E come non bastasse Il Secolo XIX aveva dato correttamente notizia che la vicenda dei corsi si “tinse pure di giallo“. Il presidente della Camera di Commercio dell’epoca, il dr. Paolo Caviglia (Burzio e Sabatelli figuravano irriducibili avversari nella disputa per la nomina dell’esponente teardiano) dichiarava: “Il problema è sorto allorchè si è reso necessario, in vista della conclusione dei corsi, fissare il compenso per gli addetti. Mi sono fatto portare la pratica e sono saltate fuori le delibere che non potevano non lasciarmi perplesso. ….La questione mi è subito apparsa delicata ed antipatica. …Mi sono consultato con il segretario generale che già conosceva il problema, con un avvocato, che mi ha avvertito: non mi restava che rischiare un’omissione d’atti d’ufficio o passare gli atti alla magistratura. Un’alternativa senza scelta. …Voglio aggiungere che secondo me Sabatelli ha avuto un incidente di percorso, dovuto ad una imperfetta conoscenza delle regole amministrative, unita all’entusiasmo con cui egli ha sostenuto i corsi…”. (L.Cor.)
DALLA RASSEGNA STAMPA TRE ARTICOLI FIRMATA DA GIOVANNI BURZIO
(Figlio di ferrovieri, laurea in una prestigiosa Università degli Stati Uniti, impegno professionale e sindacale con la Cisl e nella storica Ferrania)